GAFFE ED ERETICI

Chi ha paura di Giordano Bruno?

Assessori.  Intellettuali.  Artisti.  Tutti insieme per una grande festa in piazza a Roma.  A 400 anni dal rogo. Poi... Colpo di scena

 di Alessandra Mammì

IDEA, A ONOR DEL VERO, DA BUON progressista l'aveva avuta l’Assessore alle politiche culturali di Roma, Gianni Borgna.  Tra tante celebrazioni giubilari, forse almemo un omaggio al pensiero laico non ci starebbe male, s'era detto.  E in nome di un’universale par condicio, aveva pensato a una bella manifestazione in onore di Giordano Bruno, bruciato sul rogo come eretico esattamente 400 anni fa.  Chi mai avrebbe potuto più offendersi per le tesi del  filosofo? Che l'universo sia infinito lo sappiamo tutti, che Coernico avesse ragione pure, il calvinismo ora che siamo in Europa non spaventa più nessuno e persino il papa ha cominciato a dire che Inferno non esiste. Dunque: un evento in piazza.  Anzi, in quella stessa piazza, Campo de'Fiori, dove il martire del libero pensiero, il ricercatore furioso e eroico delle verità, uomo che contrastò con la sua rabbia e la sua razionalità l'oscurantísmo della Chiesa fu arso vivo perché non volle rinnegare, a differenza di Galileo, ciò che presto sarebbe diventato evidente.
Pagina 137 de "L'Espresso" - 3 febbraio 2000.E allora Borgna chiama per studiare un progetto il poeta Nanni Balestrinì che nel '59 aveva scritto ispirato al pensiero del filosofo un bellissimo testo per un'opera del compositore Hans Werner Henze.  Balestríni chiama un artista di fama internazionale: Jannis Kounellis. E Kounellis, il musicista Luigi Cinque. Viene coinvolto anche il Teatro di Roma e tutti al lavoro. Risultato: un evento artistico-teatral-musicale per la sera del 17 febbraio, data in cui 400 anni fa morì Giordano Bruno.  L'installazione di Kounellis era una sorta di altare, una struttura in ferro piena di libri (vedi foto).  Un attore ne avrebbe preso uno ad uno immergendolo in acqua bollente, mentre nella piazza diffusi elettronicamente dovevano aleggiare suoni, mescolati a testi recitati dalle opere di Bruno e ai  vapori dei suoi libri.
L'idea all'inizio piace.  Poi i primi problemi.  Troppo caro, per esempio.  E gli autori cercano di ridurre il budget alle sole spese vive dell’allestimento (d’altra parte Kounellis non aveva chiesto nessun compenso fin dall'inizio).  Troppo caro lo stesso.  Per quanti sforzi si facciano, Borgna lascia capire che non si possono superare i 40 milioni.  Si ricomincia a contare.  Ma arriva un secondo drammatico impedimento.  Nella piazza c'è il mercato e montare e smontare la struttura avrebbe per ben due giorni bloccato quattro bancarelle (di numero).  Va bene, dicono gli organizzatori, ma il mercato è stato a lungo spostato per la ristrutturazione della piazza, non si può aspettare il 18 febbraio per farlo tomare? 0 ancora: non si possono indennizzare i fruttivendoli per due giornate perse? Impossibile: la Prima Circoscrízione su questo punto dimostra un vigore teutonico.  A Kounellis sorge il sospetto che il problema sia un altro.  Afferma furioso: «Questa è un'infiammante storia di non cultura.  Giordano Bruno dà ancora fastidio».  E data onmai per morta la manifestazione parte per Düsseldorf dove insegna all'Accademia.
Rimane Balesftini che disperatamente cerca ancora dì salvare qualcosa.  Ma tra una riunione e l’altra, un ufficio e l'altro, si deprime: «Non riesco neanche ad arrabbiarmi», dice: «qui non c'è neanche l'ostilità contro cui lottare.  C'è solo indifferenza, il che è peggio».  Ma da Düsseldorf Kounellis rilancia: «E che differenza c'è?  L'indifferenza è da sempre una maschera della censura».  Intanto il sindaco Francesco Rutelli fa sapere a Balestrini di non preoccuparsi troppo: una corona di  fiori a Giordano Bruno il 17 febbraio magari la porta lui stesso.

 (articolo di Alessandra Mammì tratto da L'ESPRESSO del 3 febbraio  2000, pagina 137).

 

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