LE PROPOSIZIONI CONSECUTIVE
Le consecutive sono proposizioni
subordinate che esprimono la conseguenza, l’effetto di quanto si afferma nella
reggente.
In italiano possono avere forma esplicita
ed implicita e sono introdotte dalla congiunzione che nella forma esplicita e dalla preposizione da o anche per nella
forma implicita. Sia la congiunzione che le preposizioni sono, in genere, precedute nella reggente dagli avverbi così, tanto, talmente o dagli aggettivi tale, siffatto, simile, ecc. Hanno, nella forma esplicita, il verbo all’indicativo
se esprimono una realtà, il congiuntivo e il condizionale se la conseguenza è
presentata come solo possibile. Nella forma implicita hanno l’infinito. Era così alto che toccava con la testa il
soffitto del pullman. Gli prestò del
danaro cosicché potesse partire. Era così avido di denaro che l’avrebbe rubato
a chiunque. Era così generoso da regalare sempre tutto quello che aveva. Siamo
troppo stanchi per uscire di nuovo. Il testo era troppo difficile per poter essere
tradotto senza errori. Come si vede dagli ultimi esempi, ci deve essere
identità di soggetto tra reggente e dipendente consecutiva perché si possa
usare la forma implicita.
In latino le consecutive si costruiscono
sempre e soltanto con il modo congiuntivo, del quale usano solo il presente, il
perfetto e l’imperfetto. Se sono positive sono introdotte dalla congiunzione ut, se sono negative da ut non. Anche in latino nella reggente,
come in italiano, troviamo come antecedenti correlativi con ut gli avverbi sic, ita, tam, adeo,
o gli aggettivi tantus, talis, tot, tam
multi.
Diversamente dalla finale e dal cum e congiuntivo, i tempi del verbo
nella consecutiva non si regolano su quelli della reggente, perché la
consecutiva ha un valore assoluto, i suoi tempi, cioè, non esprimono un
rapporto di contemporaneità, anteriorità, posteriorità rispetto a quelli della
reggente, ma sono sciolti da quelli. Per tradurre in italiano una consecutiva
latina si mantiene inalterato il tempo e si cambia il modo; si può anche, se
c’è identità di soggetto, usare in italiano l’infinito retto da da.
Per esprimere una conseguenza nel passato si usa l’imperfetto quando si vuole mettere in risalto la durata dell’azione in rapporto di contemporaneità con la reggente; il perfetto, invece, indica un’azione che si è svolta in un tempo limitato nel passato, momentanea, senza relazione di contemporaneità con la reggente.
Esempi:
Miles
est tam fortis ut omes vincat. = Il soldato è tanto forte che vince
tutti.
Veritas
est tam pulchra ut omnes semper eam amaverint. = La verità è tanto bella che
tutti sempre l’hanno amata.
Hannibal
fuit tam strenuus et audax ut omnes reum scriptores eum admirent. = Annibale fu così valoroso e coraggioso che
tutti gli storici lo ammirano.
Milites
ita fortiter pugnaverunt ut hostem vicerint. = I soldati combatterono così valorosamente che vinsero il nemico;
o anche: da vincere il nemico.
Tantus
timor omnem exercitum occupavit, ut omnium mentes animique perturbarentur. = Un così
grande timore aveva invaso tutto l’esercito che le menti e i cuori di tutti
erano turbati.