Registrazione utente | Modifica la tua registrazione | Cancella registrazione
“Le mie Olimpiadi con batticuore
accanto a Gilardino”
La cremonese Alice Bregoli, fidanzata del celebre bomber (ormai quasi sicuro
di debuttare nella Nazionale di Lippi) ha visto tutte le partite, ma soltanto in
Tv. Per scaramanzia
06 Settembre, 2004
di
Silvia Galli
Mancano pochi minuti al fischio d’inizio e lei
Alice Bregoli è già scesa mentalmente in campo con il suo Albi (Alberto
Gilardino). La tribuna per lei da un mese a questa parte è stata una comoda
poltrona di casa a Costa Sant’Abramo, da dove ha seguito in assoluto e religioso
silenzio, quasi sempre da sola, solo qualche volta in compagnia del papà, le
avventure calcistiche della sua dolce metà. Non ha raggiunto l’allegra brigata
di fidanzate, mogli, amici e parenti che sono volate ad Atene, ha seguito i
match dall’Italia, dalla tv di casa. “Ho vissuto la tensione agonistica con lui
- racconta la
dolce Alice - poi abbiamo fatto un accordo. Sarei partita se fossero arrivati in
finale. Anche perché una volta là, io non avrei potuto né vederlo né stare con
lui”. In sostanza bloccato e barricato nel villaggio olimpico, off limits per
mogli, fidanzate e parenti stretti. E un po’ di sofferenza soprattutto nelle
giovani coppie come queste, si sente: sia Gila che Alice hanno sofferto la
lontananza, anche se il telefono è stato loro di grande aiuto.
“Ci sentiamo in continuazione fino a tre ore prima della partita e un’ora dopo.
E’ la prima volta che stiamo per così tanto tempo lontani. Se anche fossi andata
là, l’avrei visto a malapena al massimo dieci minuti, dopo la partita”.
Ed ora a poche ore dal fischio d’inizio, quando gli azzurrini di Gentile si
giocheranno il terzo e quarto posto contro l’Iraq, (la nostra intervista è stata
realizzata il 26 agosto, n.d.r.), Alberto spera di vincere almeno il bronzo,
visto che è da una cinquantina di anni che l’Italia ritorna a casa dopo le
Olimpiadi a mani vuote. Sarebbe un bel colpo.
Ma come ha vissuto questa esperienza Alberto?
E’ dispiaciuto di non essere arrivato in finale, ma è rimasto soddisfatto della
bella esperienza. Purtroppo era l’unico attaccante e per lui Gentile non ha
messo in atto schemi vantaggiosi che evidenziassero la sua bravura. In tutto ha
segnato tre gol, ma avrebbe potuto fare molto di più.
Teme l’Iraq?
Lo teme anche perché loro faranno il possibile per vincere, anche se rispetto
all’Argentina sento Albi più tranquillo.
Quali sono gli avversari che ha temuto di più?
L’Argentina e il Mali.
Quando c’era la partita come ti preparavi, sei superstiziosa facevi qualche
rito scaramantico?
No, io non sono superstiziosa. In genere stavo sola perché ero molto nervosa, al
massimo c’era con me mio padre. Ero felicissima quando Alberto segnava o
comunque quando l’Italia andava in vantaggio.
Spesso è capitato che Alberto sia caduto e si sia fatto male. E tu assisti a
tutto a chilometri di distanza?
Guarda non posso descrivere il mio stato d’animo di quei minuti, lui che cade e
non si rialza, mi sembra un tempo interminabile, sono tesa, preoccupata,non sto
bene. Quando poi vedo che si rialza, mi tranquillizzo, ma la vera tranquillità
arriva quando lo sento al telefono dopo la partita e mi dice che sta bene.
Alberto è superstizioso?
Direi di sì. Prima delle partite ascolta sempre la stessa canzone, all’Europeo
poi un giorno non si era fatto la barba e segnò. Non si tagliò più la barba per
tutte le partite.
Cosa critichi del suo modo di giocare?
Non critico niente, critico invece fortemente gli schemi di Gentile perché
Alberto non è stato per nulla aiutato.
Ora la semifinale e poi finalmente di riabbraccerete...a quando l’incontro?
Torna sabato, andrò a prenderlo alla Malpensa.
Le prime parole che gli dirai quali saranno?
Lo abbraccerò stretto stretto e poi...(il seguito è strettamente personale,
n.d.r.). Purtroppo lo vedrò solo per un giorno, anche perché lunedì partirà per
altri dieci giorni con la nazionale di Lippi per le qualificazioni mondiali. La
prima partita sarà giocata il 4 settembre e poi l’8 settembre volerà nella
Repubblica della Moldova.
Lo seguirai?
No, non lo seguirò.
Stare accanto a dei campioni non è sicuramente facile...
Non è per niente facile vedersi nei mesi estivi perché lui è sempre in ritiro.
Spero che inizi il campionato, così lo potrò vedere di più. Sono contenta che
resti al Parma, perché è vicino a Cremona e a Piacenza, città nella quale io
studio. Quest’anno dovrei finire gli esami e poi mi rimarrà solo la tesi.
Andrai a vivere a Parma da lui?
Mi dividerò tra Cremona, Piacenza e Parma. Per tre giorni alla settimana ho
comunque intenzione di stare a Parma.