GIORDANO BRUNO E LA FILOSOFIA DEL SUO TEMPO
Giordano Bruno rappresenta la personalità filosofica più
importante e moderna del Rinascimento. La sua filosofia, infatti, molto più
di quella di un Ficino o di un Campanella, più moderna per impostazione di
pensiero persino di Telesio, prelude chiaramente alla Rivoluzione scientifica,
che va dal 1543 al 1687, durante la quale egli, nato nel 1548, si trova a vivere
pur conservando una mentalità più filosofica che scientifica. Nonostante
questo non pare né azzardato né eccessivo affermare che è del Bruno la prima
concezione d'Infinito moderna, che influenzerà, tanto su base scientifica che
religiosa, i pensatori dei decenni seguenti.
Tra questi non vanno certo dimenticati i grandi fisici
dell'epoca quali Keplero, che riconosce quest'in fluenza bruniana nel suo
pensiero ed anche Galileo Galilei benché quest'ultimo non l'ammetta
pubblicamente. Il pensiero bruniano, pur nella sua sorprendente novità, nasce
sulla base di visioni magico-filosofico-scientifiche che caratterizzano il
pensiero rinascimentale, non solo quello italiano ma anche quello europeo. Ben
doveva conoscere il Bruno i moti platonico-cabalistici ermetici, occultistici e
lulliani che si dibattevano in quel periodo nei circoli francesi.
Temi questi che erano il riflesso del pensiero fiorentino sviluppatosi circa un secolo prima in Italia ma che si colorivano di elementi scientifici e religiosi condotti avanti con una scioltezza degna di nota quale non si ritrovava più nella cultura dell'Italia post-tridentina, e in tale atmosfera il Bruno concepì le sue tesi anrti-aristoteliche. Aristotele per il nolano, infatti, il filosofo schiacciato dal peso di un cielo che non può o non vuole vedere, era il primo responsabile di una confusione tra tematiche fisiche e metafisiche che aveva caratterizzato il pensiero medievale, confusione che era stata aggravata dai peripatetici, odiati per la loro pedanteria e per la loro cocciutaggine dal Bruno,che avevano pedissequamente ripetuto la teoria del loro maestro causando, oltretutto, il totale immobilismo della scienza. Contro questo stato di cose si scaglierà Galilei nel tentativo di creare una coscienza scientifica che praticamente non era mai esistita. Prima di lui già il Bruno aveva ribadito la necessità di una scienza libera e autonoma, svincolata da qualsiasi dogma religioso e da ogni teoria filosofica.