Studio psicologico sulla donna
Home


Colgo prontamente l'invito a scrivere questo articolo offertomi dall'amico Giovanni e nella premura di non esasperarne l'attesa mi accingo al più presto alla compilazione, soccorrendo le esigenze di redazione.
L'obbiettivo di tale piccolo autografo è l'osservazione sistematica di una patologia congenita grave e purtroppo assai diffusa oggigiorno che appare indebellabile alle più recenti analisi e scandagli medici. Trattasi del morbo divulgato in dottrina come"malum faeminarum/leiden der frauen/utero's evil/deficienza immunologica femminile ereditaria displasica" che taluni, peraltro assai succinti, annotano manualisticamente come "sindrome dell'inferiorità muliebre", al punto da circoscriverne l'incidenza a fasce meno estese di applicazione, disertando la prassi medica diffusasi coll'identificazione certa ed esatta della patologia.
L'opinione dello scrivente (confortato dai dati sperimentali in suo possesso e da impressioni fenomenologiche attestate ed apparentemente incontrovertibili) è che il male sia di per sè stesso diffusissimo, in ogni età della donna, avulse dunque qualsivoglia delle circostanze incidenti (di natura estranea all'endoscopia genetica e alle analisi di reparto).
La patologia pur implicitandosi in una multiformità di accenti sindromici ed un diverso spessore delle gravità nelle più varie condizioni di positività fino alla degenerazione, conserva cifre preminenti ed originali, individuate in ogni soggetto, ed appunto in ragione macroscopica la susseguente disamina dei sintomi principi del male.

1).
sindrome morbosa
(in crescita esponenziale) da SMS (o sindrome minima di Omnitel): la ragazza comunica unicamente attraverso il sistema SMS, dunque il suo vocabolario, la sua capacità massima espressiva è quantizzabile in 160 caratteri alla volta. Ciò implica una riduzione cubica delle differenti attività comunicative: ella non riesce a sostenere una telefonata media (Il Giò fa notare che a volte invece può capitare che una ragazza faccia fuori una ricarica in 2 giorni, solo per spettegolare con le amiche... vero Mimma???), a condensare in essa tutti i suoi contenuti (collegabile al morbo del "grande fratello", per cui se vuoi sentire qualcosa che per te abbia un minimo di interesse devi restare collegato 24 ore su 24). Pure il colloquio dal vivo con la ragazza si disgrega, si sbriciola, in una melassa scadente a causa della patologia stessa (la donna considera in questa fase morbosa il signor Omnitel e il signor Nokia il massimo dell'erotismo vivente, mentre Ericsson ce l'ha piccolo - il display - e Motorola è un vecchiaccio fuorimoda e puzzone: insomma, il male è così penetrato nell'organismo che le donne vorrebbero in prassi scoparsi i suddetti consigli di amministrazione aziendali)

2)
Sindrome da Big Bubble
: un tempo era il profumo lo strumento caratteristico della seduzione femminile, il profumo come metafora indogina di eleganza e raffinatezza, svaporare misterioso di fragranze setate, aromi dolciastri e agrumati di sublime e cosciente mordente erotico. Oggi la femmina rumina la ciungomma di continuo quasi esasperando in essa il proprio oscurato narcisismo isterico, la ciunga diviene insostituibile complemento di arredo nel make-up, la pasta fucsia sbiascicata a bocca aperta presume un ricercato vano preziosismo con le tinte del trucco: frutta l'alito, fa schioccare l'apparato masticatorio in un rumino straziante straripo di morsi e sorrisi plastificati. Perché tutto questo? E' la sindrome di Vigorsol-Happydent, per cui l'occupazione continua della regione maxillica, la forzosa attuazione ossessiva dei movimenti peristaltici della masticazione, si suppone persuasiva in merito alla seguente argomentazione: se rumino la Ciungomma non puoi limonarmi perché farebbe schifo anche a te! Quindi il meccanismo Big Bubble è una sorta di blocco emotivo al bacio, un pervicace tentativo di far conservare una ipostatica vezzeggiativa illibazione orale (per altro mai sostenuta dai precedenti studi medici). L'originalità del fenomeno è deflagrante, la Big Bubble è alla stregua di un goldone gusto panna per non sbavarsi addosso.

3)
La vaginocrazia
: tema dorsale del movimento femminista-progressista contemporaneo, esteso alla sociocultura, il "potere della Bernarda" travalica ora il limitare di un'esplicita ideologia di concorsuale affermazione politica dei sessi. Omologando e specificando i rispettivi diritti, disfattasi dei precedenti precetti morali, tale concezione trova apogeo estrinsecato nei connotati strutturali della patologia in esame, poiché la vaginocrazia (sberleffo delle parità conclamate) incardina (con le sindromi da SMS e Ciungomma) il dramma morboso.

Tuona un fortunato aforisma anglosassone "si trascorrono 9 mesi cercando di uscire, per poi passare il resto della vita cercando di tornarci dentro", tema leitmotivico dell'analisi del problema: sebbene abbruttente e casereccio, centra appieno il problema, incorniciando la funzione centripeta del sesso femminile, attrattiva, quasi geostazionaria. Il soggetto affetto dal morbo implicante la vaginocrazia gode nel convincimento di possedere un'enucleata leadership psico-politica, una congenita supremazia aprioristica, deontologicamente strutturata.
La figa è il bene trainante dell'economia, come sottolineato dal 3° postulato sull'economia appunto, in forma scanzonatamente sacrale, esaltando a chiare lettere il ruolo della vagina, estorta ad ogni buonsenso, ad ogni apprezzamento borghese per la misura e le buone maniere. La malattia si concepisce al vertice della catena alimentare per questo potere, a foga estrapolato dai maschilismi di copertura che lo hanno dissimulato con intelligenza.

ricapitolando...
                                 

La comunità scientifica (riunita alla plenaria di Oslo) ha sottolineato il peso dei recenti studi compiuti nel senso di approfondire e delineare con più approssimazione le aggettivazioni di questo male, le profilassi, le incidentali implicazioni socio-politiche, i possibili risvolti di più accurate esaminazioni, la variabilità dei testi e delle misure precauzionali, in quella dirittura preventiva dalla plenaria stessa configurata quale obbiettivo di collegio e laboratoriale. Statistiche ufficiose trasudate dalla permeabilità tipica degli organi di informazione hanno riportato all'attenzione pubblica dati sconfortanti, di cui non si può disconoscere la pertinenza, ma che vanno distanziato al moneto di ulteriori o supplettivi profili in materia. Occorrendo ritrarne il tema al suo momento genetico, l'osservazione dell'attuale alto tasso epidemico, lo scrivente in breve traccia una spicciolata di blandi suggerimenti (che non vogliono adire a metamorfosi placebo-palliativi), per altre vie apprezzati e sostenuti dalle correnti misogine più in voga oggigiorno.

1) Ignorando la donna (indomita applicazione di un divino sbagliato e oramai estromesso) l'uomo ristabilisce il suo peso politico e l'indifferenza al meccanicare della femmina lo consacra padrone del suo futuro.

2) Far capire alla femmina che la vulva è bene deperibile, il mercato è vasto, l'offerta ampia, e chi non vende fa la fortuna della concorrenza più agguerrita (meglio darla che tenerla, che poi dopo puzza e nessuno poi la vuole)

Ringrazio la cortesia dei lettori

Professor Bartolomeo Finzi Contini Galli Della Loggia Pandorino Bauli Onorario della cattedra di psichiatria dell'Università statale Degli Studi di Boscomantico.


Hai argomenti da suggerirmi? Consigli da darmi? Link da segnalarmi? clicca qui

Copyright © 2000 - ...immaginatevelo!!!
All Rights Reserved, questo si
Webmaster: GioDallo