3°GIORNOMTB2004  

 martedì 11 agosto

da St. JAQUES a GRESSONEY

lunghezza - 45 Km

dislivello in salita 1100 m  

ciclabilità 100 %

Carta 1: 50000 IGC N.5- ICervino Matterhorn - Monte Rosa

 

 

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...continua dal diario dei TREGIORNI   

                                                                     Non tutti sono contenti di seguire...

foto 1 - Rifugio Casale   foto di gruppo

...LA VIA DIRETTA AL BETTAFORCA, che parte dritta e ripida proprio a fianco del Rifugio Casale, perché affrontarla subito così, con le gambe fredde e anche un po’ legnose per la fatica del giorno prima, è forse un po’ traumatico. E d'altronde è anche troppo tardi per cercare di seguire i vari sentieri che, compiendo giri molto più ampi, eviterebbero le dure rampe che stiamo andando ad affrontare. La sera precedente avevamo individuato su una dettagliata cartina del luogo, un interessante itinerario alternativo con l'aiuto del cuoco del rifugio che però, ora, era sparito e con lui anche la preziosa cartina Dunque,per non avventurarci fra sentieri introvabili o non ben segnalati, abbiamo preferito scegliere la via diretta, forse più faticosa ma, sicura e un percorso facile da seguire. Oltre i primi cento metri di asfalto, la strada , molto ampia e con fondo abbastanza compatto, si inerpica con pendenza costante fra gli abeti con tratti rettilinei e ripidi interrotti ogni tanto da un tornante, dove si può recuperare un po’ per poi affrontare la lunga rampa successiva. Purtroppo a poco più di un'ora dalla partenza da St. Jacques, nei pressi di un alpeggio,  Alberto è costretto a ritornare indietro per l'impossibilità a pedalare causata da un fastidioso dolore al ginocchio destro, conseguenza di una brutta botta rimediata in un tratto tecnico durante la tappa di ieri. Raggiungerà Fulvio, che avvisato dell'accaduto lo attende al rifugio Casale e con lui attenderà il nostro arrivo a Pont St. Martin, previsto per il primo pomeriggio. Poco oltre l’alpeggio a quota, circa 2300, dopo aver percorso alcuni brevi tratti molto ripidi e superato un bivio di cui decidiamo di ignorare la deviazione a destra ( porta soltanto alla partenza di un impianto di risalita), la strada inaspettatamente spiana e poi scende per qualche decina di metri per invertire la direzione di marcia e riprendere a salire molto più ripida di prima, immettendosi nella parte finale del vallone che termina con il colle di Bettaforca. E’ un vallone molto arido, disseminato soltanto di pietre e sassi, percorso al centro per l’intera lunghezza da un grosso impianto di risalita e racchiuso nella parte sommitale dai ripidi contrafforti del Monte Bettaforca e della punta Bettolina fra cui si apre il colle che permette il passaggio nella valle di Gressoney. La strada quì i è davvero ripida e anche se il fondo rimane buono è davvero duro spingere sui pedali; la selezione nel gruppo è inevitabile e in pochi istanti mi ritrovo a pedalare da solo. Le sensazioni sono comunque buone anche se la gamba non riesce a girare più in fretta e la frequenza cardiaca è vicina la limite. Cerco di non guardare oltre la ruota anteriore per attendere quel momento come ieri sul Portola ma, la tentazione di capire quanto manca è troppo forte e quando alzo gli occhi ho un attimo di tentennamento: la strada si impenna ancora più ripida e penso; stavolta scendo, non ce la faccio più-. Mi giro indietro e vedo, molto distanti e distanti tra loro,  due compagni che  pare stiano procedendo con la bici di fianco e  allora mi rimetto a testa bassa e riprendo a spingere con tutta la forza rimasta ma, la rampa è troppo dritta e non riesco a far superare alla pedivella il fatidico “punto morto”; la bici si pianta e quasi indietreggio costringendomi a prendere la saggia decisione di affrontare gli ultimi metri a piedi  fra gli “sfottò” e gli incoraggiamenti di chi sul colle era già arrivato da qualche minuto.

Il colle di Bettaforca (2672 metri) è un punto panoramico stupendo che con la nebbia diventa uno dei luoghi più brutti che abbia mai visto. A ovest vedi il vallone da cui siamo saliti che dovrebbe aprirsi sugli stupendi panorami verso la zona del Cervino e a est i gli ampi prati della valle di Gressoney con, sullo sfondo, il gruppo del Monte Rosa con il Lyscamm, la piramide Vincent e la Punta Indren ma, la nebbia nasconde tutto. Il panorama che ci circonda è davvero desolante; da una parte,  una serie di tralicci con fune e annessi seggiolini che penzolano immobili a mezz’aria; dall’altro versante compare quasi dal nulla una nuovissima seggiovia,che di tanto in tanto scarica qualche imbaccucatissimo turista che, come noi, si rifugia in fretta e furia nel bar, semideserto, della stazione di arrivo, poco sopra il colle.  Rifocillati e riscaldati iniziamo la discesa mentre la nebbia si trasforma in una pungente pioggia di riso ghiacciato ma, per fortuna dura solo alcuni istanti e un centinaio di metri sotto il colle la visibilità migliora. La strada è ripida quel tanto che basta per lasciar scorrere la bicicletta fra un tornante e l'altro, superando in volo le tante cunette degli immancabili scoli dell'acqua piovana. La sterrata termina a Staffal quando incontra la statale 505 della valle di Gressoney che percorreremo interamente fino a Pont St. Martin fermandoci doverosamente a visitare le bellissime borgate di La Trinitè e St. Jean.  Scendiamo lungo la valle in totale rilassatezza e con lo spirito di chi torna da un bellissima gita in montagna...peccato che sia finita ma, qualcuno stà già pensando che proprio in questa magnifica valle ci ritroveremo per dar vita alla prossima TREGIORNIMTB 

                                                                              ...fine.                   Ciao a tutti da                Gino            

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