IL CORDON BLEU

Un soggetto vivace e rustico

testo di Ivo Ginevra

Pubblicato nella rivista Italia Ornitologica n.5 del 1996

 

Il Cordon bleu è indubbiamente fra gli uccelli più belli che provengono dall'Africa.

Il Cordon Bleu

Foto www.aoahp.free.fr

Guardandolo a prima vista non si può che rimanere affascinati dall'armonia delle tinte azzurre sul fondo grigio-bruno da dove spicca un becco rosso violaceo e sulle guance dei maschi, due graziose macchioline semicircolari di un bel colore rosso vivo. In seguito allevandolo, ci si rende conto che fra tutti gli uccelli ospiti dell'allevamento è indubbiamente uno dei più rustici e più graditi anche per le sue scarse pretese alimentari (un semplice misto per esotici con prevalenza di panico andrà più che bene) e per le grandi capacità di adattamento a qualsiasi temperatura.Inoltre, il carattere vivace ed il forte verso di richiamo, nonché il comportamento affettuoso riservato al proprio partner, completano la descrizione di questo piccolo gioiello africano tipico delle zone equatoriali e tropicali. Fin qui solo pregi; difetti forse uno solo che si manifesta durante la stagione degli amori.Infatti, in questo periodo entrambi i sessi diventano particolarmente litigiosi verso tutte le altre specie di volatili presenti in voliera ed una volta scelto il sito della nidificazione diventano, specialmente il maschio, ancora più aggressivi, dimostrando di non avere alcun timore anche di uccelli con taglie superiori alla loro.Nei confronti della propria specie sono per tutto il periodo della riproduzione costantemente in guerra ed in tale occasione si potrà udire chiaramente l'urlo di battaglia continuamente lanciato verso il proprio consimile. E' pertanto evidente che se si vogliono ottenere dei risultati nella riproduzione, bisogna alloggiare le coppie singolarmente e se possibile in gabbioni di 90 cm di lunghezza.La riproduzione non riserva particolari problemi. Anche nella scelta del nido, sia quello classico a "peretta" che quello comune a "cassetta" non daranno alcun problema. Per quanto riguarda il materiale d'imbottitura del nido andrà bene anche la semplice juta, utilizzata alla stessa stregua dei materiali più sofisticati, è comunque buona norma lasciare a disposizione anche del materiale soffice per far sì che la coppia possa rifinire morbidamente l'interno del nido.

Coppia di Cordon Bleu

Il corteggiamento è una vera delizia per gli occhi dell'ornitologo; infatti il maschio con una pagliuzza stretta all'estremità del becco, afferrandosi saldamente con gli artigli al posatoio, comincerà fermo sul posto, una danza fatta di rapidi e continuati movimenti dal basso verso l'alto; inoltre gonfiando le piume del petto, dell'addome e della testa cercherà di assumere un atteggiamento virile e seducente ed avvicinandosi alla compagna comincerà un dolce, sommesso e flautato canto interrotto all'improvviso dai soliti trilli e cicalecci di guerra. La coppia una volta formatasi risulterà affiatata garantendo il sicuro successo riproduttivo, senza mostrare alcuna paura nei confronti dell'allevatore e delle sue continue ispezioni.Il nido sarà prevalentemente costruito dalla femmina con zelo e rapidità ed il maschio in questa fase terrà un costante comportamento di "vigilantes" minaccioso e guardingo, emettendo spesso trilli di allarme ad ogni sospetto. In questa fase precedente la deposizione delle uova sarà bene fornire alla femmina una vera "tempesta" di sali minerali, gritt, sabbia ed ossi di seppia a volontà che la futura mamma mostrerà immediatamente di gradire appetendo in grandi razioni, sicuramente consapevole della propria difficoltà di formazione del guscio delle uova. Anche grattugiare delle ossa di seppia ed una volta in polvere cospargere tutti gli alimenti non è una precauzione eccessiva poiché bisogna aiutare in tutti i modi la femmina nella formazione del calcio necessario al guscio delle uova in quanto non e cosa rara vederla impallonata sul fondo della gabbia od addirittura vederla morire senza poter fare alcunché per salvarla. La cova dura in media dai 12 ai 13 giorni e durante questo periodo la femmina resterà quasi costantemente nel nido sorvegliata dal "vigilantes" che, comunque, darà anche lui un aiuto nella cova. Alla schiusa i pullus si presentano ricoperti da un folto piumino grigio e con un "patten buccale" abbastanza caratteristico che li distingueranno chiaramente dagli altri congeneri, inoltre saranno ben visibili ai lati del becco, delle fluorescenze azzurrognole facilmente individuabili dai genitori nella penombra del nido e ciò per facilitare l'imbeccata.

La richiesta di cibo da parte dei pullus non è molto insistente, anzi è abbastanza delicata, per cui bisognerà necessariamente controllare i genitori nelle loro mansioni.

Cordon Bleu

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Dovendo ricorrere alle balie, allora la scelta dovrà ricadere su quelle di provata esperienza badando di non mandare avanti covate miste che sicuramente sarebbero fatali ai Cordon Blu. Giova anche ricordare che questa Specie abbisogna (particolarmente nei primi giorni di vita) di una integrazione proteica di natura animale ed infatti non è male somministrare larve di tenebrione ed uova di formica, ma se ciò non è possibile per vari motivi allora sarà bene abituare per tempo la coppia e le balie a nutrirsi con un pastoncino altamente proteico, possibilmente di tipo morbido, stemperato con uno per insettivori. Inoltre, semi germinati ed immaturi, grano rinvenuto nell'acqua, uovo sodo e biscotti ammorbiditi nel latte non dovrebbero mai mancare, perché questa specie è in grado di allevare molto bene se ha a disposizione tutto quanto possa servirle per alimentare i piccoli. I giovani forniti di un piumaggio grigio ed azzurrognolo simile a quello materno assumono il pieno colore intorno al 4°- 6° mese di vita.Chiaramente con questi colori così forti e ricercati, la mente di un ibridatore non può far altro che fantasticare meravigliosi soggetti nati con l'accoppiamento fra Becco di corallo, Melba, Bengalino, Amaranto e se l'ibridatore vuole proprio impazzire sognando, si immaginerà gli "incredibili" ibridi prodotti con un Diamante di Bichenow, con un Diamante fetonte o con un bellissimo Granatino, tutti, peraltro possibili. Prima di concludere questo scritto mi sembra doveroso per completezza di trattazione, far un cenno alle 3 sottospecie del Cordon blu anch'esse di poche pretese come il suo conspecifico e precisamente: 1. il Cordon blu maggiore o gigante, che si differenzia dal Cordon blu per una taglia di gran lunga maggiore (14, 15 cm ed oltre), ma con un colore azzurro molto sbiadito; 2. l'Astridide blu (U. angolensis), dotato di un azzurro più intenso ma con l'assenza del semicerchio rosso nelle guance; 3. il bellissimo Astrildide a testa azzurra (U. cyanocephalus), anch'esso privo dei semicerchi rossi, ma dotato di un azzurro vivo che si estende per tutto il petto, sulla fronte e sul capo fino alla nuca. Inoltre è dotato di una taglia di due centimetri più grande del Cordon blu e di un canto continuo e grazioso.

Le femmine delle tre sottospecie sono simili a quelle del Cordon blu ma si distinguono, un po' per la taglia superiore ed un po' per il colorito più esteso. Il comportamento in fase di riproduzione è pressoché identico a quello del Cordon blu ma l'esperienza consiglia per le sottospecie ed in particolare per il Testa azzurra, di usufruire di una umidità maggiore, possibilmente intorno all'80% od anche al 90% e ciò perché queste sottospecie vivono soprattutto nelle boscaglie ed ai margini dei corsi d'acqua. Di contro il Cordon blu con questi tassi di umidità fa generalmente cilecca e spesso si ammala a testimonianza della solarità di questo animale adatto, una volta acclimatato, anche a sopportare le temperature rigide dei nostri inverni. Allevare queste Specie dà molte soddisfazioni ed anche in campo espositivo i risultati non tarderanno ad arrivare. Personalmente ritengo che tali animali con i loro colori così forti ed armoniosi e con il loro comportamento vivace e carico di personalità, potrebbero far parte di un programma sperimentale di pet-therapy con indubbi vantaggi di tipo farmacologico e clinico specialmente nella psiche di chi nella vita è stato poco fortunato.

Ivo Ginevra

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