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TREGIORNIMTB2012

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DOMENICA 1^ TAPPA

Dalla finestra della camera dell’albergo vedo l’intero paese.

La collina, il prato, poi la chiesa con il lungo campanile e sotto le case e poi il torrente, il ponte e altre case.

I rintocchi della campane annunciano la messa: oggi è domenica.

Il sole qui non è ancora arrivato e perciò il cielo è ancora bianco, ma sgombro da nubi. Sembra una bella giornata.

L’aria è fresca e l’asfalto è ancora umido per la pioggia caduta nella notte.

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Le biciclette sono pronte, tutte in fila lungo la stradina che va in centro.

Puntuale come non mai,  il gruppo compatto lascia l’accogliente centro di Forni e

 

… svolta a sinistra in direzione di Sigiletto. La strada transita accanto alla chiesa e poi esce dal paese poco più in alto. La salita non è ripida, ma sono le prime pedalate della giornata e la sensazione è di gran fatica. Ognuno sale con il proprio passo. Abbiamo bisogno di riscaldarci. Vorremmo affiancarci con chi ci sta davanti o attendere chi è dietro di noi per scambiare due parole, ma rimaniamo in fila indiana perché il SALITA_p.JPGtraffico, prima quasi inesistente, sta aumentando. Oltre alle tante auto che risalgono la vallata ci superano anche alcuni enormi pulman “gran turismo” che portano i vacanzieri al rifugio Tolazzi (1350 m). Quando giungiamo, dopo circa 7 chilometri da Forni, troviamo i parcheggi attorno al rifugio completamente pieni. Per fortuna i mezzi motorizzati si fermano qui. Giriamo attorno al rifugio e risaliamo la ripida strada in cemento mescolandoci fra la tanta gente che si incammina verso i sentieri delle mete prescelte. La maggior parte di essa va nella nostra stessa direzione. E’ infatti il percorso più facile ed è, forse, anche la meta più scontata. Poco oltre il rifugio il fondo cementato lascia il posto ad uno sterrato compatto con pendenze a tratti impegnative. Quando si esce dal bosco la valle si apre quasi improvvisamente e si può individuare quasi tutto il tracciato della strada che andremo ad affrontare.  C’è già molta gente che sta salendo. Qualcuno incuriosito dalle targhette che portiamo sul davanti della bici, chiede informazioni e volentieri spieghiamo loro il percorso che stiamo facendo.

Con una serie di lunghi tornanti risaliamo i prati sul versante nord del vallone e affacciandoci dall’ultimo di questi riusciamo a vedere l’intera salita  con sul fondo il piccolo paese di Forni. I prati quassù sono di un verde così intenso che è facile intuire che la pioggia è una caratteristica costante del clima locale e noi ne saremo presto testimoni.

RIFUGIO_MARINELLI.JPGDopo 15 chilometri dalla partenza termina lo sterrato sul piazzale del rifugio Marinelli (2120 m). La terrazza si affaccia sulla Val Grande di Timau ed è già piena di gente. Il cielo è sereno, anche se un leggero velo di foschia attenua i colori e confonde le linee e i profili all’orizzonte. L’accogliente rifugio e il buon caffè di moka invitano a rimanere, ma dei grossi nuvoloni neri si stanno accumulando attorno alle cime sopra il passo. Viste le previsioni meteo che annunciavano poggia nel pomeriggio è meglio non indugiare troppo e iniziare al più presto la discesa verso il fondovalle. Peccato, perché il posto è davvero bello e merita una pausa più prolungata. Si segue l’unico sentiero che scende nel vallone e che si stacca dal piazzale del rifugio poco oltre la palizzata del terrazzo. La prima parte è la più sconnessa e in una paio di punti si è costretti a scendere dalla bici. Cento metri circa sotto il rifugio il sentiero si allarga e diventa ampia mulattiera, comunque scorrevole, anche se il fondo rimane alquanto sconnesso. Con una serie di tornanti si scende di quota e si incontra prima la deviazione per Casera Plotta e poi quella per Casera Collina Grande facilmente individuabile alla nostra destra, al centro di un bellissimo verde pascolo. In entrambi i casi si prosegue dritto. Dopo un veloce traverso, dal fondo più ghiaioso, si entra nel bosco e la strada larga invita ad aumentare la velocità.

Poco oltre,in corrispondenza di una secca curva a destra, con fondo cementato, troviamo la chiara indicazione del Sentiero 148. E’ un sentiero all’inizio ciclabile con alcuni passaggi divertenti fra massi e radici che si mantiene più o meno alla quota del passo che dovremmo raggiungere. Scende per qualche decina di metri per poi superare uno scalino roccioso obbligandoci a salire per dieci, quindici minuti al massimo con la bici sulla spalle o comunque senza la possibilità di pedalare. La salita termina fra i prati e troviamo, per nostra gioia, una discreta sterrata che, passando accanto ad una fresca sorgente, raggiunge il piazzale del passo di Monte Croce Carnico (1357 m). E’ uno stretto passaggio tra ripide pareti rocciose, dominato dalle vecchie costruzioni militari. Al centro, ad ugual distanza dal Bar Italiano e da quello Austriaco, si erge la fatiscente tettoia degli uffici dell’ex dogana a ricordare che non molti anni fa, quando si oltrepassava il confine fra due stati era necessario farsi riconoscere con un documento di identità e sottoporsi ai controllo di rito.

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Tutto intorno c’è solo rumore di motori di auto , moto e camper che arrivano e ripartono quasi subito; c’è puzza di gas di scarico e odore di birra e di caffè forte. Non ci fermiamo molto; soltanto il tempo di un gelato confezionato e di una fresca bibita con le bollicine e poi ritorniamo sui nostri passi. Ripercorriamo a ritroso il sentiero 148 fino a ritrovare la sterrata con la quale siamo scesi dal rifugio Marinelli e riprendiamo a scendere ancora alla ricerca del percorso della antica “strada romana”. Improvvisamente eccoci sulla statale all’altezza dell’ottavo tornante. Scendiamo sul veloce asfalto fino alle prime case di Timau dove, superato il torrente But  Seguiamo le indicazioni della pista ciclbile “via romana” che dovrebbe correre quasi parallela al torrente ma dall’altra sponda. In due occasioni, almeno, siamo costretti a ritornare indietro perché la traccia indicata terminava in un campo. Non ci rimane che rassegnarsi a percorrere la via normale che in breve ci porta al centro dell’abitato di Paluzza e all’hotel dove ci attende il pulmino con i bagagli.

CARTOGRAFIA – KOMPASS n.47 e n.60


 

La TREGIORNIMTB è un’escursione cicloalpinistica “riservata” agli amici appassionati di bicicletta e di montagna  

la partecipazione è GRATUITA e non è richiesta alcuna  idoneità fisica o sportiva

 

è indispensabile avere un discreto allenamento di fondo per superare i dislivelli e le distanze previste

OGNI PARTECIPANTE E' RESPONSABILE per sè stesso in caso di infortunio e/o danni verso terzi o cose di terzi

informazioni info@ginobike.it