Il “Diamante Fetonte”, ovvero:
“Che fetente questo Fetonte!”.
L’esperienza riproduttiva del Diamante Fetonte
di Alessandro Cinti
Pubblicato su Alcedo n. 36/2008
GINEVRA
– Perché il Diamante Fetonte?
CINTI – Perché è un uccellino bello e difficile.
Ai limiti delle possibilità di riproduzione nei nostri allevamenti
amatoriali.
GINEVRA – Una sfida?
CINTI – Cercavo qualcosa davvero complicata per misurarmi con
me stesso. Per allungare i limiti della mia conoscenza d’allevatore
e soprattutto, per vedere come sarei riuscito ad affrontare una così
ardua sfida, con una specie di cui si conosce poco e nulla sulla sua
riproduzione in gabbia.
GINEVRA – Com’è cominciata?
CINTI – Per caso e grazie ad Arturo Franchi, un mio amico, che
dopo aver tentato invano di riprodurli mi ha ceduto la sua coppia.
GINEVRA – ….e l’hai fatto incavolare.
CINTI – Diciamo che ufficialmente è stato molto contento
della mia performance, poi….
GINEVRA – Raccontala!
CINTI – Ho iniziato con un po’ di cautela e molta circospezione
perché sapevo del carattere poco affidabile del maschio Fetonte,
infatti, l’anno prima avevo potuto verificare personalmente tutte
le teorie degli allevatori che lo vedono abbastanza violento durante
il periodo degli amori.
GINEVRA – Violento?
CINTI – Sì! Brutale fino al punto di uccidere la femmina,
addirittura sventrandola. E tutto inizia all’improvviso. Senza
alcun’avvisaglia premonitrice. Lo lasci la mattina bello tranquillo
in gabbia che canticchia, o magari affettuoso con la sua compagna e
lo ritrovi al pomeriggio sporco di sangue dopo averla massacratata.
GINEVRA – Una specie di Dottor Jekyll e mister Hyde.
CINTI – Peggio. Jack lo Squartatore.
GINEVRA – Un uccello mannaro australiano in Emilia Romagna.
CINTI – Praticamente un Fetonte!
GINEVRA – Che fetente questo Fetonte!
CINTI – La femmina di contro, non mostra alcun segno d’aggressività,
quindi la violenza è insita nel maschio e si manifesta senza
alcuna provocazione durante il periodo degli amori.
GINEVRA – Un raptus?
CINTI – Credo di sì! E’ indubbio che se vuole accoppiarsi
e la femmina non è ancora pronta, comincia a rincorrerla per
tutta la gabbia finché, una volta sfinita dalla stanchezza, la
pianta in un angolo e la uccide ferocemente.
La
musica non cambia anche quando ha i piccoli, anzi, in questi casi meglio
evitare le stragi, perché i giovani e i pullus stimolano ancora
di più il suo istinto territoriale. La miscela delle due combinazioni:
voglia di accoppiarsi e difesa del territorio, fanno esplodere la sua
aggressività che diventa devastante. Alcuni allevatori per ovviare
a questo lato oscuro del suo carattere, praticano da anni il taglio
delle remiganti, nella parte centrale. In tal modo l’uccellino
può attendere alle sue mansioni quotidiane, compresa quella della
copula, ma avendone rallentata la sua capacità di volo, non riesce
a perseguitare la femmina che può sfuggirgli sebbene con notevoli
difficoltà.
GINEVRA – Può darsi che sono le dimensioni ristrette del
contenitore a stimolare la sua aggressività?
CINTI – Non penso. Ho degli amici che hanno provato a riprodurlo
in grandi voliere e il fenomeno si è ripresentato puntualmente,
se poi pensiamo che non si parla d’uccellini di cattura, ma di
volatili che da anni si producono in cattività a causa del blocco
delle importazioni, allora il discorso diventa davvero scoraggiante.
GINEVRA – E quindi, cosa conviene fare? Cosa consigli per ovviare
a queste difficoltà?
CINTI – Innanzi tutto, tenete il maschio più occupato possibile
con attività che lo distraggono, perché ritengo la noia
e la ripetitività della vita all’interno del contenitore,
delle concause atte a stimolare la sua aggressività, quindi,
ponete rimedio e inserite delle spighe di panico, fette biscottate,
o qualsiasi cosa utile atta a farlo desistere impegnandolo con laboriosità.
GINEVRA – Tutto qua?
CINTI – Poi prediligete le femmine mature a quelle più
giovani, perché l’esperienza in questi casi aiuta molto.
GINEVRA
– Cosa intendi per femmine mature? Generalmente si preferiscono
sempre quelle più giovani.
CINTI – Con il Fetonte è meglio fare al contrario, inoltre
ho potuto costatare la fecondità della femmina anche al quarto
anno di vita….quindi meglio non aver fretta.
Per concludere è meglio disporre di più femmine per dare
la possibilità al maschio di poter scegliere quella che preferisce
maggiormente, vigilando sempre sugli scatti di pazzia. E’ una
pratica che suggerisco perché una coppia affiatata si riproduce
molto meglio, però bisogna sempre stare all’erta, dato
che non ci sono garanzie; solo un po’ di tranquillità.
GINEVRA – Ma c’è qualcosa di buono su questi Fetonte?
CINTI – Certo! Superate queste difficoltà dovute all’intemperanza
del maschio, poi fila tutto liscio. La femmina accetta di buon grado
il nido di plastica per esotici con finestrella d’ingresso, posto
sul frontale e lo rifinisce con qualunque materiale. Io però,
li aiuto imbottendo il nido e lascio alla coppia il compito di rifinirlo
con fibre di cocco e sisal. Sconsiglio la comune juta perché
la considero molto riscaldante. Le uova sono deposte senza alcuna difficoltà
e con una certa frequenza, trenta-quaranta anche in una sola stagione
cove e per di più quasi tutte feconde. Quando alleva la sua prole,
accetta di buon grado qualunque alimento somministrato sia di natura
proteica vegetale che animale, ma consiglio di passare tutto a delle
efficienti balie di Passero del Giappone, proprio per evitare le trasformazioni
in mister Hyde da parte del maschio in calore, che potrebbero improvvisamente
manifestarsi, nella strage profetizzata.
GINEVRA – Quindi tenuto a bada il maschio, tutto procede senza
problemi.
CINTI – Praticamente sì! Il Diamante fetonte possiamo considerarlo
una specie robusta a patto che superi tranquillamente la muta, già
di per sé lunga anche per gli adulti; infatti non capita di rado
che questa s’interrompa a metà della colorazione. Mi sembra
opportuno che in questa fase l’uccellino sia aiutato con i soliti
tradizionali sistemi a base d’aminoacidi, vitamine ecc..
GINEVRA – Allora con il Diamante Fetonte non si può mai
stare tranquilli!
CINTI – Proprio per questo lo allevo! Per superare i miei limiti.
È una sfida continua.
GINEVRA – Che fetente questo Fetonte!
CINTI – Sì ma noi uomini riusciamo ad essere di gran lunga
peggio di lui. In fin dei conti le sue violente sparate sono dettate
dall’istinto, nonché dagli imprescrutabili disegni della
natura. L’uomo no! Agisce nel male e sempre con la dovuta coscienza.
GINEVRA – Così come altrettanto coscienziosamente ha distrutto
e continua a distruggere l’habitat naturale in cui vive il nostro
uccellino.
CINTI – Retorico, ma reale.
Ivo Tiberio Ginevra