GINOBIKE - cicloproposte -        
TREGIORNIMTB2007   
siete quì: home/indice tregiornimtb2007 /1^tappa / raccolta foto

    

Il 1°GIORNO si parte  da VERCEIA sul lago di Mezzola, in provincia di Lecco...

... con un po’ di amaro in bocca! 

Ci hanno appena detto che, come ogni estate, i treni per Chiavenna, sono sostituiti da un servizio di bus e che perciò trasportare tutte le nostre biciclette sarebbe un problema. Decidiamo allora di partire in sella direttamente da qui. Gigi ha messo a disposizione la sua auto per trasportare i bagagli, perché quella di Fulvio è stata seriamente danneggiata in un brutto incidente  ieri sera alle porte di Lecco. C’era su anche Giampiero. La forte botta subita nell’incidente lo costringerà a più di una settimana di ospedale. Naturalmente non parteciperà alla TREGIORNI.

Dall’Ostello AL SERT attraversiamo la statale poco prima di una galleria grazie ad un sottopasso che sbuca proprio di fronte alla stazione ferroviaria di Verceia (chiusa). Costeggiamo il lago di Mezzola fino alle prime case di Novate. Percorriamo  in tutta la sua lunghezza il Piano di Chiavenna e, passati sull’altra sponda del Fiume Mera saliamo fra le case di Gordona. In breve raggiungiamo il centro di Chiavenna e piazza Castello, da dove dovrebbe iniziare la pista ciclabile della Val Bregaglia. Proprio dietro il turrito palazzo dei Conti Balbiani  un piccolo cartello indica la direzione da seguire. La pista si incunea fra le strette mura degli storici  palazzi e con percorso tortuoso e suggestivo, costeggiando dall’alto il fiume Mera, contorna la Riserva Naturale delle Marmitte dei Giganti, caratteristico fenomeno di erosione dell’acqua, che ritroveremo simile anche nel corso dell’ultima tappa presso Poschiavo. 

A Prosto passiamo sull’altra sponda del fiume. Di fronte a noi le Cascate dell’Acqua Fraggia. Cerchiamo di seguire, con qualche difficoltà, le indicazioni della “Via Bregaglia” prestando particolare attenzione alla ciclabilità del percorso perché sappiamo che si tratta di un antica via in alcuni tratti non pedalabile. La strada da fare fino a St. Moritz è ancora molta e ci conviene seguire la più facile e scorrevole, evitando comunque per quanto possibile la statale. Grazie all’aiuto di due ciclisti , padre  figlio, che conoscono bene il tracciato riusciamo a procedere abbastanza spediti e a raggiungere le case di Villa.  Ci portiamo nuovamente sull’altro versante (sinistro idrografico) della Mera e seguendo sempre le indicazioni per la “Via Bregaglia” saliamo fino a Santa Barnaba. Un'altra freccia indicatrice ci porta su un sentiero poco più in alto ma, altre indicazioni poco chiare ci consigliano di non proseguire e di scendere verso la statale. Mancano un paio di chilometri al confine quando, varcate un’altra volta le acque della Mera, individuiamo una bella pista ciclabile di recente costruzione. La seguiamo  e in breve ci troviamo al centro del letto del fiume, fra sabbia, tubi e mucchi di detriti di un recente scavo. Di là dal fiume una ventina di metri più alto, scorgiamo la tettoia della dogana poco fuori dall’abitato di Castasegna. Non ci rimane che ritornare un’altra volta indietro e, per fare prima, risalire la scarpata erbosa che ci separa dalla statale caricandoci le bici sulle spalle (esempio di cicloalpinismo urbano!). 

Passiamo il confine sotto lo sguardo tipico del “finanziere italiano annoiato”. Non ricordo l’atteggiamento degli svizzeri, ma posso immaginarlo, più attento e severo, quanto meno sospettoso. Saliamo fra le case di Castasegna alla ricerca di un posto dove sostare per il pranzo. Non ricordo che ora fosse, ma sicuramente erano già passate le tredici. Il paesino è un bel borgo attraversato da una larga strada in salita su cui si affacciano le antiche case e la chiesa, caratterizzato da un’architettura molto omogenea. Sembra un salottino appena spolverato con bei mobili, ma senza suppellettili,  dove comunque le poche cose sono al proprio posto. A metà salita si apre sulla destra una minuscola piazzetta, occupata quasi per intero da un lavatoio coperto con un bel tetto in pietra. Ci fermiamo qui per il pranzo, anche perché è l’unico posto più o meno all’ombra. Non c'è un'anima via , quì!.  All’uscita del paese non troviamo alcuna indicazione per la pista ciclabile. Proseguiamo lungo la statale 36. Evitiamo la galleria deviando a sinistra e attraversando il borgo di Pramontogno. Ritorniamo sulla statale poco prima di Stampa. A Vicosoprano deviamo a sinistra ritrovando le indicazioni della “Via Bregaglia” e seguiamo il “Sentiero Panoramico” che si innalza sulla destra idrografica. Una serie di tornanti asfaltati ci portano a Roticcio. Sulla nostra destra (est) il muraglione del lago artificiale dell’Albigna  che interrompe la maestosa cresta che dal Pizzo Badile degrada con andamento sud-est-nord fino alla depressione del passo di Maloja, individuabile fra il verde dei prati alla testata della valle. La strada scende fin nei pressi di una grossa fonte per poi riprendere a risalire con fondo sterrato. In mezzo agli abeti, una serie di gradini  ci costringono a procedere a piedi, poi un bel sentiero percorre i bei pascoli e scende nei prati del fondo valle e attraversandoli fino a raggiungere Casaccia. Proprio qui nasce il fiume Mera, dalla confluenza del torrente Orlegna che scende dal Maloja con le acque dei ripidi  valloni laterali. Da Casaccia l’unica strada da seguire è la statale fino al passo. Vista da qua sotto la salita sembra un salto di roccia insuperabile con i suoi numerosi tornanti. Ma la cosa più dura da sopportare non è la fatica per superare  la pur discreta pendenza della strada, ma il traffico incessante di moto, auto e camper che in questo periodo estivo è particolarmente intenso. 

L’arrivo al passo è comunque, come sempre, appagante della fatica sofferta. Sono circa le 17 quando ci riuniamo per l’immancabile foto di gruppo sul punto più alto del colle, dopo aver sorseggiato un caffè al piccolo chiosco in legno dove puoi trovare di tutto. Poco oltre il colle, sulla destra, troviamo la pista ciclabile e le indicazioni per Sigl, Silvaplana, Saint Muratzan (St. Moritz). All’inizio, asfaltata, la pista procede in piano attraversando gli ampi prati che si aprono sullo splendido panorama della valle dell’Inn. Il cielo è terso. L’aria pulitissima e le montagne di fronte a noi, illuminate dal sole che si sta abbassando oltre il confine italiano, offrono un ‘immagine di sé incredibilmente definita. Il panorama è molto più dolce della val Bregaglia, . Più ampio.  Seguiamo le piste più basse, ora sterrate e a tratti costeggiamo il lago di Sigl che rimane alla nostra sinistra. Per un po’ ci innalziamo nel bosco e la pista si fa più stretta, con alcune brevi rampe un po' più ripide. Incominciamo ad incontrare altra gente, chi in bici, chi a passeggio, chi di corsa. Sono persone sicuramente in vacanza, anche se nei campi ci sono grandi balle rotonde di fieno a ricordarci che anche quì, c'è qualcuno che lavoro duro. Usciamo dal bosco e raggiungiamo il lago di Silvaplana. La pista che seguiamo rimane lontana dal lago, sempre sul versante destro idrografico della valle e si dirige verso la collina che lo separa dall’altro lago, quello di di St. Moritz. Ancora un tratto di saliscendi nel bosco e poi giù, verso i prati della piana che circonda il bellissimo centro turistico:St. Muretzan, il nome svizzero di St. Moritz. L’ampia sterrata che percorriamo attraversa campi di golf e numerosi centri ippici e va a terminare alle spalle di un lussuoso hotel dall'architettura molto particolare. Ci immettiamo nel traffico della statale e raggiungiamo la zona della stazione ferroviaria, rimanendo comunque in riva al lago. Seguendo le indicazioni per Celerina – Sclarigna finalmente arriviamo a destinazione, anche grazie agli amici che ci sono venuti incontro. 

Pernottiamo in un comodissimo Hotel che ha riservato per noi il dormitorio con deposito custodito per le bici e un ottimo self service dove, fino alle otto di sera, servono un ottima cena. 

   vai a vedere le foto del primo giornomtb