Campo dei Fiori
Quattrocento anni
sono ormai trascorsi
dal
giorno in cui le fiamme conferirono
il
timbro incorruttibile dell’eternità
all’
universo cosmico bruniano .
Memoria,
intesa come testimonianza
viva,
sempre attuale, in termini morali,
e
non astratta “ commemorazione ” ,
vuol
essere la mia meditazione .
La
sensibilità cosmica accomuna ,
Giordano
Bruno e Giacomo Leopardi
in
un tempo senza tempo e senza età ,
ove
s’incontrano poesia e filosofia, “comunità
del sentimento” e “logica immanente”
alla
difficile armonia dell’universo .
Il rogo di
“Campo dei Fiori”, come evento ,
è
dolorosamente al di sopra
e
al di là di ogni vocabolario .
La
mia penna esprime un sentimento
di
forte commozione e di tormento ,
in
un canto libero, che non ha parole :
la
mia voce è come un “urlo” di “silenzio” .
Mancano
le parole, perché non so
affiancare
ad esse nulla che le spieghi .
La
mia protesta contro le ingiustizie
trova
nel Bruno il suo cominciamento ,
un
sogno senza fine : eternamente. Nola, 17 febbraio 2000
Luigi Simonetti
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