IL SUPINO
Il supino è un sostantivo verbale che non
si declina né si coniuga. Ha soltanto due forme: una in um che ha significato
attivo, l’altra in u di significato
passivo, rispettivamente accusativo e ablativo di un nome di quarta declinazione.
In epoca classica era molto poco usato e non ha avuto alcun esito in italiano.
Pare che i grammatici antichi lo abbiano chiamato così, supino, con riferimento
alla sua assoluta indifferenza al tempo e alla coniugazione, come chi se ne sta
disteso supino senza importarsi di
niente. Dal suo tema si formano il participio futuro e il participio passato.
Il
supino attivo in um, con valore di
accusativo di direzione, che si trova solo in dipendenza da verbi di movimento
come eo, venio, mitto, ecc., può
reggere sia un complemento oggetto diretto (perciò è chiamato attivo), sia, una
proposizione subordinata finale. Si rende in italiano, come si fa con le finali
implicite, con a o per e l’infinito.
Eo domum cubitum = Vado a casa a dormire. Biturīges legatos mittunt subsidium rogatum = I Biturigi mandano inviati per chiedere aiuto. Metellus legatos ad Bocchum misit postulatum ne sine causa hostis populo Romano fieret = Metello mandò ambasciatori a Bocco per chiedergli di non diventare senza motivo nemico del popolo romano.
Il supino passivo in u, che hanno quindi solamente i verbi transitivi di forma passiva e i deponenti (con valore passivo anche per questi ultimi), ha il valore di complemento di limitazione e si trova solo in dipendenza di alcuni aggettivi come facilis, difficilis, credibilis, incredibilis, utilis, arduus, asper, pulcher, optimus, dulcis, turpis, suavis, ecc. Siccome ha significato passivo non regge nessun caso.
Facile dictu = Facile a dirsi. Mirabile visu = Mirabile a vedersi. O rem (accusativo esclamativo) non modo visu foedam, sed etiam auditu!. = O cosa turpe non solo da vedere ma anche da sentire.
Si trova anche il supino passivo dopo gli aggettivi dignus e indignus e le locuzioni fas est = è lecito, nefas est = non è lecito.
Nihil dignum memoratu actum est = Non è stato fatto niente degno di essere raccontato. Videtis nefas esse dictu miseram fuisse talem senectutem = Voi vedete che non è possibile dire che una tale vecchiaia sia stata infelice.
I supini passivi più comuni in epoca classica sono: auditu = a udirsi, cognitu = a conoscersi, dictu = a dirsi, factu = a farsi, existimatu = a stimarsi, inventu = a trovarsi, memoratu = a raccontarsi, visu = a vedersi.