Giovanni Damiani

Arco di ogni scelta

 

Per flauto, clarinetto in Eb o C/clarinetto basso, corno, un percussionista, pianoforte, violino, viola, violoncello

 

a Marco Angius
prima esecuzione: Parma, 17 ottobre 2018, Festival Traiettorie, Teatro Farnese

Occasione per me preziosa di un ottimo ensemble, il Prometeo, in un concerto dedicato a uno degli amici più cari, Federico Incardona.

La retorica delle forme e delle interpretazioni ridotta al minimo grazie a un sistema di esplorazione combinatoria sistematica (‘esaustiva’ avrebbe detto Incardona.

Da un rumore di fondo, il primo suono intonato devia il corso (come il clinamen di Epicuro), e divenuto l’unità genera con una semplice legge una messe di automi cellulari. I numeri di questo triangolo ‘di Pascal’ (in realtà noto fin dal II sec. a indiani e cinesi) vengono applicati ai maggiori aspetti della costruzione musicale:

1) ai valori ritmici,

2) alle deformazioni timbriche anche in combinazioni inedite;

3) alle scelte di strumento: l’organico del pezzo, cioè un pianoforte, 3 fiati, 3 archi, una percussione, presenta i valori della terza riga, e viene usato per esporre tutte le strumentazioni possibili di un trio: un tutti, 3 duo, 3 soli, un silenzio.  Organici maggiori permettono scelte più diversificate, con un settimino per es. posso avere trii e triadi con un numero di elementi comuni pari a 0,1, o 2 elementi (principio generalizzato rispetto al  precedente settimino Affidare tutto a una musica, dove vige l'obbligo di usare solo trii che si succedono a contrasto senza strumenti comuni).

4) I numeri del triangolo sono ancora applicati alla scelta di ogni altezza: dapprima come distanza intervallare melodica da un’origine acuta, poi grave; infine centrale ma come sommatoria- ad es. 1+3+3+1 semitoni di un accordo, il che evidenzia la struttura non solo simmetrica delle armonie che così si generano, ma anche raddoppiante ad ogni riga (ogni elemento di una frase è contenuto due volte nella frase successiva, così come tutta la frase). Un’ulteriore interpretazione avviene in una zona di armonici, che ne evidenzia meglio le classi di divisori, e dà un’ennesima interpretazione coerente: nel principio e non nella veste. I coefficienti ‘di Pascal’ (piace richiamare lo scienziato filosofo della ‘canna pensante’, auspicando di coniugare esprit de gèometrie e de finesse) li ritroviamo tra l’altro nelle ‘composizioni’, i modi completi di scomporre 5/8, 6/8, infine 7/8 sovrapposto e confrontato ai precedenti 5/8, 6/8. Anche qui (nel finale) la ricerca di coerenza e completezza ‘non polarizzata’ viene elevata da strumento ordinatore a oggetto di studio disincantato, con simmetrico potere riempiente-svuotante, di scelta e insieme non scelta.

 

Giovanni Damiani

 

 

In tirannos

Alla ricerca di una fratellanza

 

 

PS Il numero di composizioni di un numero X è una potenza di due, con sottogruppi che prendono i valori del triangolo di Pascal. Come questi, hanno una simmetria ad arco divisibile in due parti. Per esempio le composizioni di 5 (che qui inaugurano il finale, applicate contemporaneamente a:

talea della pulsazione di crome,

e a color di un ambito cromatico, per maggiore chiarezza ridondante):

 

|5;                               1+4,                   2+3,                   3+2;                   |4+1;        

|        |2 + 2+1,                    1+1+3,      1+3+1               |

|        |1+2 +2,                     3+1+1;     2+1+2               |       

|1+1+1+1+1;             2+1+1+1, 1+2+1+1,  1+1+2+1,         |1+1+1+2;

 

1 di 1 elemento; 4 di 2; 6 di 3 (righe centrali, autoconiugate); 4 di 4; 1 di 5: coefficienti binomiali per elementi crescenti. Le righe centrali si accompagnano da sé (ossia riempiono con due voci il totale ritmico), le estreme con le estreme. Il numero di tipi distinti di suddivisione ritmica indipendente dall’ordine dà il numero di partizioni, la cui complessa teoria ha impegnato fior di matematici da Eulero a Ramanujan, per essere compiutamente dimostrata solo in recenti decenni.

 

Altro esempio di ‘orchestrazione binomiale’ alle misure 176-178: un inciso di semitono ascendente suonato a solo si ‘eleva a potenza’, con imitazione contrappuntistica crea duo, trii, con densità (numero di note contemporanee) regolata dai suddetti coefficienti, secondo l’arco simmetrico crescente e decrescente (lo stesso delle potenze di 11 nel sistema decimale).

I coefficienti binomiali ci permettono di enumerare e classificare anche gli aggregati possibili, per es. di 12 note, pari in totale a 2 elevato a 12.

Non vi è lo spazio per esporre relazioni dei coefficienti binomiali con casi di crescita frattale come quelli del triangolo di Sierpinski, e nelle diagonali si ritrova la ricorsione della serie di Fibonacci. I coefficienti binomiali si trovano spesso nelle ricorsioni: iterando la relazione fondamentale: un elemento di una riga= somma dei due superiori, si ottiene che questi sono a loro volta uguali a 1volta+2volte+1 volte i tre elementi superiori. Così, prendendo un valore centrale si può leggere il triangolo rovesciato (qui in grassetto), come del resto iterando la serie di Fibonacci verso i termini precedenti:

                                            1*20=

                                   1*10 + 1*10 =

                          1*4+                  2*6+                  1*4=

                  1*1+3*3            +3*3+                1*1