Aspettando Gustav

 

Inazione per coro femminile e strumenti variabili, da testi di ‘Himmlische Leben’ dalla Quarta Sinfonia

Anche versione per 1  piano a 2, 3, o 4 mani

 

Aspettando Gustav è nata da un’occasione teatrale didattica (qui il volume completo di partiture), una pièce di Luca Fabbro ambientata a Dobbiaco, durante le estati in cui Gustav Mahler componeva la Quarta Sinfonia; viene rappresentata la vita nella casa e le discussioni intorno al lavoro del Maestro mentre Mahler scriveva nel suo austero rifugio montano, a digiuno, ma pretendendo di trovare un pranzo caldo a qualsiasi ora fosse ritornato dopo il lavoro.

Su questa cornice di tono lieve e quotidiano si innestano le mie ricerche sistematiche su melodie cicliche: melodie che, lette a partire da qualsiasi punto, contengono sottoinsiemi completi e senza ripetizioni. Immaginiamo di dovere partire per un gran viaggio, con un bagaglio minimo, ma assai versatile. Gli elementi sono assai ridotti, da 2 a 4 suoni scelti da una scala tetrafonica sol-mi-re-si, senza quinta. Nel caso minimo di 2 suoni, le possibili sequenze di 2 note sono esaurite dal ciclo esposto all’inizio, chiamiamolo 0011:

(00, 01,11,10, leggendo avanzando di un posto -o comunque di posti coprimi a 4, vedi la realizzazione che dai sedicesimi si espande in modo frattale partendo da una monodia virtuale);

modulo di fondo:        001100110011001100110011001100110011001100110011

passo 3                       __11_01_00_10_11

passo 7                       00_____10_____11_____01_____00

il passo 7  spazia maggiormente gli stessi elementi del passo 3, mentre il passo 5 è l’inversione del passo 3.

Nella versione con coro ho creato un testo in cui le parole che si formano hanno comunque un senso avanzando di una sillaba. Le parole in tutto il pezzo fungono da marcatori, indici che sottolineano la ripetitività; etichette incollate ai loro frammenti musicali.

Seguono, sempre su 2 soli suoni, le 8 possibili triplette:

00010111 per le terne; (passo 1: 000, 001, 010, 101, 011, 111, 110, 100)

Noto la simmetria:     0001-

1110 (considerandolo un cerchio, il secondo rigo si legge da destra a sinistra).

 

Ciclo a quattro:

00001100

10111101

(considerandolo un cerchio, il secondo rigo si legge in senso inverso),

trovato empiricamente, 'by trial and error'. La simmetria non è altrettanto chiara… Penso ce ne saranno altre, già trovare questo non è stato facile. Più facile invece un 4^2:

00112233

12031302

che chiude il primo movimento, aggiungendo una voce che rallenta le 16 coppie possibili, introducendo pause sempre più lunghe (sfrutta il fatto che i numeri triangolari sono hamiltoniani con un modulo potenza di due, ossia i cosiddetti numeri cortesi).

Musicalmente vi è una poliritmia costante e coerente, sulla base di un’assoluta trasparenza dovuta all’uso esclusivo di ottave e unisoni che si intrecciano, non creando mai altri intervalli armonici. Questa monofonia reticolare ed eterofonica contribuisce al carattere extraeuropeo: pur nella sua assoluta razionalità, può ricordare ensemble percussivi africani o asiatici.

Tutto ciò finora esposto in parole o numeri sembra complicato, ma viene generato e perseguito per uno scopo chiaro: sfruttare il minimo di elementi per un massimo di varietà polarità diffusa, non ripetitivo né tematico, un esercizio mentale di affinare la fantasia.

Il secondo movimento estende l’indagine a sequenze di permutazioni delle stesse 4 note, ossia ai particolari percorsi delle 4!=24 permutazioni dalle rare caratteristiche:

ovviamente, tutte le 24 permutazioni diverse, che ciclicamente ritornano al punto di partenza. Il cambiamento tra una permutazione e la successiva è minimo, un solo scambio, con possibilità di leggere le sequenze anche spostandosi di 1,2,3 posti in modo simile ai cicli del primo movimento. Indotto a ciò dall’ambigua ‘liquidità’ propria del flusso sonoro, ben diverso da sequenze di numeri separati da virgole, come appaiono sulla carta. Nel caso delle permutazioni però vi sono dei limiti, non si potrebbe avere un ciclo completo senza delle limitazioni a questa lettura, che crea anche ripetizioni e ambiguità comunque benvenute.

Nel finale al contrario espongo le dismutazioni, ossia permutazioni col massimo numero di cambiamenti, ispessendo così l’armonia. E inoltre riduco le 24 sequenze di 4 note a 3 tipi soltanto, in un procedimento che identifica analisi con composizione sonoramente efficace. 

Un intermezzo più espressivo interpreta le 24 permutazioni come scomposizioni di un ambito fisso di nona maggiore, suddiviso in 4 parti ostinate ma in posizione variabile: un caleidoscopio di 4 colori (seconda, terza minore e maggiore, quarta) riconoscibili nelle loro posizioni sempre variabile.

Il secondo movimento esplicita gradatamente i riferimenti a Das Himmlische Leben, ultimo movimento della Quarta Sinfonia.

 

Giovanni Damiani