...E così lasciarono la margheritina, che fu portata nella gabbia dell'allodola. Ma il povero uccellino si lamentava forte della perduta libertà e sbatteva le ali contro le sbarre della gabbia; e la margheritina non poteva parlare, non poteva dirgli una sola parola di conforto, per quanto ne avesse voglia. E così passò tristemente la mattinata "Non c'è acqua!" disse l'allodola prigioniera "se ne sono andati tutti, ed hanno dimenticato di lasciarmi una gocciola d'acqua da bere. Ho la gola secca, come infocata: mi par d'averci ora il fuoco, ora il ghiaccio, e l'aria è così greve!..Ah mi tocca morire, mi tocca lasciare il sole caldo e la fresca verzura, e tutte le cose belle che il Signore ha create!" Cacciò il piccolo becco dentro all'erba fresca, per cercarvi un po' di ristoro, e allora soltanto scorse la pratellina; la salutò, la baciò col becco e le disse "Anche tu devi appassire qua dentro, povero fiorellino! Te e la piccola zolla d'erba mi hanno dato, in cambio di tutto il mondo di fuori, che prima era mio. Ogni filo d'erba avrebbe ad essere per me come un albero verdeggiante: ognuna delle tue bianche foglioline un fiore profumato. Ahimè, voi soltanto mi raccontate quanto e quanto ho perduto!" "Ah, saperla consolare!" pensava la margheritina; ma non poteva muovere nemmeno una foglia; solo il profumo che esalavano i piccoli petali era molto più acuto del solito. Ciò non sfuggì all'uccellino, e sebbene si struggesse dalla sete e strappasse nell'angoscia anche l'erba verde, lasciò intatto il piccolo fiore. Calò la sera e nessuno comparve; nessuno portò al povero uccelletto una goccia d'acqua. Egli spiegò allora le belle alucce, sussultò in un ultimo spasimo; il canto divenne melanconino pigolio, ed il cuore si spezzò, nell'inedia e nella tristezza. E allora, nemmeno il fiore potè chiudere le foglioline e addormentarsi come la sera innanzi; malato e triste, si chinò a terra anch'esso. Soltanto la mattina dopo vennero i ragazzi, e quando videro l'uccelletto morto piansero; e con molte lacrime lo seppellirono in una bella tomba, tutta ornata di petali e fiori. Il cadavere dell'allodola fu posto in una bella scatola rossa: doveva avere sepoltura regale, povero uccellino! Mentre viveva e cantava lo dimenticarono, lo tennero in prigione e gli lasciarono mancare il necessario: ora, gli dedicavano tanto sfarzo e tante lacrime. Ma la zolla d'erba con la margheritina fu buttata tra la polvere della strada maestra: nessuno pensò al fiore, che solo fra tutti aveva avuto compassione del povero uccellino, e avrebbe tanto desiderato confortarlo! Tratto da "La margheritina" di Hans Christinan Andersen |