GAFFE
ED ERETICI
Chi
ha paura di Giordano Bruno?
Assessori.
Intellettuali. Artisti. Tutti
insieme per una grande festa in piazza a Roma.
A 400 anni dal rogo. Poi...
Colpo di scena
di
Alessandra Mammì
- IDEA, A ONOR DEL VERO, DA BUON progressista l'aveva avuta l’Assessore alle
politiche culturali di Roma, Gianni Borgna.
Tra tante celebrazioni giubilari, forse almemo un omaggio al pensiero
laico non ci starebbe male, s'era detto.
E in nome di un’universale par condicio, aveva pensato
a una bella manifestazione in onore di Giordano Bruno, bruciato sul rogo
come eretico esattamente 400 anni fa. Chi
mai avrebbe potuto più offendersi per le tesi del
filosofo? Che l'universo sia infinito
lo sappiamo tutti, che Coernico avesse ragione pure, il calvinismo ora che
siamo in Europa non spaventa più nessuno e persino il papa ha cominciato a
dire che Inferno non esiste. Dunque: un evento in piazza.
Anzi, in quella stessa piazza, Campo de'Fiori, dove il martire del
libero pensiero, il ricercatore furioso e eroico delle verità, uomo che
contrastò con la sua rabbia e la sua razionalità l'oscurantísmo della
Chiesa fu arso vivo perché non volle rinnegare, a differenza di Galileo, ciò
che presto sarebbe diventato evidente.
- E
allora Borgna chiama per studiare un progetto il poeta Nanni Balestrinì che
nel '59 aveva scritto ispirato al pensiero del filosofo un bellissimo testo
per un'opera del compositore Hans Werner Henze.
Balestríni chiama un artista di fama internazionale: Jannis
Kounellis. E Kounellis, il musicista Luigi Cinque. Viene coinvolto anche il
Teatro di Roma e tutti al lavoro. Risultato: un evento
artistico-teatral-musicale per la sera del 17 febbraio, data in cui 400 anni
fa morì Giordano Bruno. L'installazione
di Kounellis era una sorta di altare, una struttura in ferro piena di libri
(vedi foto). Un attore ne
avrebbe preso uno ad uno immergendolo in acqua bollente, mentre nella piazza
diffusi elettronicamente dovevano aleggiare suoni, mescolati a testi
recitati dalle opere di Bruno e ai vapori
dei suoi libri.
- L'idea all'inizio
piace. Poi i primi problemi.
Troppo caro, per esempio. E
gli autori cercano di ridurre il budget alle sole spese vive
dell’allestimento (d’altra parte Kounellis non aveva chiesto nessun
compenso fin dall'inizio). Troppo
caro lo stesso. Per quanti
sforzi si facciano, Borgna lascia capire che non si possono superare i 40
milioni. Si ricomincia a contare.
Ma arriva un secondo drammatico impedimento. Nella piazza c'è il mercato e montare e smontare la
struttura avrebbe per ben due giorni bloccato quattro bancarelle (di
numero). Va bene, dicono gli
organizzatori, ma il mercato è stato a lungo spostato per la
ristrutturazione della piazza, non si può aspettare il 18 febbraio per
farlo tomare? 0 ancora: non si possono indennizzare i fruttivendoli per due
giornate perse? Impossibile: la Prima Circoscrízione su questo punto
dimostra un vigore teutonico. A
Kounellis sorge il sospetto che il problema sia un altro.
Afferma furioso: «Questa è un'infiammante storia di non cultura. Giordano Bruno dà ancora fastidio». E data onmai per morta la manifestazione parte per Düsseldorf
dove insegna all'Accademia.
- Rimane
Balesftini che disperatamente cerca ancora dì salvare qualcosa. Ma tra una riunione e l’altra, un ufficio e l'altro, si
deprime: «Non riesco neanche ad arrabbiarmi», dice: «qui non c'è neanche
l'ostilità contro cui lottare. C'è
solo indifferenza, il che è peggio».
Ma da Düsseldorf Kounellis rilancia: «E che differenza c'è?
L'indifferenza è da sempre una maschera della censura». Intanto
il sindaco Francesco Rutelli fa sapere a Balestrini di non preoccuparsi
troppo: una corona di fiori a
Giordano Bruno il 17 febbraio magari la porta lui stesso.
(articolo
di Alessandra Mammì tratto da L'ESPRESSO
del
3 febbraio
2000, pagina 137).
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