Il crollo di Manhattan

 

Il crollo improvviso, tragico e violento

delle Torri gemelle di Manhattan

non può, né dovrà mai stravolgere

l’immagine obiettiva degli USA,

che da potenza classica del capitalismo

si sono sempre più inoltrati nell’imperialismo,

operando una “metamorfosi epocale” del potere,

fino a voler essere “gendarme del mondo”,

avamposto di ordine e difesa militare,

garante della “democrazia mondiale”,

in un miscuglio di forze economiche

eterogenee, globaliste e totalitarie.

 

La rapida colonizzazione del mercato

politico mondiale, la “globalizzazione”

delle risorse materiali della Terra

e la rivoluzione telematica hanno creato

un asservimento dei mezzi d’informazione

e dei governi politici più inerti

alla potenza dei paesi più ricchi

e prosperi del nostro pianeta.

Il “mito americano” è stato un “Leviatano”.

Le ingiustizie si sono dilatate

su scala planetaria, diffondendo fame,

povertà, distruzione e morte dell’umanità.

 

La rivolta dei paesi più poveri del mondo

è stata quasi sempre soffocata nel sangue

o nell’indebitamento e nella schiavitù.

Il terrorismo è stato alimentato ovunque,

talvolta in maniera assai violenta,

per combattere i governi antagonistici

al capitalismo americano, talvolta

in maniera ambigua e demagogica,

creando tensioni e guerre tra popoli diversi.

Il terrorismo ormai si è globalizzato:

è un focolaio di terrore e morte sulla Terra!

È questo il dramma tragico del Terzo Millennio.

 

Nola, 12 settembre 2001 - ore 2:05

 

Luigi Simonetti