L'amore
fu a prima vista e nacque in una uccelleria fra le tante voliere ammassate
l'una sull'altra. Erano alloggiati in una gabbietta, impauriti ma ben
affiatati ed in salute.
Becco
di piombo a testagrigia |
Si
trattava di una coppia di Becchi di Piombo a Testagrigia di cattura
e peraltro bellissima. Tornato a casa misi tutto a soqquadro nella ricerca
di notizie sul Testagrigia ed appresi subito che si trattava di una
lonchura africana tipica del Kenya e Tanzania molto affine al Becco
d'Argento tant'è che non di rado si formano in natura gruppi misti fra
le due specie (da "gli Estrildidi" di Lucarini, De Flavis, De Angelis,
edito F.O.I.). Trattandosi di affini al Becco d'Argento mi convinsi
subito che l'impresa di riprodurli non era poi molto difficile se non
fosse altro per la difficoltà di formare la coppia dato lo scarso dimorfismo
sessuale della razza e l'ostacolo che gli uccelletti erano adulti e
di cattura, quindi più difficili da adattarsi ad una riproduzione in
gabbia. Ritornato dal negoziante per acquistare i Becchi di Piombo a
Testagrigia appresi che non erano in vendita perché piacevano molto
alla sua fidanzata e che sicuramente si trattava di una coppia perché
uno dei due soggetti spesso emetteva un richiamo ed accennava ad una
piccola danza sul posatoio simile a quella del Passero del Giappone.
Ringalluzzito da questa affermazione che per un allevatore di Lonchure
alle prese con i problemi del mancato dimorfismo della razza suona come
un "ce la posso fare!", tornai alla carica finché non riuscii ad acquistarla.
La fidanzata del negoziante me la cedette a malincuore e mi disse che
era terribilmente attratta da quella calda miscela di colori bruno e
grigio e da quel piumaggio sempre composto e brillante. In poche parole
aveva sintetizzato il mio pensiero al quale bisognava aggiungere il
fascino di quei puntini bianchi sulle gote nonché la voglia di cimentarsi
in qualcosa di nuovo e di originale.In allevamento li alloggiai in una
gabbia di 60 cm. e li posizionai in alto in modo che stessero più tranquilli,
mettendo a disposizione un buon misto per esotici formato per la maggior
parte da panico. Lasciai anche il bagnetto a loro disposizione per tutti
i giorni e gli stessi lo gradirono molto dedicandosi a frequenti abluzioni.
Una volta puliti e ripuliti manifestarono il loro carattere tranquillo
anche in mia presenza e ciò mi diede la possibilità di osservarli meglio,
tanto da poter azzardare la tesi (confermata dalle mie esperienze personali),
che il maschio è riconoscibile dalla femmina per una maggiore presenza
di puntini bianchi nella guancia e nel collo. Questi puntini nel maschio
danno un'aria di maggiore luminosità rispetto a quelli della femmina
nella quale (essendo un po' in meno) si evidenzia una maggiore presenza
di grigio.
Becco
di piombo a testagrigia |
La
riproduzione l'avevo programmata per l'anno successivo perché la logica
imponeva almeno un anno di acclimatizzazione alle nostre latitudini,
per non parlare poi dell'adattamento alla vita in cattività essendo
soggetti già adulti. Notai, invece e contro ogni aspettativa, che
la coppia si scambiava molte attenzioni e che il maschio danzava in
continuazione sul posatoio tentando di coprire la compagna alla fine
del "balletto". L'idea di tentare subito la riproduzione fu immediata
e quindi misi nella gabbia il classico nido a "peretta" ed un nido
per Diamanti del Gould, nonché sfilacci di juta in quantità. Il risultato
fu che il maschio continuava a cantare, danzare e coprire la femmina
ma neanche un solo sfilaccio di juta fu mai raccolto e depositato
nel nido. Anzi per essere precisi non li vidi mai entrare nel nido
neanche per caso. Bene, visto come andavano
le cose, era inevitabile che nella mia mente (come in quella di un
qualsiasi allevatore di I.E.I.) scattasse l'incaponimento della riuscita
a tutti i costi e quindi misi in atto tutti quegli accorgimenti dettati
dall'esperienza. Innanzi tutto li cambiai di gabbia alloggiandoli
in una volieretta di 90 cm. x 45 cm. x 45 cm. e l'appesi alla parete
opposta a dove stavano prima.Li bombardai di vitamina E fornendo loro
semi germinati in particolare il grano spolverato con un pastoncino
secco all'uovo che appetivano voracemente. Appesi nel gabbione tre
nidi già fatti dai Passeri del Giappone posizionandoli uno sul frontale
e gli altri due sui lati della gabbia ed attesi fiducioso i frutti
dell'esperienza, fra gritt ed ossi di seppia. Uno di questi nidi,
infatti, fu subito ispezionato e dichiarato di gradimento dalla coppia
di Becchi di Piombo a Testagrigia che cominciava a sostarci sempre
più spesso, finché una mattina trovai finalmente il primo uovo. Per
dovere di cronaca devo precisare che fu scelto il nido sul frontale.Le
uova (quattro in tutto) furono covate assiduamente dai genitori che
sostavano contemporaneamente nel nido. Soltanto il maschio usciva
dalla cassettina di riproduzione quando sentiva un rumore improvviso
e sempre quando mettevo a disposizione il grano germinato. Tutte e
quattro le uova risultarono feconde e l'affiatamento della coppia
faceva ben sperare per il prosieguo della riproduzione, ma dopo la
schiusa (chiaramente come sempre accade a chi ha sognato fin troppo),
ecco nascere i primi problemi. La coppia continuava a covare accanitamente
ma non alimentava la prole e soltanto la fortuna di avere a disposizione
una coppia di Passeri del Giappone mi permise di salvare due pullus.
La femmina di Becco di Piombo a Testagrigia fece altre due deposizioni
e la coppia si comportò esattamente come nella precedente prima covata,
ma oramai allertato salvai altri sette nidiacei consegnandoli alle
solerti balie Passeri del Giappone.
I pullus presentavano i
lati del becco di un azzurro carico e molto luminoso, chiaro segno
distintivo della specie e vagamente somigliante a quello dei pullus
di Cordon Blu dell'Angola, inoltre il pattern buccale metteva ottimamente
in evidenza un disegno ben marcato. I piccoli dentro al nido sono
facilmente distinguibili dal colore bianco del codione. Crescendo
i piccoli reclamavano l'imbeccata con veloci ed insistenti oscillazioni
laterali della testa emettendo un pigolio abbastanza veemente ed a
tratti persecutorio ogni qualvolta che un genitore si avvicinasse
a loro.L'insistenza nel richiedere l'imbeccata era tale che un piccolo
di Passero del Giappone allevato insieme ai Becchi di Piombo a Testagrigia
era involontariamente trascurato dai suoi naturali genitori data la
vorace richiesta di cibo da parte dei fratellastri. Richiesta che
peraltro divenne ancora più ossessiva quando i piccoli lasciarono
il nido a circa tre settimane dalla schiusa. L'anno seguente misi
tre coppie di Becco di Piombo a Testagrigia in riproduzione ottenendo
20 piccoli e l'anno successivo ancora, ne ottenni altri 20 ma tutti
furono svezzati dalle balie. Infatti, nonostante i miei sforzi di
far riprodurre "in purezza" le coppie di Becchi di Piombo a Testagrigia,
gli stessi si sono sempre comportati così come si comportò la coppia
di genitori acquistati in uccelleria.A chi si appresta nella riproduzione
di questi splendidi uccelli mi permetto di dare qualche suggerimento
dettato dalla mia personale esperienza consigliando innanzitutto di
controllare spesso i nidi perché il Becco di Piombo a Testagrigia
ha l'abitudine di riempire il nido di sfilacci di juta coprendo le
uova che sono generalmente deposte di frequente e non di rado da una
sola coppia possono, ottenersi con l'aiuto delle balie, anche una
ventina di soggetti.Questa pratica del ricorso alle balie è chiaramente
da ritenersi deprecabile ma allo stato attuale vista la scarsa presenza
di questi uccelli negli allevamenti e nelle esposizioni italiane,
la ritengo essenziale per la divulgazione di questa bellissima Loncura
non avida di successi per gli allevatori. Io, ad esempio, ho conquistato
uno splendido secondo stamm al Campionato Italiano di Padova e non
sto a descrivervi la mia gioia per un successo che tre le sue origini
da una coppia di soggetti acquistati in uccelleria ad un prezzo più
che modesto. Nell'ibridazione questo volatile non è per niente usato
ed è un vero peccato visto le capacità seppure potenziali che potrebbe
esprimere. Io lo vedo splendidamente con una Donacola petto castano
o con un Diamante Guttato. L'avventura è già cominciata nel negozio
di animali, ora si tratta solo di continuarla, ma ancora di più di
sognarla, tanto si sa benissimo ch'è il "sogno" ciò che tiene in vita
il morale e l'interesse di un allevatore di I.E.I..
Ivo
Ginevra
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