dal pelo dell' acqua...
Navigare il Po, il suo delta e la laguna di Venezia è bellissimo.
Lo faccio, da sette o otto anni, con famigliari o amici per 3 o 4 giorni verso la fine di Giugno.
Il nostro mezzo è un vecchio motoscafo in vetroresina degli anni '70 di circa 4 m. spinto a fatica da un altrettanto vecchio Evinrude 25 CV. Abbiamo scelto questo natante in seguito all' incidente occorsoci alcuni anni fa: avevamo un classico gommone pieghevole dalla carena in tessuto. Fu naufragio, a causa di un ramo vigliacco che tagliò il fondo (ma il gommone rimase a galla, pieno d' acqua a metà). Sulla superficie del fiume infatti (o appena sotto, subdolamente...) si trova di tutto: cassette di legno, scarpe, sacchetti di plastica, tronchi, rami e persino, specie dopo le piene, carcasse di animali (un maiale, una pecora...). Con uno scafo in vetroresina non c' e nulla da temere per tutto il percorso (circa 380 Km. dalla confluenza del Ticino a Chioggia)
Solitamente partiamo da un attrezzatissimo centro motonautico che si trova proprio sotto il ponte della Becca, ponte che sovrasta la confluenza del Ticino con il Po nei pressi di Pavia.
Subito qualche rischio di insabbiamento nei bassi fondali; in questo caso occorre scendere e spingere (con il giubbotto!) per qualche metro fino a liberare lo scafo. Non succederà più dopo Cremona, in quanto sarà presente un' efficace segnaletica: cartelli romboidali bianchi e rossi indicano la rotta da seguire. Occorre spostarsi sempre verso la sponda indicata dalla punta bianca; se la punta bianca è rivolta verso l' alto bisogna proseguire su quello stesso lato.
Fra Piacenza e Cremona bisogna superare la Conca di Isola Serafini: è divertente, soprattutto per i ragazzini. Si scende di diversi metri.
Importante: prima di partire, se il Po è povero d' acqua, è bene telefonare al centro motonautico 'Amici del Po' sotto il ponte della Becca per sapere se alla suddetta conca c' é acqua a sufficienza per passare (382/485050).
Altre conche sono poste in prossimità del delta e si devono necessariamente infilare, lungo il canale Po Brondolo e di Valle, per superare l' Adige e il Brenta: si sbuca a Chioggia, in laguna.
Lungo il Po i punti di rifornimento carburante non sono tantissimi, però sono piuttosto comodi. Fare sempre rifornimento quando se ne incontra uno e riempire anche una tanica di riserva per evitare di scarpinare col serbatoio in mano (che al ritorno pesa...) alla ricerca, in qualche paese, di un distributore aperto. Non è comodo.
Se sono frequenti piccoli pontili "di fortuna" (costruiti dai pescatori per le loro imbarcazioni) non sono invece molto frequenti punti di attracco sicuri. Per lo più si tratta di pontili ben strutturati gestiti da società sportive o ricreative. Comodi per lasciare l' imbarcazione di notte; è buona regola chiedere al gestore (o chi per esso) l' autorizzazione a lasciare lì il natante, autorizzazione che non ci è mai stata rifiutata da nessuno. Tenere presente, legando le cime, che il fiume durante la notte potrebbe alzarsi.
Quando, zaino in spalla, si arriva in un paese o in una città e si cerca una pensione in cui dormire, occorre farlo dopo essersi ricoperti di Autan (o simili) soprattutto se ci si trova nel delta. Nel mese di Giugno le zanzare non sono ancora molto battagliere, ma dopo...
Se ci troviamo nel delta siamo soliti pernottare presso l' 'Albergo Mauro' a Taglio di Po (a 5 minuti a piedi dal comodo pontile);: la proprietaria vi offrirà una camera linda e funzionale. (V. Roma 30/b - Tel. 0426/660010 - camera doppia Feb. 2002: 40 Euro). A Sottomarina (Chioggia) facciamo sempre riferimento all' 'Hotel Internazionale'; il proprietario, sig. Boscolo, vi accoglierà sicuramente con famigliarità, simpatia e... un' ottima cucina (che non guasta mai...). (Via A. Vespucci 307/g - Tel. 041/490777)
Orientamento - Non è assolutamente facile sapere dove ci si trova. Il problema esiste già lungo il fiume, perché "immersi" fra gli argini non si vede assolutamente nulla di ciò che c' é dietro. Solo qualche campanile o qualche ciminiera di cui comunque non si conosce, in genere, la posizione. Per sapere sempre esattamente dove ci si trova ci sono 2 ottimi sistemi. Il primo richiede un po' di attenzione ma è efficacissimo: si tratta di tenere sott' occhio un disegno o una cartina con tutti i ponti stradali e ferroviari. Man mano che si passa sotto un ponte (scegliere la rotta indicata dal cartello giallo posto sul ponte) questo va sbarrato sul disegno e così si conosce sempre la propria posizione.
Il secondo metodo consiste nell' utilizzare un ricevitore GPS. Solo l' anno scorso (2001) abbiamo usato un piccolo Garmin e-Trex (delle dimensioni di un telefono cellulare); ci è stato molto utile, soprattutto nel delta e in laguna, ma non è indispensabile. Se si marcano preventivamente sul ricevitore le coordinate del punto di origine e della foce di ciascun ramo del delta (ottime per questo, secondo me, le mappe di 'Virgilio') è facile individuare la propria posizione. Questo in particolar modo quando si naviga in mare lungo la costa del delta; è tutto talmente piatto che se è già difficile individuare una qualsiasi foce, figuriamoci capire di quale ramo si tratti. Solo il Po di Levante, fra quelli che abbiamo percorso, ha una foce segnalata: infatti poco all' interno c' è Porto Levante (con tutto quello che serve: alaggio, officina, ma non c' é da dormire).
Naturalmente questa è la mia impressione, quella di un Torinese 'lupo d' acqua dolce' della Domenica...
Orientarsi in laguna, poi, è ancora peggio. Navigare lungo le isole (Pellestrina e Lido) è semplice, ma percorrere, nel bel mezzo della laguna, le rotte segnate da mede e dame (quei paloni di legno che spuntano dall' acqua) è un' impresa titanica. Soprattutto, come è successo a noi, se c' é nebbia. Certo che se poi, arrivando a Venezia, si imbocca - a passo d' uomo e con il permesso della Polizia o dei Carabinieri - il Canal Grande... bèh, è proprio bello!
Navigando nel delta non bisogna trascurare il Po di Maistra, secondo me il più bel ramo del Po, il più 'selvaggio', anticamente il più grande ramo del delta (da cui Po di 'Maistra').
Ogni tanto bisogna proprio fermarsi, lungo il Po, su una delle spiagge immense (soprattutto nei periodi di magra) e di sabbia finissima. Salendo poi sugli argini si godranno distese di girasoli, pioppeti infiniti, una campagna silenziosissima e generosissima di ombra e di quiete.
Nel delta in prossimità del mare è bellissimo arrampicarsi sugli argini e vedere, di colpo, il mare blu (strano ma vero), il cielo azzurro, i gabbiani bianchissimi e poi la laguna, verdastra, con i suoi pali, le sue bicocche, le barche dei suoi pescatori... Quello che colpisce sempre un cittadino come me è l' assoluta mancanza di rumori; si sentono solo suoni: quelli dell' acqua, degli uccelli, del vento. E basta.
Certamente queste sono tutte sensazioni che si possono provare anche in auto o in bici, a cavallo o a piedi...
...ma dal pelo dell' acqua è tutta un' altra cosa!
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