IL GERUNDIO E IL GERUNDIVO
IL GERUNDIO
Il
gerundio in italiano è una forma
indefinita e invariabile del verbo senza determinazione di numero e di persona.
Può essere attivo e passivo ed ha due tempi, presente e passato: amando, avendo
amato; essendo amato, essendo stato amato.
Esso è
“il modo che presenta il fatto indicato dal verbo mettendolo in rapporto con il
verificarsi di un altro fatto espresso dal verbo della proposizione da cui dipende. Si usa in proposizioni
dipendenti implicite e può esprimere:
1. Il modo in cui ci
si comporta facendo l’azione: il bambino
entrò piangendo.
2. Il mezzo o lo strumento con cui si compie
l’azione: allenandosi ci si mantiene in
forma.
3. La circostanza
temporale in cui avviene l’azione: guardando un film non riesco a star sempre
seduto.
4. La causa che
determina l’azione: mangiando senza
controllo, sono ingrassato molto.
5. Il fatto
nonostante il quale non si verifica quanto espresso dal verbo della reggente: pur avendo studiato bene non ho fatto una
bella interrogazione.
6. La condizione
necessaria perché si verifichi quanto espresso dalla reggente: studiando con impegno colmerai tutte le tue
lacune.
Il suo nome viene dal latino gerendi modus = modo di comportarsi,
perché è il modo che indica l’azione da compiere o che si compie in rapporto ad
un’altra azione”.
Il gerundio assume la persona e il numero
del soggetto della proposizione da cui dipende per cui se lo si vuole usare in
forma assoluta bisogna necessariamente esprimere il suo soggetto. Una frase
come la seguente: Avendo un po’ di
febbre, il padre proibì a Giorgio di uscire, significa che il padre ha
proibito a Giorgio di uscire perché lui, il padre, ha un po’ di febbre. Se
invece noi vogliamo che la frase significhi che il padre non fa uscire Giorgio
perché lui, Giorgio, ha la febbre, dobbiamo dire: Avendo Giorgio un po’ di febbre, il padre gli proibì di uscire.
Il gerundio presente esprime la concomitanza, la simultaneità, la contemporaneità di due azioni a tutti i livelli temporali:
Cammina correndo (contemporaneità nel
presente).
Camminava correndo (contemporaneità nel
passato).
Camminerà correndo (contemporaneità nel
futuro).
Il
gerundio passato esprime un’azione
anteriore a quella della proposizione reggente già avvenuta nel passato, che
avviene nel presente o che avverrà nel futuro:
Avendo rotto il vaso, dovetti pagare il
danno (anteriorità rispetto a un tempo
passato).
Avendo rotto il vaso, devo pagare il
danno (anteriorità rispetto a un tempo
presente).
Avendo rotto il vaso, dovrò pagare il
danno (anteriorità rispetto a un tempo
futuro).
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Per un esame più completo e approfondito
del gerundio, si possono leggere le pagg. 268 e succ. di: M. Sensini, Le parole e il testo, grammatica italiana,
A. Mondadori editore.
In
latino il gerundio non corrisponde al gerundio italiano, ma è la
declinazione dell’infinito quando
questo è usato come sostantivo. Leggere fa sognare. Aveva innata la
passione del leggere. Sacrificava tutto al leggere. Amava leggere ovunque. Col
leggere sempre e ovunque s’era fatta una discreta cultura. Abbiamo espresso,
mediante l’uso di preposizioni diverse, vari complementi dell’infinito leggere usato sostantivatamente (il
soggetto e il complemento oggetto sono complementi diretti, perciò sono senza
preposizione). In latino questa declinazione si fa mediante il gerundio. Esso
si forma dal tema del presente a cui si aggiunge il suffisso nd e si declina come un sostantivo
neutro di 2ª declinazione. Ce l’hanno tutti i verbi di forma attiva e i
deponenti.
|
1ª CONIUG. |
2ª CONIUG. |
3ª CONIUG. |
Verbi in io di 3ª C. |
4ª CONIUG. |
N |
amare |
monēre |
dicĕre |
capĕre |
audīre |
G |
amandi |
monendi |
dicendi |
capiendi |
audiendi |
D |
amando |
monendo |
dicendo |
capiendo |
audiendo |
Ac |
amare ad amandum |
monēre ad monendum |
dicĕre ad dicendum |
capĕre ad capiendum |
audīre ad audiendum |
Ab |
amando |
monendo |
dicendo |
capiendo |
audiendo |
Amare
pulchrum est. Nominativo. Amare (l’amore) è bello.
Cupiditas
discendi. Genitivo. Il desiderio di imparare.
Miles
erat idoneus pugnando. Dativo. Il
soldato era adatto a combattere.
Cupio
legere. Accusativo.
Desidero leggere
Agricolae erant parati ad pugnandum. Accusatvo con ad. I contadini erano pronti a
combattere (l’accusativo con ad esprime un complemento di fine o una
proposizione finale).
Legendo multa discimus. Ablativo. Col leggere impariamo molte
cose.
Platonis
magnitudo non deterruit Aristotelem a
scribendo. Ablativo con preposizione. La grandezza di Platone non dissuase Aristotele dallo scrivere.
Dei casi del gerundio solo il genitivo e
l’ablativo senza preposizione possono reggere il complemento oggetto; gli altri
devono essere trasformati nei corrispondenti casi del gerundivo.
Si può dire: Cupiditas liberandi
patriam = Desiderio di liberare la patria. Legendo carmina
poetarum multa discimus = Col
leggere le opere dei poeti impariamo
molte cose. Ma non si può dire: Puer operam dat legendo
libros. In villa sunt boves idonei ad arandum agros. Vir
fuit strenuus in defendendo patriam. In questi casi bisogna trasformare il gerundio in
gerundivo.
È un aggettivo verbale che indica che una
azione deve essere compiuta. Esso, come il gerundio, si forma dal tema del
presente con l’aggiunta del suffisso nd e le uscite degli aggettivi di prima
classe come i quali si declina:
1ª CONIUG. |
2ª CONIUG. |
3ª CONIUG. |
Verbi in io di 3ª C. |
4ª CONIUG. |
Amandus –a –um |
Monendus –a –um |
Dicendus –a –um |
Capiendus –a –um |
Audiendus –a –um |
Ha valore passivo per cui ce l’hanno solo i verbi transitivi,
sia attivi che deponenti. Gli
intransitivi si usano solo al neutro singolare in unione con le terze persone
singolari del verbo sum in modo da
formare forme impersonali come currendum
est = si deve correre, eundum erit = bisognerà andare. In italiano il gerundivo non è sopravvissuto. Ne restano
testimonianze in alcuni aggettivi: esaminando = che deve essere esaminato,
reverendo = che deve essere riverito, che hanno conservato nel significato
l’idea di necessità propria di questo modo. In unione col verbo sum il gerundivo forma la cosiddetta
coniugazione perifrastica passiva.
Come si diceva sopra, quando il gerundio
regge un complemento oggetto, si preferisce la costruzione del gerundivo se il
gerundio è in caso genitivo o ablativo senza preposizione, è obbligatoria la
costruzione del gerundivo se il gerundio è in caso dativo, accusativo con ad, ablativo con preposizione.
Si passa dalla costruzione del gerundio a quella del gerundivo in questo modo:
1. Si trasforma il
gerundio in gerundivo.
2. Si mette il
sostantivo complemento oggetto del gerundio nel caso del gerundio.
3. Infine si fa
concordare il gerundivo, che è aggettivo, nel genere, numero e caso del
sostantivo.
Esempi: Paolo è desideroso di leggere
poesie = Paulus est cupidus legendi
carmina (gerundio). Paulus est cupidus legendorum carminum –traduzione letterale: delle poesie da
leggere– (gerundivo. Tutt’e due le costruzioni erano ammesse).
Tiberio Gracco fu nominato triumviro per dividere
i campi. = T. Gracchus creatus est triumvir dividendo agros (gerundio:
questa costruzione, però, non era ammessa).
T. Gracchus creatus est triumvir dividendis agris (gerundivo).
L. Druso fu uomo prudentissimo nel
fondare le colonie = L. Drusus fuit vir prudentissimus in condendo colonias (gerundio:
questa costruzione, però, non era ammessa).
L. Drusus fuit vir prudentissimus in condendis coloniis (gerundivo).
Il comandante mandò un esercito a
sottomettere la città = Dux misit exercitum ad subigendum urbem (gerundio: questa costruzione, però, non era ammessa).
Dux misit exercitum ad subigendam urbem (gerundivo).
Col leggere le opere dei poeti impariamo
molte cose = Legendo libros poetarum multa discimus (gerundio). Legendis libris poetarum multa
discimus (gerundivo. Tutt’e due le costruzioni erano ammesse).
Il
genitivo del gerundio o del gerundivo è retto da un sostantivo o da un
aggettivo: ars amandi = l’arte di amare; difficultas vivendi = la
difficoltà di vivere; studiosus venandi = desideroso di cacciare; cupidus
discendi = avido di imparare.
È retto anche da causā o gratiā
(meno frequentemente), quando si vuole indicare lo scopo di un’azione: Cani
facti sunt causā venandi et custodiendi = I cani sono fatti per
cacciare e per far la guardia.
Il
dativo è retto o da un aggettivo, o da un sostantivo o da un verbo. Gli
aggettivi sono quelli che indicano attitudine, opportunità, ecc., come accomodatus,
opportunus, utilis, inutilis, par, impar, ecc.: Miles aptus pugnando
= Soldato adatto a combattere. Tempus
immaturum rebus gerendis = Tempo immaturo per operare.
I sostantivi sono nomi di magistrati
(specialmente quelli composti con vir): Decemviri legibus sribendis
= decemviri incaricati di scrivere le leggi. Dictator rei publicae
reficiendae = Dittatore avente l’incarico di riformare lo stato.
I verbi sono quelli che
significano: assistere, essere a capo,
mettere a capo, attendere a, stabilire, scegliere, ecc.: adsum,
praesum, praeficio, studeo, operam do, diem dico, statuo, locum elĭgo.
Praefecisti M. Catonem bello gerendo
= Preponesti Catone alla condotta della
guerra. Cato senex operam dedit historiis scribendis = Catone da vecchio
attese a scrivere storie.
Gli aggettivi sono quegli stessi che
indicano opportunità, attitudine, ecc. e che reggono il dativo: Non solum ad
discendum propensi sumus, sed etiam ad docendum = Siamo portati non solo ad
imparare, ma anche ad insegnare. Tempus anni iam maturum erat ad navigandum
= La stagione era ormai propizia alla navigazione.
L’accusativo con ad
retto da verbi ha valore finale: Legati venerunt ad pacem petendam =
Ambasciatori vennero per chiedere la pace.
Servus ad occidendum C.
Marium missus est = Fu mandato uno schiavo ad uccidere Caio
Mario.
L’ablativo
del gerundio e del gerundivo può essere semplice o retto da
preposizione. L’ablativo semplice ha valore strumentale: Fortiter pugnando
Aemilius Paulus vicit regem Perseum = Combattendo valorosamente E. Paolo
vinse il re Perseo. Iuvenes currendo, equitando, corpora corroborant = I
giovani correndo, andando a cavallo temprano i corpi . Quello retto da
preposizioni (de, ex, ab, in) assume il significato indicato dalle
preposizioni stesse: In dicendo publice et in legendo maxima laetitia
afficior = Nel parlare in pubblico e nel leggere provo grandissimo piacere.
Cicero scripsit librum de contemnenda morte = Cicerone scrisse un libro
intorno alla morte da disprezzare = sul disprezzo della morte.
Frequente è in latino, con i verbi che
significano consegnare, affidare, lasciare, dare, assegnare, do, trado,
propono, relinquo, concedo, suscipio, accipio, mitto, committo, concedo,
attribuo, sumo, accipio, ecc. l’uso del gerundivo che ha la funzione
di compimento del predicato ed indica lo scopo, la destinazione di esso.
Concorda con l’oggetto di detti verbi e si rende in italiano con l’infinito
preceduto da a o da: Tradere magistro discipulum erudiendum = Affidare al
maestro lo scolaro da istruire. Imperator concessit militibus urbem
diripiendam = Il generale concesse ai soldati la città da saccheggiare. Singula latera castrorum singulis legionibus
attribuit munienda = Assegnò a ciascuna legione un lato del campo da
fortificare.