Un televisore a valvole

 

 

Questo esemplare è degli anni cinquanta, a testimonianza della sua antichità (non ho detto apposta vecchiaia) vi è il cablaggio completamente in aria, non esiste circuito stampato.

In quel periodo il televisore era un lusso che pochi, pochissimi potevano permettersi. Pensate, che solo una famiglia su dieci ne aveva uno. Oggi, ogni famiglia ne ha minimo tre, cucina, soggiorno e stanza da letto.

Le trasmissioni televisive erano limitate a poche ore del giorno e c’era solo un canale, ovviamente la RAI. Con alcune trasmissioni l’Italia si fermava veramente, tutti correvano nei locali nei bar, in ogni luogo che avesse un televisore per vedere quei programmi che oggi forse farebbero sorridere.

A mio avviso, credo che la televisione abbia fatto una brutta fine, nel senso che ci propongono cose squallide, come i vari reality &co. Un mezzo così speciale usato in modo mediocre è veramente un peccato.

 


 

 

Il televisore è perfettamente funzionante, ogni tanto, per puro sfizio lo accendo, ci mette un po’ affinché compaia qualche immagine… ma è molto emozionante.

Certo la qualità video lascia molto a desiderare, le immagini sono sfocate e sbiadite, considerando, però i suoi oltre cinquanta anni, diciamo che è promosso.

 


 

 

La casa costruttrice è l’italianissima MIVAR, che tuttora sforna televisori. Il modello è T-26.

 


 

 

…e lo schema elettrico? Eccolo! Clicca su per ingrandire

 


 

 

Una curiosità, guardate lo stadio amplificazione audio, bene, ci ricorda proprio un progetto di tnt-audio, ovvero il finale che conosciamo come l’insulto finale.

 

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