Sapete perché Boboli si
chiama proprio così?
Alcuni faranno riferimento al Giardino di Boboli dal nome della collina
omonima......... ma perché: BOBOLI?
..........................vuole
che fosse Boboli "un boschetto, ove ogni anno per la
festa dell'Ascensione
concorre gran quantità di popolo"; da "popolo", "poboli"
a "Boboli" il passo è molto semplice e breve!
Anticamente vi erano delle
burle fatte dai giovani i quali non avevano altro modo per divertirsi.
E' bene fare una premessa.
A Firenze, nel giorno
di Pasqua, c'è
"lo scoppio del carro". Consiste nel fare volare una colomba
posticcia dall'altare maggiore della chiesa Santa Maria del Fiore (duomo)
attaccata a un filo, fino a piazza San Giovanni attraversando tutta la navata
principale della chiesa. Per "volare" viene acceso un razzo
incorporato nella colomba. Alla fine della corsa (volo) la colomba va a urtare contro un
carro pieno di fuochi pirotecnici e petardi. Questi si incendiano se la
colomba giunge fino a destinazione. I contadini confidano in un'annata
propizia per i raccolti se l'esito è favorevole.
Ecco quello che facevano i giovani............
Sembra che una volta molti contadini venissero a
Firenze di buon mattino, il giorno di Pasqua, per trovare un buon posto dal
quale vedere al meglio il volo della colombina e ricavarne le previsioni per i
futuri raccolti.
I giovanotti "cittadini", non trovavano di meglio per
divertirsi che piazzarsi alle spalle di questi sempliciotti, armati di grossi
canestri che al momento opportuno, proprio allo scoppio del carro,calavano in
testa al povero villano di turno impedendogli di vedere ciò che aveva atteso
per ore.
Festa
del grillo
Nel giorno dell'Ascensione si celebra
nel parco fiorentino delle Cascine una festa legata a una vecchia tradizione:
La festa del grillo.
Non è dato a sapere la data precisa di questa festa, ma si parla del 1500.
La festa potrebbe dirsi "fare la festa al grillo", ovvero
sbarazzarsi dell'insetto.
Pare che negli anni andati questi distruggesse i raccolti quindi una calamità
per i poveri contadini.
Agostino Lapini scrisse sul suo diario:
"A dì 8
luglio 1582, nel popolo di s. Miniato a Strada...... vi comparse tanta e si
grande quantità di grilli che divororno ogni cosa; di maniera che si comandò
a parecchi populi di detto paese che andassimo 'ammazzargli', e vi ragunorno
più di mille uomini...... Morinonsi detti grilli, se non tutti la maggior
parte....."
Un'altra credenza dice che questi
insetti, dal canto primaverile, portasse gioia e benessere. Veniva quindi
catturato e portato a casa. I fiorentini partivano di buon'ora dalle loro
casse, tutta la famiglia era diretta al parco delle Cascine. Le donne
stendevano a terra delle tovaglie preparando il cibo. I giovani andavano a
caccia del grillo e con la scusa della ricerca si appartavano per qualche
minuto.
Lo
scoppio del carro
Pazzino
de' Pazzi partecipò alla crociata in Terrasanta voluta da Papa Urbano II e
guidata da Goffredo da Buglione con suo fratello Baldovino. Raccontano le
cronache che Pazzino si comporto molto coraggiosamente, fu tra i primi a dare
l'assalto.
Dopo qualche anno di permanenza in Terrasanta tornò a casa carico di
gloria e anche di qualche pietra che lui giurava di aver tolto dal santo
Sepolcro.
Queste pietre costituiscono la fase di partenza della manifestazione
(unica nel suo genere in Italia) conosciuta come lo "scoppio del
carro".
Ma se lo scoppio si svolge alle ore 11 del mattino della Pasqua, la cerimonia
ufficiale inizia molto prima nella chiesa dei SS Apostoli dove il sacerdote
sfregando le pietre scaturisce la scintilla che accende il cero pasquale.
A sua volta il cero deve rendere incandescenti i carboni appositamente
sistemati in un "porta fuoco". I carboni vengono, poi, consegnati
dalle maggiori autorità cittadine, all'arcivescovo che celebra la Messa
solenne sull'altar Maggiore di S Maria Del Fiore (duomo).
Al momento del
"Gloria" l'arcivescovo accende la miccia di una colomba la quale
attraversa tutta la cattedrale fino a giungere al "Brindellone" come
hanno battezzato i fiorentini il "Carro del fuoco"
I primi "scoppi" risalgono al XVI secolo.
La
rificolona
Secondo la tradizione cristiana l' 8
settembre nacque la madre di Gesù, in un anno imprecisato non lontano da
Nazaret.
Una delle maggiori basiliche di Firenze, Santissima Annunziata
(nell'omonima piazza), è dedicata al suo culto.
In questo giorno le genti che popolavano le campagne nei dintorni della
città si recavano nella chiesa per pregare. Lo facevano di sera,
quando il lavoro nei campi era finito. Il pellegrinaggio fino a SS Annunziata
era schiarito da delle lanterne di carta con al centro una candela. Le
viottole e le strade non erano quelle di oggi e l'illuminazione era data da
queste specie di lanternine cinesi.
Via via che si concentravano verso la chiesa lo spettacolo delle lanterne era
suggestivo.
Alcuni portavano con sè: latte, formaggio, frutta e altro; era
un'occasione per scambiarsi i loro prodotti.
Al ritorno alcuni ragazzi dispettosi facevano in modo di colpire le lanterne (rificolone)
per far proseguire il viaggio al malcapitato al buio.
Ancora oggi questa tradizione è molto viva nei fiorentini. Il giorno 7
settembre tutti in piazza SS Annunziata con i lanternini tenuti da un
bastoncino di canna; i più piccoli portano la rificolona e i più grandicelli
cercano di spengerle con una cannuccia caricata con un proiettile di stucco.
Soffiando con forza dentro la cannuccia lo stucco sfonda la carta e fa cadere
la candela..... la rificolona si incendia. L'incendio della rificolona è di
buon auspicio.
|