CONVERSAZIONE ORNITOLOGICA
SULLE DONACOLE
Articolo di Ivo Ginevra per Alcedo
Con Tonino Piccinini m’incontro due volte l’anno e precisamente
durante il consueto pellegrinaggio annuale alla “Mecca” degli
allevatori, mi riferisco alla mostra internazionale di Reggio Emilia,
ed in seguito nella città che ospita il campionato italiano di
turno.
I suoi uccelli esposti, li riconosco da solo, senza che il mio amico me
li indichi, perché scorrendo fra le fila di gabbie, all’improvviso
vedo innalzare il tasso tecnico, e scopro così le sue primizie.
Ad esempio, quest’anno a Reggio Emilia, dopo aver guardato un’interminabile
fila di Diamanti mandarino, trovo in successione, Granatini, Amaranto,
Kittlitz, Coloria, Diamanti Africani maggiori, poi quelli minori, quindi,
infine la sorpresa di turno: le Donacole petto bianco. Le avevo viste
soltanto nei libri!
Dopo averle ammirate vado alla ricerca di Tonino.
Appena mi vede, Lui esordisce così:
- Hai visto le Donacole petto bianco? Sono le mie!
“Già” mi dissi “…e chi l’aveva messo
in dubbio che non erano tue!”, quindi abbracciandolo sparai i primi
complimenti di rito.
Piccinini non era solo.
- Ivo, ti presento il mio amico Pippo Campo è conterraneo tuo.
Tonino non sapeva che Pippo era un mio fraterno amico, pertanto dopo i
convenevoli di rito, il discorso continuò allegramente a tre.
GINEVRA – Allora maestro! Quest’anno hai
giocato pesante, Granatini, Kittlitz, Africani e pure …Donacole
petto bianco.
CAMPO – …. E che ci vuoi fare, lui non è come noi che
si accontenta di riprodurre “quelle comuni”. Mi riferisco
alle “petto castano”.
PICCININI – Ragazzi non ci crederete, ma con le castaneothorax non
ho mai provato!
CAMPO – Certo! Tu solo le cose difficili devi fare….
GINEVRA – Piuttosto raccontaci. Com’è andata.
PICCININI – Le ho acquistate l’anno scorso …
CAMPO – E subito….Tacchete!
Dopo qualche altro minuto passato simpaticamente nel reciproco sfottò,
i miei due amici, neanche si fossero messi d’accordo, cominciarono
a raccontarsi le reciproche esperienze riproduttive con i Petto bianco
ed i Petto Castano.
PICCININI – Neanche ho dovuto faticare molto. Le ho riprodotte addirittura
in gabbie da 60cm..
CAMPO – Anche le mie Petto castano, non mi hanno dato problemi di
adattamento alla gabbia od al clima, visto che da noi fa abbastanza caldo.
PICCININI – Si sono subito ambientate anche al clima della Romagna
e non creano alcun problema alimentare, sia prima che dopo la riproduzione.
CAMPO – Cosa gli hai dato?
PICCININI – Il solito misto per esotici che somministro tutto l’anno,
integrato con del pastoncino all’uovo, sia secco che morbido…
e inoltre, qualche bigattino, durante l’allevamento dei piccoli.
CAMPO – Anche con le “petto castano” è filato
tutto liscio per quanto riguarda l’alimentazione. Appetiscono qualunque
cosa gli fornisco, però ci vuole un sacco di pazienza perché
hanno un carattere “Sciarrettero!”.
PICCININI – Sciarrettero?
CAMPO – “Sciarrettero”. Si! “Si sciarriano”.
Insomma, si litigano spesso e con tutti. Il maschio poi riesce ad essere
anche abbastanza aggressivo, con i suoi con specifici ed anche con quelli
di altre specie, pertanto onde evitare che bisticcino in continuazione,
i maschi più esuberanti li tengo separati in apposite gabbiette,
così non si rovinano il piumaggio.
GINEVRA – Veramente questi uccellini passano per specie socievole
e piuttosto incline alla vita in cattività. Io so che addirittura
allo stato libero, vivono e si riproducono in comunità.
CAMPO – Per certi versi è così, ma fondamentalmente
quando entrano in amore sono un po’ nervosi. In voliera sceglie
il suo angolo e lo difende con forza. PICCININI – Invece i Petto
bianco no! Vanno d’accordo con tutti e sono anche abbastanza socievoli
con gli altri ospiti della voliera. Se sono attaccati, respingono l’assalto,
ma non litigano! Forse qualche beccata possono darla per difendere la
spiga di panico di cui sono particolarmente ghiotti, ma nulla di più.
Ripeto: “Non mi hanno creato alcun problema!” Piuttosto ho
osservato che sostano spesso sul fondo della gabbia.
GINEVRA – Allora non potrai fare a meno delle griglie per evitare
che vengano a contatto con le feci.
PICCININI – Invece ti sbagli. Io le griglie non le uso affatto.
Metto la carta sul fondo, e sopra della sabbia, tutolo di granoturco,
il misto del commercio con gusci d’ostrica macinati e tanto gritt
che ingoiano in gran quantità.
CAMPO – Al contrario, del petto castano! Quello sul fondo della
gabbia ci sta poco e niente. Il posatoio se lo tiene ben saldo fra i suoi
artigli, e non lo molla neanche quando esegue il suo rituale d’amore,
infatti, per tutta la fase del corteggiamento fa una specie di danza fatta
di spostamenti laterali e continui salti, però a ben guardare,
non salta proprio. Simula il balzo, ma in realtà si allunga verso
l’alto, ben afferrato al posatoio. La femmina, gli sta allato in
posizione orizzontale, e quando comincia a muovere freneticamente la coda
dall’alto verso il basso, comunica il segnale d’essere pronta
per la copula ed il maschio, caliente com’è, la prende spesso
e per più giorni. Per inciso, il maschio, durante la danza del
corteggiamento è simpaticissimo perché solleva tutte le
piume del capo a mò di cresta ed ha un richiamo leggero e rullato,
veramente piacevole da sentirsi.
PICCININI – Da questo punto di vista, invece, la tua Lonchura non
presenta alcun’analogia con la Donacola petto bianco. Questa svolge
molteplici attività sul terreno, compresa quella primaria dell’accoppiamento,
che avviene in modo alquanto differente dalla petto castano. Qui la femmina
resta ferma sul fondo della gabbia, mentre il maschio, le gira intorno
spiegando le ali e la coda, quindi la becca delicatamente, come a volerla
scuotere e poi, giunto al culmine dell’eccitazione, comincia a rincorrerla
per brevi tratti, volando sul terreno finché non la copre.
GINEVRA – Questa differenziazione fra le due Lonchure avvalora la
tesi che la Donacola petto bianco, sia per abitudini, carattere e comportamenti
è talmente distante dalle altre Donacole, da far presumere a delle
specifiche sequenze evolutive originatisi in tempi piuttosto remoti; d'altronde
proprio questa Lonchura ha il suo ambiente ideale in luoghi dal clima
secco o arido, al contrario di tutte le altre Donacole che frequentano
aree ricche di vegetazione anche pantanose oppure lunghe distese di praterie.
Sarebbe interessante sapere, come costruiscono il nido in cattività
giacché in natura ci sono evidenti differenze fra le due specie.
CAMPO – Il nido della Petto castano è comune a quello delle
altre Lonchure. Intanto, preciso che accetta di buon grado quello del
tipo a cassettina di plastica e che non sottilizza per la scelta del materiale
da nido. La petto castano lo costruisce in modo piuttosto curato, formando
una regolare conca al centro dello stesso, atta a ricevere le uova. Lavorano
piuttosto bene il materiale e nel sito riproduttivo ho trovato anche pezzetti
di carta o verdure essiccate, ma sempre adattati e disposti in modo da
agevolare la cova.
PICCININI – Invece la Petto bianco sotto questo punto di vista lascia
a desiderare. Costruisce un nido che tende ad essere voluminoso e grezzo,
tanto è vero che ho dovuto più volte intervenire per accomodarlo
alle esigenze della cova.
GINEVRA – Quindi anche in cattività mantengono le stesse
abitudini comportamentali. Nido ben costruito per la Petto castano, mentre
piuttosto grezzo per la Petto bianco. E le uova, come sono? Avete notato
delle differenze? Che io sappia le uova della catsaneothorax, sono un
pò più grandi delle altre Lonchure ed hanno la forma tipica
del confetto. Giusto?
CAMPO – Giustissimo!
PICCINNI – La petto bianco no! Le sue uova sono piuttosto arrotondate
ed i poli superiore ed inferiore si riconoscono a fatica.
GINEVRA – Ecco un’altra peculiarità distintiva fra
le due Lonchure!
PICCININI – Però le pectoralis una volta completato il nido
e deposte le uova, manifestano un attaccamento, piuttosto encomiabile.
Tutte le coppie che ho messo in riproduzione, sono state ottime covatrici.
CAMPO – Anche le Petto castano si sono dimostrate buone covatrici
e non mi hanno creato alcun problema per quanto riguarda l’allevamento
e lo svezzamento della nidiata, accettando tutto quanto gli ho propinato.
Forse l’unico problema che ho incontrato, sta nella difficoltà
da parte della femmina, durante la formazione del guscio dell’uovo,
pertanto ho dovuto fare spesso ricorso a tutti quegli accorgimenti idonei
ad aiutarla.
PICCININI – Io, invece, ho dovuto superare qualche difficoltà
con l’esperienza. Innanzitutto il nido a cassettina di plastica,
sebbene accettato, l’ho dovuto collocare all’interno della
gabbia e non solo, ho schermato con un piccolo lamierino, tutta la zona
in corrispondenza con il sito di nidificazione, perché manifestavano
un eccesso di timore; in compenso deposte le uova, si sono dedicate alla
cova con assiduità, ma raramente insieme. Le notti, entrambe le
Lonchure, le passano nel nido, che usano soltanto per la riproduzione,
infatti, durante l’anno non c’entrano neanche per scherzo.
CAMPO – Al contrario il petto castano usa i nidi tutti e dodici
mesi, per trascorrere la notte.
PICCININI – Per il primo anno non ho voluto rischiare ed ho passato
i pullus sotto delle balie sicure, d'altronde mi capirete, non è
che il petto bianco viene frequentemente importato, quest’anno,
invece, ho tentato l’allevamento in purezza e ci sono riuscito senza
nessuna difficoltà.
CAMPO – Non hai avuto problemi con la muta?
PICCININI – Assolutamente no, anzi, tutto regolare.
CAMPO – Io, invece, ogni volta peno abbastanza e posso dire, per
quanto riguarda la mia esperienza, che la muta di questi soggetti è
particolarmente lunga e delicata.
GINEVRA – Concordo anch’io. Forse è ancora più
lunga di quella dei Diamanti del Gould.
PICCININI – Ivo e la tua esperienza con le Donacole petto castano,
com’è stata?
GINEVRA – Io ho avuto la fortuna di trovare un amico come Pippo
che me le ha cedute, come al solito gratuitamente, e dopo averle, più
che altro ibridate con successo col Diamante Guttato e messo insieme un
pò di fiaschi con il Passero del Giappone, il Padda ed il Diamante
del Bichenow, le ho regalate ad un intraprendente giovane allevatore,
che pur di averle si è sciroppato in corriera, circa cinquecento
chilometri fra andata e ritorno. Vedere l’entusiasmo di questo ragazzo,
la sua voglia di fare, e soprattutto la passione per questi uccellini
che poco interessano alla massa per il basso rilievo economico, è
stata per me una gran ricompensa.
CAMPO – Adesso parliamo di cose serie. Tonino caccia subito due
coppie.
GINEVRA – Si. Si. Sono d’accordissimo con Pippo. Cedici immediatamente
due coppie.
CAMPO – Due coppie l’uno! Per intenderci otto soggetti in
tutto.
GINEVRA – Non posso fare a meno di concordare con Pippuzzo.
PICCININI – Va bene. Va bene, però il prossimo anno.
CAMPO – Non cominciare a prenderci in giro!
PICCININI – No di certo! Tempo che li riproduco nuovamente, ed aumento
la famiglia.
GINEVRA – Mi raccomando altrimenti te li “attàsso”,
e poi vedrai….
PICCININI – Che vuol dire attàsso?
CAMPO - Una specie…. Come dire. Una specie di iettatura… di
malocchio, ma questo è niente rispetto alla “macumba”
che ti farò io!
IVO GINEVRA
SCHEDA DELLA DONACOLA PETTO BIANCO
(Lonchura pectoralis)
Ha il suo habitat naturale nei territori dell’Australia
settentrionale dove la temperatura non scende quasi mai al di sotto dei
18° C., ma l’esperienza riproduttiva in cattività l’ha
vista superare agevolmente la stagione invernale del nostro clima in locali
anche freddi, ma non esposti alle correnti ed all’umidità.
Frequenta le zone aride, prediligendo la savana dell’Australia con
il suo tipico secco manto erboso raccogliendo i semi direttamente dal
terreno. Nel periodo riproduttivo diviene parzialmente insettivora, alimentando
la prole con formiche, ragni ed altri piccoli insetti, catturati sul terreno.
Proprio questa attività spiccatamente a contatto con il terreno
(dove viene consumato anche il rituale del corteggiamento e della copula),
la differenzia non poco dalle altre Donacole, che oltre a volere un clima
più temperato, quasi mai si procurano il cibo da terra.
Inoltre, la pectoralis, contrariamente alle altre Donacole, ha un dimorfismo
sessuale abbastanza manifesto.
Il maschio, differenzia dalla femmina per il petto bianco inframmezzato
da qualche piuma nera, e per una maschera facciale nera. Contrariamente,
la femmina ha nel petto una maggiore presenza di piume nere ed una maschera
facciale nero-bruna. Per il resto poi, sono identici, sia per taglia che
per colore.
Allo stato libero costruisce un grezzo e voluminoso nido nel folto dei
cespugli, con un piccolo foro d’ingresso e senza corridoio interno.
Mediamente il sito di nidificazione, si trova ad un metro d’altezza
dal terreno, e per lo più, è composto d’erba secca
e radichette. Il fondo è imbottito con piccoli peli e piume d’animali.
Effettua due covate l’anno deponendo fino a sei uova di colore bianco.
Alla cova attendono entrambi i sessi, ma separatamente, con una maggiore
permanenza nel nido da parte del maschio. La notte, viene trascorsa dalla
femmina all’interno del nido, mentre il maschio riposa appollaiato
sull’estremità esterna. In cattività, invece, riposano
insieme nelle ore notturne all’interno del nido.
I piccoli nascono nudi, color carne e col becco scuro, dopo 13 –
14 o addirittura 16 giorni d’incubazione. Escono dal nido a 21 –
23 giorni e già a 50 sono indipendenti. A 60 giorni possono riconoscersi
i sessi, perché il giovane maschio evidenzia il nero della maschera
e soprattutto i primi “fiocchetti” bianchi del petto, per
il resto mantiene una colorazione simile alla femmina con una gradevole
colorazione dai toni bruno, marrone e pesca.
Si adatta bene alla cattività senza speciali esigenze alimentari
e non soffre la vita capitiva.
In ibridazione è potenzialmente tutto da sfruttare, data la totale
mancanza di notizie d’ibridi con questo meraviglioso Estrildide.
SCHEDA DELLA DONACOLA PETTO CASTANO
(Lonchura castaneothorax)
Questa Lonchura è tipica delle regioni orientali dell’Australia
e della Nuova Guinea. Risulta anche presente nel nord del continente Australe,
ma in quantità minore.
Così come tutte le Donacole, ad eccezione della sola pectoralis,
la castaneothorax vive aggrappandosi agli steli, nel folto della vegetazione
di canneti, paludi, foreste. Nell’Australia settentrionale, invece,
riesce a adattarsi al suo clima arido però, la sua presenza è
segnalata soltanto nei pressi di corsi d’acqua.
Negli ultimi anni si affaccia sempre più spesso negli insediamenti
umani, e frequentemente attacca le colture di riso e canna da zucchero
danneggiando i raccolti; fenomeno, questo, che tende a peggiorare, data
la sua abitudine nello spostarsi a stormi, magari formando gruppi misti
con altre Lonchure, fra le quali la Donacola testa grigia ed il cappuccino
a testa grigia, con le quali ha dato origine spontaneamente a dei meticciamenti
fra queste due specie.
Non raccoglie i semi dal terreno. Manifesta un particolare gradimento
delle semenze e granaglie immature. In particolare appetisce il riso,
sia esso selvatico, o di coltivazione, nonché il sorgo, il miglio
di palude ed i germogli di cereali.
Durante la prima fase dell’alimentazione dei pullus somministra
integrazioni proteiche a base di larve e piccoli insetti.
Il dimorfismo sessuale è quasi inesistente, così come per
tutte le Donacole, ad eccezione della Petto bianco. Possiede una maschera
facciale del tipico colore nero comune a tutte le Donacole, mentre la
fronte, il capo ed il collo fino all’attaccatura con le spalle sono
di un grigio scuro picchettato di nero. Il petto, ovviamente castano scuro,
è delimitato dal ventre da una striscia nera, che nei migliori
soggetti deve essere ben netta e larga circa 2 – 3 mm.. Il ventre
è di un crema pallido tendente al biancastro. Il colore castano
è nuovamente ripreso dalle penne del sopracoda, ma con toni decisamente
più chiari, mentre il dorso e le ali sono di un marrone carico.
I fianchi evidenziano un disegno formato da piccole barrature nere che
deve apprezzarsi il più regolare possibile. Il becco ardesia forte
e compatto come quello di tutte la maggior parte delle Lonchure completa
la descrizione del soggetto.
Il nido è posizionato sempre a circa un metro d’altezza dal
terreno, ma un po’ dovunque senza alcuna speciale predilezione per
i luoghi, pertanto si troverà fra cespugli, sterpi ed erba alta,
nonché fra i bambù, le canne da zucchero, o piante di granoturco.
Essendo un uccellino d’indole gregaria spesso costruisce il nido
in colonia a breve distanza l’uno dall’altro, addirittura
anche a 30 – 40 cm., e senza fare alcuno scambio per via della confusione
che inevitabile si viene a creare in un gruppo così numeroso.
La forma del nido è piccolina e ben curata. Non ha alcun corridoio
d’ingresso ed il minuscolo foro d’apertura è ben protetto
da una soffice copertura a forma di tappo.
La covata è composta da 5 o 6 uova dalla forma confettoidale e
vendono incubate da entrambi i genitori che si dimostrano solerti imbeccatori.
La schiusa avviene dopo 13-14 giorni ed i piccoli nascono senza alcuna
piuma. A venti giorni escono dal nido e dopo altrettanti venti diventano
indipendenti.
È incline alla vita captiva e non crea particolari difficoltà
circa il suo buon mantenimento. Necessita, spesso di un aver accorciate
le unghia data la loro crescita eccessiva.
In ibridazione è un uccellino che si dimostra focoso e versatile.
Ottimi per colore e disegno sono i suoi ibridi con il Diamante guttato
e con il comune Passero del Giappone. In questo settore la castaneothotax
è poco utilizzata, pertanto le strade dell’ibridazione sono
quasi tutte da percorrere ma, sarebbe bene continuare a riprodurla in
purezza per evitare il depauperamento dei ceppi in circolanti in cattività,
dato che da tempo le importazioni di questa Lonchura sono bloccate.
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