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Numero 2- Domenica 2 Febbraio 2003

Rivalutare le passioni e la creatività

 Molti pensatori, attraverso le loro elaborazioni teoriche, hanno voluto evidenziare il dualismo oppositivo che intercorre fra la sfera intellettuale e la sfera sentimentale, attribuendo un valore prioritario solo ed esclusivamente al Logos, considerato acerrimo nemico del Pathos. Detto altrimenti, a partire dal pensiero di Platone, ha cominciato a consolidarsi l’idea secondo la quale, per poter pervenire alla Verità, occorreva affidarsi solamente al mondo astratto del puro Pensiero, e distaccarsi dal mondo sensibile, dominato dalle Passioni.
Secondo il pensiero classico, quindi, solo il distacco dalla sfera delle Passioni avrebbe garantito al filosofo di contemplare la Verità. Questo dualismo, instaurato dalla tradizione filosofica classica, è perdurato nel tempo e, ancora oggi, continua ad influire sul modo di pensare della gente. In molti, infatti, ritengono che sia prioritario il lavoro intellettuale, ed ignorano tutto ciò che concerne la sfera degli affetti e della creatività. 

Un'opera del pittore Guido Galderisi- CLICCA PER INGRANDIRE

Paolo Crepet- CLICCA PER INGRANDIRE

Un esempio? Provate a chiedere a qualsiasi insegnante quale sia la sua funzione all’interno dell’istituzione educativa. Penso che vi risponderà dicendovi che il suo ruolo è quello di trasmettere i contenuti disciplinari nella Mente dei discendi. Risposta che in molti condivideranno perché, al giorno d’oggi, farsi uomo equivale a dispiegare la ragione, porre al centro il lavoro intellettuale, accumulare contenuti cognitivi; nella categoria della Formazione non sembra che trovino posto le Passioni e la Creatività, e gli alunni (così come i giovani in generale) vengono considerati solo come dei vasi da riempire di nozioni e norme comportamentali alle quali devono attenersi. La loro funzione è soltanto quella di adattarsi al mondo.

A mio parere è giunta l’ora di abbandonare la categoria del puro Razionalismo, ed urge il bisogno di rivalutare la sfera del Pathos, ricordando che Formarsi equivale anche ad accrescere le proprie qualità umane e le propria creatività. Essere i primi della classe non equivale solamente ad essere degli abili ragionatori o a conoscere per filo e per segno tutti i contenuti di una disciplina, ma significa anche essere delle persone sensibili e ricche di fantasia. Formare il soggetto significa anche risvegliarlo nelle sue potenzialità, intellettuali, emotive e creative. Concludo riportando un pensiero di Paolo Crepet, in linea con quanto detto a proposito del declin o delle Passioni nel mondo contemporaneo:

<Spero che in un futuro non molto lontano potrà capitare che quando un signore incontra un altro per la prima volta non dirà più "Piacere, ingegner Rossi", offrendo di sé oltretutto un’informazione inutile, bensì "Piacere signor Rossi, attualmente molto innamorato". Liberando quella componente della propria identità, quella sentimentale ed emotiva da sempre sottovalutata>.

Andrea Sgammeglia

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