Bruno
e Leopardi Bruno
e Leopardi tracciano un percorso che
non si perde mai nella retorica o
nell’astratta pedagogia di forme metafisiche,
ascetiche ed astratte , perché
pongono la creatività, la <<poiesis>> a
<<fondamento>> del <<libero pensiero>> Entrambi
s’ impegnano a demistificare le vuote metafisiche
teologiche e
tutti gli ornamenti estetizzanti e
i pensieri vagamente consolatori di
derivazione antropocentrica o geocentrica sperimentando
una filosofia dell’<<esperienza>> . La
loro scrittura è un << luogo aperto >> alle
vicissitudini dell’ universo , sullo
schermo dialettico della <<temporalità>> in
un labirinto infinito d’ impressioni e
di immagini, in un profondo balenio di
luci e di ombre, di riverberi e di aurore . Bruno
e Leopardi hanno coscienza dei
limiti dell’esistenza umana e
sanno interrogare la vita e la morte perché
avvertono che <<niuna cosa maggiormente dimostra
la potenza dell’intelletto umano che il poter l’uomo
comprendere e sentire la propria piccolezza>>(1) .
La
dialettica dell’<<ombra>> e della <<luce>> , dell’<<istante>>
e dell’<<eterno>>, dell’<<oggi>> e
del <<domani>>, dell’<<inizio>> e della
<<fine>> del
<<pieno>> e del <<vuoto>>,dell’<<essere>>
e del <<nulla>> è come l’ architrave , il
baricentro del
pensiero del Bruno e del Leopardi . Il
tempo per il Bruno è policentrico , nel
divenire incessante dell’ <<istante>> , che
scorre eternamente, <<perché tutte le cose nel
loro geno hanno vicissitudine di
dominio e servitù, felicità ed infelicità e
nulla è eterno tranne la sostanza >> (2) . La
vita è una perenne mutazione perché
la varietà infinita del <<sensibile>> è
la stessa unità del divenire . La
poesia si accende come un <<fuoco>> , una
<<scintilla>> che diventa <<luce>> nell’
universo del libero pensiero . Il
Leopardi pone in sintonia psicologica la
natura dell’ uomo e l’ universo esistenziale
dei <<viventi>>, temperando e
unificando la vita nelle sue infinite <<differenze>>,
come in una <<polis>> in cui ciascuno
sperimenta il <<senso>> del <<vissuto>> . non
può non percepire in silenzio il
<<pensiero pensoso>> e il <<canto libero>> di
due grandi geni dell’ Occidente che
ci aiutano a capire la grandezza e
la follia di un sogno senza fine : un ‘ <<utopia>>
(1)
G. Leopardi , << Zibaldone >>, P.P. 3171-72 .
(2)
Cfr. G.Bruno, << La cena de le ceneri >> ,
in << Dialoghi italiani >>, a cura di G.Gentile
e G. Aquilecchia, Sansoni, Firenze 1985,
volume primo , p. 155 .
Nola 12-10-1999
Luigi Simonetti |
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