Un
ibrido con la "I" maiuscola od un soggetto particolarmente difficile da
riprodurre è sempre il frutto della cultura in senso ornitologico di un
allevatore. E' l'insieme di tutto quanto fa ornitologia, ornicoltura e
creatività. E' l'insieme di conoscenze genetiche, nutrizionali, etologiche.
E' il frutto dell'osservazione, dell'intuizione, della perseveranza di
un uomo. E' in poche parole il prodotto di una ricerca continua per il
fine ultimo di "creare".
Chi si occupa di uccelli esotici, d'indigeni o d'ibridazione è indubbiamente
fra tutti gli allevatori, quello più attento alle esigenze dei volatili
che deve riprodurre e sa benissimo che l'esito sperato dipende moltissimo
dall'attenzione che riuscirà a mettere anche e soprattutto nei dettagli,
spesso decisivi per la buona riuscita. Alle volte i grandi successi sono
figli dell'intuizione, del "genio" creativo all'interno di ognuno di noi
; quel "genio", spesso etichettato con una sola parola da mogli e fidanzate
con il suo sinonimo corrispondente di "follia".Uno degli accorgimenti
da mettere in pratica per la riuscita del "sogno" è quello di attuare
un'ottima schermatura del nido. Questo sistema consiste, come dice la
stessa parola, nel "nascondere" il sito della riproduzione agli occhi
dell'uomo riuscendo così a garantire quel minimo di privacy necessaria
a tranquillizzare ed isolare la coppia. Inoltre, simulando le condizioni
di vita naturali atte alla riproduzione, riesce a stimolare la femmina
alla costruzione del nido, cova ed allevamento della prole. Il semplice
cestino di vimini appeso all'interno, o peggio ancora all'esterno della
gabbia, non potrà dare (tranne rare eccezioni), alcun risultato e pertanto
schermare il nido diventa una delle prime regole pratiche da osservare
se si vogliono raggiungere traguardi da grandi allevatori.
LA
SCHERMATURA NATURALE
Rami
di ginestra |
Il
materiale con cui effettuare la schermatura è molto vario ed in linea
di massima possiamo scegliere fra quello naturale o fra quello sintetico.
Molti allevatori appendono alla gabbia o infilano fra una sbarra e l'altra
di quest'ultima, dei rami o ramoscelli di albero appartenenti a quei
tipi dove la femmina da riprodurre generalmente costruisce il nido allo
stato libero, ricreando in tal modo un habitat quanto più possibile
fedele a quello naturale e riuscendo, quindi, a garantirsi una riproduzione
"quasi" sicura. Questo sistema che definiremo a "schermatura naturale"
per quanto valido ed esteticamente molto gradevole, ha però degli inconvenienti
fra i quali quello di dedicare moltissimo tempo agli uccelli; infatti,
oltre a raccogliere in campagna o montagna che sia gli appositi rami
destinati alla schermatura, l'allevatore deve anche trovare il tempo
per rifare l'operazione (almeno un'altra decina di volte per tutto il
periodo della riproduzione) perché i rami lentamente ed inesorabilmente
seccano all'interno dell'allevamento e pertanto si devono rinnovare.
Inoltre, la coppia spesso ha il vizio di mangiucchiare i rametti rovinando
la loro funzione di schermo prima del previsto e creando anche dei problemi
di tipo intestinale.
Sempre appartenenti al tipo sopra definito "schermatura naturale" vi
è il praticissimo "sistema ginestra". Consiste nel rifare l'operazione
sopra descritta adoperando dei semplici steli di ginestra che rispetto
al "sistema naturale" danno come garanzia una maggiore durata e la certezza
che gli animali non li becchettuzzeranno rovinandoli prima del previsto
o provocandosi dei malesseri. Alcuni allevatori al fine di mantenere
verdi gli steli di ginestra il più a lungo possibile, usano appendere
all'interno od all'esterno della gabbia dei piccoli vasetti o bottigliette
piene d'acqua (allo scopo servono benissimo quelle dei succhi di frutta)
dove gli steli una volta immersi si manterranno vivi per un periodo
di tempo piuttosto lungo. Il "sistema ginestra" fra i suoi indubbi vantaggi
ha anche quello di poter rimuovere i rami secchi con estrema facilità,
di assolvere egregiamente alla funzione di garante della privacy degli
uccelli anche quando gli steli si seccano e nel frattempo come disse
il poeta "dolcissimo odor manda un profumo / che il deserto consola
…… estima / gli uomini, e tutti abbraccia / con vero amor porgendo /
valida e pronta ed aspettando aita / negli alterni perigli e nelle angosce
/ della guerra comune (G. Leopardi).
Il
metodo Carella
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LA
SCHERMATURA ARTIFICIALE
Altri
"creativi" che purtroppo non hanno molto tempo da dedicare agli amici
alati, devono ricorrere alla schermatura del nido in modo artificiale
adottando in particolare quello che io amo definire con il nome di "sistema
natalizio" o come dicono semplicemente gli amici che mi vengono a trovare
in allevamento : c'è "aria natalizia". In poche parole questo metodo
di schermatura consiste nell'usare dei rami sintetici di pino od abete
dell'albero di Natale comunemente venduto nelle bancarelle e passarli
fra una sbarra e l'altra della gabbia da cova o semplicemente rivestendo
il portanido esterno usato per la riproduzione. I vantaggi sono indubbi
e molteplici ed oltre ad assolvere pienamente allo scopo di garantire
e stimolare la costruzione del nido, non vi è necessità di manutenzione.
Inoltre, è sempre verde, molto decorativo e chiaramente non appetito
dagli uccelli. In poche parole è semplice, pratico e geniale. E se qualche
visitatore nel mese di maggio vi canterà la natalizia canzoncina di
"Jingle bells" rispondete che Babbo Natale fuori stagione vi porterà
quale dono degli splendidi uccellini e vi farà vincere il Campionato
Italiano, sperando dentro al cuore che non passi la Befana con il suo
carico di carbone, ma non scordatelo : il carbone bisogna meritarselo!!
L'allevatore che non vuole essere "preso in giro" e che ritiene il "sistema
natalizio" non consono al proprio stile di vita, potrà ricorrere alla
semplice schermatura con "zanzariera in plastica di colore verde" o
al telo ombra sempre dello stesso colore verde, avendo cura di inserire
il materiale in modo da evitare che le unghia degli uccelli possano
imprigionarsi nelle maglie di plastica o tela ed attentare alla vita
dei riproduttori. Con questa operazione la femmina avrà l'impressione
di essere perfettamente mimetizzata e potrà controllare tutti i movimenti
esterni alla gabbia avendo la certezza interiore di non essere vista.
Con i soggetti particolarmente timorosi, sempre ammesso che gli stessi
entrino in amore, si potrà provare schermando interamente i lati della
gabbia dov'è posizionato il nido, con un lamierino possibilmente di
colore verde, che isolerà completamente la femmina dal mondo esterno
privando in tal modo l'allevatore dalla gioia di poterla ammirare ma,
nella speranza ….."ubi maior, minor cessat". L'unica raccomandazione
è quella di posizionare il lamierino in modo che gli uccelli non abbiano
a procurarsi ferite impigliandosi gli artigli fra le sbarre ed il lamierino
stesso.Per finire descriverò quello che io definisco il "sistema Carella"
. Innanzi tutto il sistema prende il nome dal suo creatore : Domenico
Carella.
Mimmo, come viene semplicemente chiamato dagli amici, è uno dei tanti
allevatori che ha fatto dell'osservazione il suo punto di forza. Tale
costanza lo ha portato ad elaborare un sistema che in qualche modo stimola
la femmina alla costruzione del nido, alla sua deposizione, cova ed
allevamento. Tale metodo non è altro che una variante del "sistema natalizio",
ma ancora più fantasioso ed originale assicurando alla femmina il massimo
della naturalezza all'interno della gabbia da cova. L'idea è semplice
: applicare la schermatura direttamente sul nido. Infatti il sito della
riproduzione è formato oltre che dal consueto cestino di vimini proporzionato
alle esigenze della specie, da un portanido interno con braccetto metallico
tale da poter consentire il distaccamento della coppa di vimini dalle
sbarre della gabbia. La genialità dell'intuizione sta tutta nell'attaccare
direttamente sull'anello portanido, i rametti del sintetico albero di
abete o pino sopra descritto. Per schermare come si deve bastano generalmente
tre o più di questi rami che devono essere e posizionati avendo cura
di poter consentire un agevole ingresso al nido alla femmina ed agli
eventuali nidiacei. Una volta fissati i finti rami assumeranno la posizione
a semicerchio attaccandosi nei lati dell'anello ma, e questa è la cosa
più importante, tutto l'insieme deve dare l'idea di tetto e pareti,
in poche parole deve sembrare confortevole, accogliente. Deve essere
avvolgente e protettivo, deve sapere di …casa (anche se monovano).
Io, ho visto i capolavori che Mimmo è riuscito a tirar fuori con questo
creativo sistema meritevole di brevetto ed oltre a consigliarvelo vi
auguro anche di far meglio di lui. In bocca al lupo.
Ivo
Tiberio Ginevra
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