LA SCHERMATURA DEL NIDO
Accorgimenti tecnici e pratici

Testo e foto di Ivo Ginevra

Pubblicato su Italia Ornitologica

Un ibrido con la "I" maiuscola od un soggetto particolarmente difficile da riprodurre è sempre il frutto della cultura in senso ornitologico di un allevatore. E' l'insieme di tutto quanto fa ornitologia, ornicoltura e creatività. E' l'insieme di conoscenze genetiche, nutrizionali, etologiche. E' il frutto dell'osservazione, dell'intuizione, della perseveranza di un uomo. E' in poche parole il prodotto di una ricerca continua per il fine ultimo di "creare".
Chi si occupa di uccelli esotici, d'indigeni o d'ibridazione è indubbiamente fra tutti gli allevatori, quello più attento alle esigenze dei volatili che deve riprodurre e sa benissimo che l'esito sperato dipende moltissimo dall'attenzione che riuscirà a mettere anche e soprattutto nei dettagli, spesso decisivi per la buona riuscita. Alle volte i grandi successi sono figli dell'intuizione, del "genio" creativo all'interno di ognuno di noi ; quel "genio", spesso etichettato con una sola parola da mogli e fidanzate con il suo sinonimo corrispondente di "follia".Uno degli accorgimenti da mettere in pratica per la riuscita del "sogno" è quello di attuare un'ottima schermatura del nido. Questo sistema consiste, come dice la stessa parola, nel "nascondere" il sito della riproduzione agli occhi dell'uomo riuscendo così a garantire quel minimo di privacy necessaria a tranquillizzare ed isolare la coppia. Inoltre, simulando le condizioni di vita naturali atte alla riproduzione, riesce a stimolare la femmina alla costruzione del nido, cova ed allevamento della prole. Il semplice cestino di vimini appeso all'interno, o peggio ancora all'esterno della gabbia, non potrà dare (tranne rare eccezioni), alcun risultato e pertanto schermare il nido diventa una delle prime regole pratiche da osservare se si vogliono raggiungere traguardi da grandi allevatori.

LA SCHERMATURA NATURALE

Rami di ginestra

Il materiale con cui effettuare la schermatura è molto vario ed in linea di massima possiamo scegliere fra quello naturale o fra quello sintetico.
Molti allevatori appendono alla gabbia o infilano fra una sbarra e l'altra di quest'ultima, dei rami o ramoscelli di albero appartenenti a quei tipi dove la femmina da riprodurre generalmente costruisce il nido allo stato libero, ricreando in tal modo un habitat quanto più possibile fedele a quello naturale e riuscendo, quindi, a garantirsi una riproduzione "quasi" sicura. Questo sistema che definiremo a "schermatura naturale" per quanto valido ed esteticamente molto gradevole, ha però degli inconvenienti fra i quali quello di dedicare moltissimo tempo agli uccelli; infatti, oltre a raccogliere in campagna o montagna che sia gli appositi rami destinati alla schermatura, l'allevatore deve anche trovare il tempo per rifare l'operazione (almeno un'altra decina di volte per tutto il periodo della riproduzione) perché i rami lentamente ed inesorabilmente seccano all'interno dell'allevamento e pertanto si devono rinnovare. Inoltre, la coppia spesso ha il vizio di mangiucchiare i rametti rovinando la loro funzione di schermo prima del previsto e creando anche dei problemi di tipo intestinale.
Sempre appartenenti al tipo sopra definito "schermatura naturale" vi è il praticissimo "sistema ginestra". Consiste nel rifare l'operazione sopra descritta adoperando dei semplici steli di ginestra che rispetto al "sistema naturale" danno come garanzia una maggiore durata e la certezza che gli animali non li becchettuzzeranno rovinandoli prima del previsto o provocandosi dei malesseri. Alcuni allevatori al fine di mantenere verdi gli steli di ginestra il più a lungo possibile, usano appendere all'interno od all'esterno della gabbia dei piccoli vasetti o bottigliette piene d'acqua (allo scopo servono benissimo quelle dei succhi di frutta) dove gli steli una volta immersi si manterranno vivi per un periodo di tempo piuttosto lungo. Il "sistema ginestra" fra i suoi indubbi vantaggi ha anche quello di poter rimuovere i rami secchi con estrema facilità, di assolvere egregiamente alla funzione di garante della privacy degli uccelli anche quando gli steli si seccano e nel frattempo come disse il poeta "dolcissimo odor manda un profumo / che il deserto consola …… estima / gli uomini, e tutti abbraccia / con vero amor porgendo / valida e pronta ed aspettando aita / negli alterni perigli e nelle angosce / della guerra comune (G. Leopardi).

Il metodo Carella

 

LA SCHERMATURA ARTIFICIALE

Altri "creativi" che purtroppo non hanno molto tempo da dedicare agli amici alati, devono ricorrere alla schermatura del nido in modo artificiale adottando in particolare quello che io amo definire con il nome di "sistema natalizio" o come dicono semplicemente gli amici che mi vengono a trovare in allevamento : c'è "aria natalizia". In poche parole questo metodo di schermatura consiste nell'usare dei rami sintetici di pino od abete dell'albero di Natale comunemente venduto nelle bancarelle e passarli fra una sbarra e l'altra della gabbia da cova o semplicemente rivestendo il portanido esterno usato per la riproduzione. I vantaggi sono indubbi e molteplici ed oltre ad assolvere pienamente allo scopo di garantire e stimolare la costruzione del nido, non vi è necessità di manutenzione. Inoltre, è sempre verde, molto decorativo e chiaramente non appetito dagli uccelli. In poche parole è semplice, pratico e geniale. E se qualche visitatore nel mese di maggio vi canterà la natalizia canzoncina di "Jingle bells" rispondete che Babbo Natale fuori stagione vi porterà quale dono degli splendidi uccellini e vi farà vincere il Campionato Italiano, sperando dentro al cuore che non passi la Befana con il suo carico di carbone, ma non scordatelo : il carbone bisogna meritarselo!!
L'allevatore che non vuole essere "preso in giro" e che ritiene il "sistema natalizio" non consono al proprio stile di vita, potrà ricorrere alla semplice schermatura con "zanzariera in plastica di colore verde" o al telo ombra sempre dello stesso colore verde, avendo cura di inserire il materiale in modo da evitare che le unghia degli uccelli possano imprigionarsi nelle maglie di plastica o tela ed attentare alla vita dei riproduttori. Con questa operazione la femmina avrà l'impressione di essere perfettamente mimetizzata e potrà controllare tutti i movimenti esterni alla gabbia avendo la certezza interiore di non essere vista.
Con i soggetti particolarmente timorosi, sempre ammesso che gli stessi entrino in amore, si potrà provare schermando interamente i lati della gabbia dov'è posizionato il nido, con un lamierino possibilmente di colore verde, che isolerà completamente la femmina dal mondo esterno privando in tal modo l'allevatore dalla gioia di poterla ammirare ma, nella speranza ….."ubi maior, minor cessat". L'unica raccomandazione è quella di posizionare il lamierino in modo che gli uccelli non abbiano a procurarsi ferite impigliandosi gli artigli fra le sbarre ed il lamierino stesso.Per finire descriverò quello che io definisco il "sistema Carella" . Innanzi tutto il sistema prende il nome dal suo creatore : Domenico Carella.
Mimmo, come viene semplicemente chiamato dagli amici, è uno dei tanti allevatori che ha fatto dell'osservazione il suo punto di forza. Tale costanza lo ha portato ad elaborare un sistema che in qualche modo stimola la femmina alla costruzione del nido, alla sua deposizione, cova ed allevamento. Tale metodo non è altro che una variante del "sistema natalizio", ma ancora più fantasioso ed originale assicurando alla femmina il massimo della naturalezza all'interno della gabbia da cova. L'idea è semplice : applicare la schermatura direttamente sul nido. Infatti il sito della riproduzione è formato oltre che dal consueto cestino di vimini proporzionato alle esigenze della specie, da un portanido interno con braccetto metallico tale da poter consentire il distaccamento della coppa di vimini dalle sbarre della gabbia. La genialità dell'intuizione sta tutta nell'attaccare direttamente sull'anello portanido, i rametti del sintetico albero di abete o pino sopra descritto. Per schermare come si deve bastano generalmente tre o più di questi rami che devono essere e posizionati avendo cura di poter consentire un agevole ingresso al nido alla femmina ed agli eventuali nidiacei. Una volta fissati i finti rami assumeranno la posizione a semicerchio attaccandosi nei lati dell'anello ma, e questa è la cosa più importante, tutto l'insieme deve dare l'idea di tetto e pareti, in poche parole deve sembrare confortevole, accogliente. Deve essere avvolgente e protettivo, deve sapere di …casa (anche se monovano).
Io, ho visto i capolavori che Mimmo è riuscito a tirar fuori con questo creativo sistema meritevole di brevetto ed oltre a consigliarvelo vi auguro anche di far meglio di lui. In bocca al lupo.

Ivo Tiberio Ginevra

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