Giovanni Damiani
Apparati di sordità (2015)
per flauto, oboe, clarinetto basso, percussione,
pianoforte, violino, viola, violoncello, contrabbasso
Dopo lavori dedicati alla natura del suono alla
ricerca di nessi organizzativi, che esaudiscono con la
loro coerenza alcune esigenze umane, registro qui
nella stessa coerenza la necessità della
rinuncia a qualsiasi attesa, effetto codificato.
Terapia dell’attesa senza attese, armati fino
all'inverosimile, ma col senso della propria impotenza
di fronte alle spesse corazze dell’abitudine.
A tanto serve una organizzazione astratta, a mostrare
parziali intelligenze dei suoni, che intersecano altri
pensieri altre sordità altri ascolti senza
ostacolarli. Prescinde da sensi mondani, senza esserne
fuori; vi convive senza capirli, con luminosa idiozia
dostoevskiana-satiana. Il beethoveniano cornetto
acustico rivolto a chi?
Apparato qui allestito, una famiglia di sequenze
numeriche, applicate sia a valori ritmici, che
armonici e intervallari (in quarti di tono). Le
sequenze comprendono i numeri triangolari, che danno
tutte le relazioni trasversali in un gruppo, i numeri
tetraedrici, gli onnipresenti quadrati, i cubi, il
tutto presentato in alcune delle loro innumerevoli
relazioni: un quadrato ad esempio è
rappresentabile come somma di due triangolari
successivi, i cubi la sommatoria degli esagonali
centrati (ottenibili, come tutte queste famiglie, dai
triangolari), e la loro sommatoria a sua volta
dà i quadrati dei triangolari... Che traspaia,
che sprofondi…
GD
Descrizione dettagliata Un numero composto. Si tratta del 35, composto
di 5*7; lo troviamo nelle durate: due pulsazioni
ritmiche a 5 (1+4 semicrome) e 7 (1+2+1+3) tornano in
fase naturalmente dopo, rispettivamente, 7 e 5 cicli;
si ripete ciò agli archi pizzicati con plettro,
con una ‘fioritura’ diversa: 5=1+3+1 e 7=3+1+3. Nota
la simmetria di queste due fioriture, e come creino
zone più piene verticalmente, e altre piene
orizzontalmente, contrappuntistiche. Inoltre il metro
scelto, di 6 sedicesimi, ‘media’ il 5 e il 7, uno
avanti e l’altro indietro rispetto alla misura. Altro
aspetto, quello delle altezze, è creato negli
archi contando 3*35 quarti di tono. Tema: dalla poliritmia alla crescita gnomonica.
Unità il sedicesimo; dalla poliritmia (fioriti
in modo fisso e caratteristico:*7 flauto) emerge,
attraverso i forte individuali, una scala ascendente,
costituente la ‘scala di base’ rispetto a tutte le
altre della composizione, la scala o serie dei numeri
triangolari. La poliritmia di fondo ne illustra la
generazione da elementi periodici: nella serie
suddetta Indice, numero n(n+1)/2 0,0=mi centrale
1,1= mi monesis (vla)
2,3= fa monesis (cl. basso)
3,6=sol (pf)
4,10=la (vibrafono)
5,15=si monesis (vla)
6,21=re monesis
7,28=fa# (pf)
8,36=la # (vl)
Di questa serie si evidenzia la periodicità
della fattorizzazione: sono divisibili per 3 i numeri
2,3,5,6, e ogni suono di indice 3x e 3x-1; e
così via per gli altri.
Miss. 23-30. Scala ‘triangolare’ affidata all’oboe,
gli altri strumenti riempono lo spazio fra questa
scala e l’origine-mi centrale: sono tutti ‘numeri’
divisibili per due cifre, quindi si ottengono per ogni
suono due scale e due ritmi che suddividono questi
spazi e tempi via via crescenti. Come catene bicolori. I numeri triangolari
danno, tra le altre cose, il numero di incontri di due
elementi in un gruppo di n elementi; qui, le fusioni
unisone di due strumenti, nell’ambit dei colori e
della poliritmia precedente, ma con l’origine
rovesciata nel Do sopracuto appena raggiunto,
discendendo da esso. Il metro qui è fisso alla
seminimima. Il flauto ha i suoni divisibili per 3:
2,3, 5,6, 8,9; l’oboe i multipli di 5, ossa
4,5, 9,10 [nota come il 5 sia sempre letto
ritmicamente come 1+4, secondo la ritmica binaria 101
base due applicata nel mio recente pezzo Floating
duo(x)]. Onde contrapposte attraverso lo zero. Ci
incamminiamo verso altre famiglie di numeri-suoni. La
scala appena dipanata dal Do sopracuto viene
contrappuntata da una sua trasposizione alla nona
sotto (il si bemolle raggiunto dall’oboe a mis.41,
anche se per una serie di coincidenze ricercate essa
assomiglia alla scala moto recto della sezione B). [I
numeri triangolari sono dati dalla somma di via via
tutti i numeri da 1 al numero-indice: nei ritmi danno
un aggravamento attraverso tutte le durate, negli
intervalli una scala di tutti gli intervalli
crescenti.] La scala più acuta è
affidata al flauto, ritmicamente sottolineato dalla
cassa chiara (e reinterpretata contemporaneamente dal
violino con valori intervallari e ritmici uguali);
quella più grave come detto dall’oboe,
ritmicamente sottolineato dai wood blocks, e suddivisa
periodicamente dal pf. Queste scale a fl e oboe e
ritmi arrivano a un estremo grave, ritornano indietro
al loro punto di partenza (sia pur sdoppiandosi con
acciaccature, proseguite per l’oboe dal cl. basso), e
poi di nuovo ma su ambiti via via più stretti,
fino ad implodere a mis.50 e riproporre l’esplosione
di retrogrado (con varianti di agogia che distorce
sempre più drammaticamente la percezione delle
proporzioni). Questa misura 50 è il passaggio
dello zero, attorno al quale si dispongono
simmetricamente le serie numeriche e in cui si
fonodono tutti i multipli, come tra un big crunch e un
big bang. Ma proseguiamo nell’analisi implacabile:
consiglio di guardare prima la parte delle
percussioni, dove si vede che questi due strati di
accel-rit. misurata sono sincronizzati in modo
chiarissimo: ogni frase parte
dall’unità-sedicesimo-quarto di tono e arriva a
un massimo (come detto sempre più piccolo fino
a scavalcare lo 0 e andare ai numeri-specchio
negativi), quindi assomma a due numeri triangolari
consecutivi che costituiscono sempre il quadrato del
numero indice. Il flauto interpreta i quadrati
dispari, l’oboe i pari.
Misura
Fl
ob.
38 81=45+36
41
64=36+28
43 49=28+21
45
36=21+15
46 25=15+10
48
16=10+6
49 9=6+3
1=1+0
4=3+1
Inoltre, due quadrati consecutivi sono uguali alla
sommatoria dei numeri triangolari, detti anche numeri
tetraedrici, che completano tale incastro con i pedali
di fondo di cb., vcl e vla. I loro movimenti seguono
quelli degli apici acuti delle due voci (fl e oboe per
intenderci, e gli strumenti ad essi coniugati
fissamente)
Misura numero
(tempo-spazio diastematico, dà anche tra quanti
sedicesimi si arriva a 0)
38 165
41 120
43 84 ecc.
45
56=1+3+6+10+15+21=2^2+4^2+6^2
46
35=1+3+6+10+15=1+3^2+5^2
48
20=1+3+6+10=2^2+4^2
49 10=1+3+6=1 +
3^2
4=1+3=0+2^2
1=1^2
La differenza tra un tetraedrico e un altro più
piccolo di due posti nella serie dà un numero
quadrato. Infiniti concentrici. Poiché i quadrati
si possono ottenere sommando due triangolari
consecutivi, usando la già ripetuta ‘scala
triangolare’ sempre ascendente dal mi centrale, e la
sua risposta in inversione, si ottengono appunto come
intervallo-differenza quadrati: si vedano oboe e
contrabbasso.
Mis 56: 1-0=1
57
3-1=4
58
6-3=9 ecc.
Tali quadrati sono suddivisi in intervalli più
piccoli; ogni due aggregati viene riproposto il mi
centrale-origine, sempre da strumenti differenti. In
tale sfondo un posto particolare gli staccati di vl e
vla, che creano una serie di quadrati autocontenuti
come una matrioska:
1,
=1
-1 +4 (ossia due semitoni),
=3
1 -4
+9,
=6
-1 +4
-9 +16 (ossia quattro
toni)=10
1 -4
+9 -16
+25
=15 ecc
queste fioriture partono da 0 e raggiungono con queste
direzioni alterne su e giù i suoni estremi di
oboe e contrabbasso.
Conclude questa sezione un’idea simile in moto opposto
( quindi in contrazione, verso l’origine-0). Si tratta
di blocchi accordali in cui ogni accordo successivo
nasce da parti interne del precedente. Gli accordi
sono composti di intervalli uguali in due modi, dove
il secondo si interlaccia col primo dell’accordo
successivo: si veda per semplicità da mis.63 il
pf, che non fa i quarti di tono (ma su secondo e
quarto movimento interlaccia ppp accordi
‘triangolari’, ossia gli stessi suddivisi in
intervalli crescenti 1+2+3+…n)
36=6 tritoni = 9
terze magg
28= 7 terze magg.= 4 quinte
21=3 quinte= 7
terze min.,
15=5 terze min.=3 quarte
10=2 quarte = 5
seconde magg.
6 = 3 seconde magg=2 terze min
Alio modo (sognando). Qui si cambia totalmente
modo di applicare i numeri alle altezze: non si usano
intervalli (di semitono o quarto di tono) ma armonici
di una fondamentale, e i rapporti invertiti o
subarmonici. Ne consegue una base armonica molto
più netta e appunto ‘sognante’; ma il rigore
costruttivo resta uguale. E come vedremo, si creano
dei collegamenti inattesi tra questo mondo armonico e
quello temperato fin qui adoperato.
Su una linea di basso che percorre gli armonici
dispari invertiti a partire dal Re centrale(=1/1,
dodicesima sotto=1/3, sesta maggiore ancora sotto=1/5,
ecc.) si si selezionano gli armonici ‘triangolari’,
nel seguente modo:
basso numero di
armonico limite
acuto risultante
1/1 1
1
1/3
6/3
2
1/5 6/5, 10/5,
15/5
3
1/7
6/7,10/7,15/7, 21/7, 28/7
4
1/9
6/9,10/9,15/9, 21/9, 28/9, 36/9,45/9
5
1/11 ecc fino 1/21 (mis.72)
a mis.75 comincia una nuova prospettiva, il confronto
tra due blocchi di accordi sempre più ricchi
verso l’acuto; gli accordi in battere, affidati al pf,
fiati e vibrafono, sono sul doppio dei numeri
triangolari, o numeri proni
2,6,12,20,30,42,54,72,90,110
mentre gli accordi in levare sono sui numeri quadrati
4,9,16,25,36,49,64,81,100. Le due serie si incastrano
perfettamente in un’ascesa continua armonica, in
quanto i numeri proni dividono gli intervalli dei
quadrati in due parti uguali (danno la media
geometrica). Si prosegue nel confronto spazi
aritmetici e geometrici, con una ricaduta del pf, che
interpreta in semitoni i numeri triangolari: essi sono
per un buon tratto identici all’interprertazione
‘armonicista’ (approssimata al temperamento equabile)!
[come già si notava nel finale di Presto
sarà adagio del 1999]
Infine, da entrambe le ultime scale e dal loro Si
centrale si divaricano due traiettorie verso il grave
e l’acuto: quella dei quadrati (scala di quarti di
tono) con 8e, 15e, ecc, quella ‘triangolare’ del pf
con tritoni. Fughetta a tre voci e basi crescenti. Si
osservi questa tabella:
base 1
base2 base
3 base4
base5 b6
n^2
1
1+0+0 …
4
1+(1+1)+1 100
9
1+4+4 121
100
16 …
144
121 100
25
144
121 100
36
144
121 100
e così via; salta subito all’occhio questa
particolarità dei num.quadrati, rispetto alla
rappresentazione in sistemi o basi numeriche
crescenti; ogni riga è una frase-misura con
inizio e ripetizioni ben scandite, ogni strumento
interpreta una base, e vi sono quindi delle imitazioni
per aggravamento, in uno speciale fugato a tre voci
(più alcune parti secondarie). La notazione
classica dei ritmi è fondata sulla base 2
(1/2,1/4, 1/8,1/16, ecc.), ma tutte possono essere
‘costruite’ indirettamente con essa. Le notazioni sono
lette da destra a sinistra, dal valore minore al
maggiore, (come nella maggior parte delle operazioni),
quindi ad esempio la terza misura, in 9/16, ha
l’ultimo inciso della percussione (vero ‘battitore’,
leader di questa sezione) con (1+1+1+1)+(1+1+1+1)+1, e
insieme, il vl ha la ‘base 2’ 1+2volte2+1volta4, e il
fl in ‘base 3’ ha il 9 (però suddiviso in
3volte3). Piramidi e cubi in tavola pitagorica.
Osserviamo questo semplice ‘pattern’:
mis. strum
somma
106 fine cl.basso(sostiene tutta la
linea)
1
107 cb
2volte1
1volte2
4
108 vl
3volte1
2volte2 1volta3
10
109 vibr+vcl
4volte1 3volte2
2volte3 1v4
20
110-114 cb, vla
5v1
4v2
3v3 4v2
1v5 35
Come già consolidato, questi valori riguardano
sia gli intervalli che i ritmi. La somma complessiva,
affidata al clarinetto basso, è la stessa linea
inferiore della sezione D, ossia la serie dei numeri
tetraedrici. Qui sono letti dalla buona vecchia tavola
pitagorica, attraversandola in diagonale. Si ottengono
degli archi ascendenti simmetrici; la seconda
metà è contrappuntata da un eco della
prima, più altri commenti ppp di suoni
pizzicati e battuti degli archi (sommatorie di num
triangolari). Mis. 115 rappresenta il numero
tetraedrico 54, ma il pf, che non ha i quarti di tono,
lo rappresenta in 54/2 semitoni, ossia 28, numero
triangolare. Si crea un aggregato particolarmente
armonico, con un certo ruolo anche alla fine del
pezzo.
Se dalla tavola pitagorica si legge nella stessa
direzione ma in modo ortogonale otteniamo i numeri
cubici, come da mis.116 ( si vedano i percorsi
sottolineati)
(diagonali teatraedriche)
1
2 3
4 5 6
2 4
6 8
10 12
3 6
9 12
15 18
4 8
12 16
20 24
5 10
15 20
25 30
6 12
18 24
30 36
diagonali laterali n*(n+1)
diagonale
principale(num. quadr.)
diagonali laterali n*(n+1)
num. proni cubi= 1, 2+4+2, 3+6+9+6+3 (di nuovo
simmetricamente 3v1, 3v2, 3v3, 2v3, 1v3); e
miss.120-123 fl 4^3=1v4, 1v8, 1v12, 1v16(=4v4), 4v3,
4v2, 4v1. Il precipitato finale pizz di vl e vla, al
pianoforte la grana di fondo in toni (4/4 di tono) Il
pianoforte aggiunge in sottofondo (miss 116 con
anacrusi-123) degli acrostici sugli intervalli 0-1-3-6
1 2
3
2 4
6
3 6
9
Qui 1 2 3 sono i primi tre suoni ‘triangolari’
espressi in semitoni, gli altri due trasposizioni
sugli stessi suoni. La somma delle durate è 36,
un quadrato composto da 3 cubi:
1+8+27=1+(2+4+2)+(3+6+9+6+3).
Miss124-127 il 5^3=125 (basta rappresentarne
metà, suddiviso in due voci dagli estremi acuto
e grave. Scorci di quadrati intorno al Mi. Il Mi
centrale, spesso centro virtuale, torna come origine,
zero dove tutto coincide, inizia e termina. Questa
sezione conclusiva si basa inoltre sulla sequenza di
armonie 1,4,9,16, quindi di numeri quadrati, come
distanza intervallare tra basso e acuto, ma non
fissando il tipo di movimento delle due parti; quindi
tali quadrati si possono ottenere in una considerevole
quantità di modi tutti interrelati tra loro e
con quanto già ascoltato finora, a mo’ di
ricapitolazione unitaria.
Introduce un ‘ponte’ di due misure, sui cubi appena
sfiorati; dal do sopracuto si creano gli intervalli
1,8,27,64,125, ribaditi una misura dopo con l’aggiunta
degli armonici del violino, che hanno una storia un
po’ lunga: osserviamo intanto che essi formano con la
nota inferiore con cui attaccano i quadrati (in quarti
di tono) 1,9,36,100, ossia i quadrati dei numeri
triangolari 1,3,6,10. I quadrati si possono ottenere
sommando i numeri dispari:
1
1+3
1+3+5
1+3+5+7
1+3+5+7+9
1+3+5+7+9+11
Mentre i cubi sommando tratti crescenti della stessa
sequenza:
1
=1
=1
3+5
=8 =3^2-1
7+9+11
=27
=6^2-3^2
13+15+17+19
=64
=10^2-6^2
La mis.130 espone la sequenza in canone a due voci
(dux oboe, comes fl), con fioriture che evidenziano e
caratterizzano ogni suono e la relativa risposta: 1
suono semplice, 3 due crome, 6 oscillazione, 10
quintina breve-lunga (già fissata così
dall’inizio), 15 lunga-breve, ecc. Si tratta di un
canone per moto contrario sui triangolari; abbiamo
già visto (sez.D, che adopera lo stesso range)
come la somma di due triangolari consecutivi dia un
quadrato, e così l’intervallo armonico di
queste due linee appunto, come preannunciato, la
serie dei quadrati. Rispondono, sull’ultimo movim. di
131, vl e vla, scambiandosi le parti (dux il vl
all’acuto).