Commenti dei lettori


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Mio caro, come vedi, passo per di qua a fare una virtual passeggiata al bivio E di domenica, mi sembra quasi scontato. Specie con questo tempo. I pescatori mi hanno sollazzato alquanto. Crudo ma più che plausibile. La gente è sola, si sente sola, ma non ha palle di intercomunicare con le altre solitudini Fuggono, i pescatori, probabilmente da case di famiglie/mogli uggiose e spaccacazzi E la gente intorno più o meno è come il brusio della radio o della tv che lascia accesa in casa sempinternamente un sacco di gente, per compagnia Per paura della solitudine. Una solitudine che non conoscendo, temono. Né mai apprezzeranno come momento di riflessione, di meditazione. La sostituiranno soltanto con una solitudine ben peggiore che è quella falsa riempita di rumori e persone (oggetti-persone meglio!). insomma, una vita di cartapesta riempita di figuranti di cartapesta
Raya, 3 Ottobre 2004


Boris, sei grandioso!!! Baci Monica


6 ottobre 2004

complimenti ancora per le visite al sito, non male davvero. vorrei farti un suggerimento per ravvivare ulteriormente la vita su sito (visto l'esito del forum). Facciamo un concorso o una serie di concorsi tipo:
mister e miss Bivio
mister e miss primo bagno (vince chi entra per primo in acqua dopo l'inverno)
mister e miss ultimo bagno
mr/ms frequenza balneare
mr/ms bagni di sole
et similia
sono indubitabilmente delle stronzate ma divertenti a cui potremmo far seguire un premiazione simbolica magari organizzando una festa: il Winter Bivio Party, che ne dici?

R: Io preferirei "et similia", non so, mi da una certa idea di fiera tipo ruralia in emilia, mortadelle, parmigiano, prosciutti..., comunque accetto iscrizioni via email. I candidati e canditate si propongano inviando una foto nudi, che verrà esposta sui muri del bivio a partire dal 1 Aprile 2005

18 ottobre 2004

Interessante, l’ammassamento al bivio come luogo della ricerca di un rapporto umano che poi è difficile comunque installare. Resta sempre il fatto che anche nella ricerca di un rapporto umano in qualche modo si frappone sempre una categorizzazione magari aprioristica e di pura ignoranza dell’altro (nel senso che uno viene giudicato al primo colpo d’occhio e rischia di passare per tutto fuorché per quanto egli relmente è).
Diciamo pure che, arrivando da soli al bivio, è abbastanza difficile scegliersi il vicino di asciugamano e, a meno di caratteri davvero aperti e solari quanti ne troveremmo, ad esempio, di anche solo simili al Ns bioviowebmaster*? è abbastanza facile che scatti la molla della chiusura/difesa. Se poi questa perdura, meglio analizzare caso per caso e dar mano a un trattato di psicologia! (Vedi Perle del bivio ndr)
Fatti salvi i casi patologici, però, tenuto conto di varie esperienze, c’è da dire che spesso il restare imbozzolati pur seminudi in se stessi può avere diverse spiegazioni. Banalissima la sindrome dello snob: non so chi sei, non istighi la mia curiosità. Insomma: non mi piaci e non ti considero. Fattore di pelle che può racchiudere dei desiderata che non trovano riscontro nel vicino d’asciugamano che viene così cassato.
Ma la chiusura può anche essere maschera della propria insicurezza. In se stessi, più che paura dell’altro...
E chiudo qua. Per adesso.
* vedi, ti faccio anche sfacciatissimi e sperticatissimi complimenti! Pensa un po’, mio caro solare ecc. Sai qual è il punto? È che non ci siamo mai incontrati al bivio. Se qualche annuccio fa ci fossimo trovati vicini di asciugamano probabilmente non ci saremmo nemmeno accorti della nostra reciproca esistenza ehehehehhhh

Raya la peste, 29 Ottobre 2004

Cerchiamo le nostre radici e sradichiamo gli alberi AH, GLI ALBERI! Sono uno strano affare, gli alberi. Si dice che amiamo gli alberi, che li proteggiamo e ne riconosciamo l’importanza. Ah, umani, umani, cari persistenti virus di questa Terra! A parole siamo tutti devoti di madre natura, ma la realtà è che ormai, anche a fronte di tutto quanto sappiamo continuiamo a stravolgere il nostro habitat, posponendo a tutto quello che si sta facendo unico padrone: il vecchio e tirchio dio danaro. Ricordo delle favole narrate un tempo ai bambini e anche a quelle che, sotto forma un po’ meno favolistica venivano narrate quando non le leggevano direttamente agli adulti E ben si sa come "favola" sia un termine che nasconde sotto la sua scorza delle verità, metaforiche magari, ma comunque tese a lasciar intender un di più delle semplici parole adoperate. Per dirla in soldoni mi viene in mente quella narrazione biblica che parlava di un vitello d’oro e della perdizione di un popolo a causa d’esso. Sarà che G.B.Vico non era poi tanto sciocco, col suo insistere su una certa ciclicità della storia umana ma l’adorazione del vitello d’oro mi sembra tornata di moda!
Raya, sguinzagliando pensieri distesa sotto un albero ancora radicato. 2 Novembre 2004


Sabato 6 novembre, ho fatto un giretto e sono capitata al bivio. Nonostante la bella giornata ci ho trovato solamente due frequentatori abituali, di cui una dotata di cane. Ne ho approfittato per socializzare e prendermi un po' di sole. Ma ecco l'occasione fare osservazioni sul campo: ecco arrivare ben tre pescatori, mostrandosi l'un l'altro con malcelata fierezza canne spaziali e vermi spaventosi (25 cm circa. Ma che bestia è?). Miracolo! uno dei tre, pescatore finalmente pescante, cattura un ghiozzo di 10 cm e mezzo (meno della metà della sua esca), lo esibisce orgoglioso agli altri due, lo slama e lo mette via. Ed eccolo che, all'atto di rilanciare la lenza in acqua dopo aver recuperato la magra preda, bestemmia mamma, papà ed eventuali sorelle e fratelli, aggiungendo con voce roca un "te podessi negarte, toco de mona" a un povero bagnante il quale, in quel preciso momento, sta entrando in acqua. Come da copione, il figuro non rinuncia per questo al lancio contestuale di un altro amo col rischio, già altrove descritto, di pescare l'umano. Certo che il bagnante era ben messo e avrebbe costituito una cena migliore del ghiozzo, se questo fosse stato lo scopo della pantomima. Del che dubito. Sarà banale, ma l'ostentazione delle canne e dei vermi mi ricorda certi meccanismi di compensazione a suo tempo descritti da Freud (*), più che la ricerca di proteine e omega-3 aggiuntivi o la fuga da mogli o fidanzate troppo invadenti. Secondo me, non è che le mogli dei pescatori bivieschi siano tutte delle rompiballe. Forse sono stufe marcie di averli tra i piedi, visto quanto bestemmiano, si esibiscono e stressano e così, per stare in pace, li mandano a pescare a calci in culo....
(* ovvero estensioni del proprio pene come molti considerano moto e macchina n.d.Ciro)

Cinzia, 7 Novembre 2004


Buona sera, in breve: appoggio la mozione di Boris; esistono "buone vibrazioni" al bivio. Esiste relax (ci ho dormito varie volte) e spesso è un luogo abbsatanza friendly, ho interagito con persone sorridenti e ho trovato amici che frequento tuttora in ambito non balneare. Concordo comunque con te che la supponenza e la maleducazione sono abbondanti in questo angolo Nord-orientale d'Italia, ma il bivio -da questo lato- mi sembra davvero migliore di parecchi altri "punti d'aggregazione"...son sicura di non essere la sola a pensarla così..dai in molti ci andiamo perché ci troviamo bene e basta.
Francesca, 22 Novembre 2004


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