B u j i n k a n  N i n t a i  D o j o

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Ninjutsu

di Fritz Rumpf
Traduzione di Michele Basile, revisione di Patrizia Pozzoli

 

Durante la guerra russo-giapponese del 1904/1905 il famoso servizio di raccolta informazioni e notizie dell’esercito giapponese ebbe molti riconoscimenti...

(la flotta russa, che viaggiò 12 mesi per venire clamorosamente sconfitta a Tsushima, era stata seguita passo a passo dalle spie nipponiche, fin dalla divisione in due gruppi, di cui uno entrato nel Mediterraneo si sarebbe ricongiunto attraversando il canale di Suez, nell'Oceano Indiano con quello che aveva circumnavigato l'Africa e poi ancora nelle varie tappe asiatiche, n.d.r.),

...arrivando ad influenzare i servizi di intelligence durante la guerra mondiale del 1914/1918. E’ poco riconosciuto in Europa che questo servizio informativo non fu nulla di assolutamente originale, ma veniva coltivato da secoli come parte importante dell’arte della guerra giapponese. Come molte altre istituzioni il servizio informativo – Ninjutsu o Shinobi-no-jutsu – venne importato dalla Cina...

(si pensa che anche Miyamoto Musashi abbia posseduto L'Arte della Guerra di Sun Tsu, n.d.r.),

...dove sorse ai tempi della Guerra dei Tre Regni...

(San-kuo, periodo dei Tre Regni, +221-265, n.d.r.)

...subendo tuttavia in Giappone, nel corso degli anni, una completa riorganizzazione. Nato originariamente come attività di rilievo nelle consorterie dei ladri e rapinatori venne riconvertito in un servizio di spionaggio militare in Giappone già dal XII secolo durante la lotta che oppose i Minamoto ai Taira...

(nel XII secolo gli Heike-taira e i Genji-minamoto si contesero il potere, concludendo le ostilità con la guerra Gen-pei, contrazione di Genji e Heike - 1180-'85)

...più tardi venne ulteriormente sviluppato così che ai tempi della guerra per l’unificazione del Giappone sotto Nobunaga e Hideyoshi...

(nella seconda metà del XVI Oda Nobunaga iniziò l'unificazione dei feudi sotto un unico potere shogunale; proseguì Toyotomi Hideyoshi e l'impresa venne portata a termine da Ieyasu Tokugawa)

...esso veniva già insegnato come ramo importante dell’arte della guerra...

(in: Storia dei Maestri Spadaccini contenuta nel Quaderno del BU-SEN n° 2, si suggerisce che gli Yagyu, tradizionalmente maestri d'armi dello shogunato, dirigessero la Polizia Segreta dei Tokugawa).

Anche il governo Tokugawa dedicò molta attenzione allo spionaggio che divenne certamente, durante i lunghi anni di pace dal 1615 al 1867, sempre più uno strumento utilizzato praticamente dalla polizia segreta mentre i circoli militari si accontentavano di un interesse più teorico.

L’impiego in guerra del sistema di spionaggio implicò l’utilizzo di malviventi, che ne costituivano l’ossatura fin dai tempi delle consorterie di ladri; i signori feudali ammettevano nelle loro città castello alcune abili spie come insegnanti di questi rami della tattica di guerra. Alcuni dei più grandi signori, come ad esempio Hideyoshi non disdegnavano affatto la personale abilità di spia e informatore. Le spie - Ninjutsusha o Shinobi no mono – non vedevano nella loro attività nulla di disonorevole, erano anzi fieri del loro mestiere come di un arte. Era proibito uccidere un uomo o appiccare incendi senza motivi convincenti. Gli stessi signori esortavano i loro informatori ad esercitare la loro attività senza spargimento di sangue né atti violenti e senza anteporre l’interesse personale a quello generale. Un buon cameratismo e l’assenza di paura davanti alla morte erano indispensabili per quel mestiere pericoloso.

L’interesse didattico per il mestiere portò con sé l’insorgere di diversi stili di servizi informativi. Gli appartenenti alle diverse scuole si riunirono dunque in leghe, di cui se ne contano in tutto undici. Le più conosciuto erano la Koga-ryu (stile Koga) e la Iga-ryu o Momochi-ryu. In entrambe le località (Koga, nella provincia Totomi, e nella provincia Iga) l’arte fu caratterizzate dal carattere montuoso del territorio. I membri di queste gilde si chiamavano Koga-mono o Iga-mono. I fondatori di questi stili furono Hakuunsai, padre di Tozawa Yamashiro no Kami, signore feudale di Hanakuma nella provincia di Settsu, e Momochi Nahari, chiamato Momochidayu, dalla provincia di Iga. I membri delle varie gilde utilizzavano i tempi di pace per praticare lo spionaggio in preparazione della guerra.

In letteratura i Ninjutsusha vengono abitualmente menzionati con i nomi cinesi di Kanja, Kanjin o Kancho; il popolo li chiamava Rappa o Suppa. La buffa spia maldestra è il noto personaggio comico Suppa delle commedie medioevali (Nokoyogen).

Terajima nomina, nella sua enciclopedia di centocinquanta volumi "Wakan Sanzai Zue", cinque modi dello spionaggio: Ka-ton, Sui-ton, Moku-ton, Kin-ton e Do-ton ovvero l’arte di rendersi invisibili con l’aiuto di uno dei cinque elementi cinesi (Kan, Sui, Moku, Kin, Do = fuoco, acqua, legno, metallo, terra). Le indicazioni cinesi relative allo spionaggio, redatte nel dotto stile filosofico, sono tuttavia puramente teoriche e di scarso significato pratico. Esse inoltre non mirano ad essere indicazioni pratiche quanto piuttosto ad ammaestrare lo spirito. Importante per i Ninjutsusha giapponesi fu il "Seinin-ki" un manuale per l’istruzione nell’arte dell’informazione. Secondo questo libro un buon Ninjutsusha doveva possedere anzitutto le necessarie qualifiche fisiche e spirituali per il suo mestiere. A queste appartengono in primo luogo l’agilità, capacità di autocontrollo e forza fisica. All’allenamento professionale appartengono inoltre: studio della fisionomica, i principi dell’arte del travestimento e la capacità di leggere nel pensiero. La corretta conoscenza dei fenomeni atmosferici e geografici, la capacità di osservazione della natura e la conoscenza approfondita di usi e costumi del luogo delle operazioni. Il libro dà inoltre indicazioni sul primo soccorso in caso di incidenti, sul mantenimento di un buono stato di salute ecc. Anche le questioni di alimentazione e abbigliamento giocano un ruolo importante. Un valore particolare veniva dato all’arte del travestimento.

All’equipaggiamento di un Ninjutsusha appartenevano innanzitutto un grande cappello di paglia o canna intrecciata, adatto a coprire il volto, una corda con un uncino ad una estremità, da utilizzare per scalare oppure per legare i nemici e quanto necessario per scrivere. Un fazzoletto (tenugui) serviva a creare con pochi tocchi una maschera per il volto (hokamuri) o per bere dell’acqua di notte. Giacché le condizioni dell’acqua nottetempo non si potevano controllare, si utilizzava il fazzoletto come filtro, supponendo che i germi nocivi venissero così trattenuti dal tessuto, come anche che la tinta del fazzoletto avesse proprietà disinfettanti. All’equipaggiamento appartenevano inoltre: pugnale, pietra focaia e una spada che aveva un cordino più lungo di quello che si usava solitamente, dato che la spia, quando lasciava a terra la spada scavalcando un muro o un recinto, doveva essere in grado di tirarla a sé successivamente. Requisito indispensabile infine era una piccola farmacia da viaggio (INRÔ).

Ci si esercitava molto inoltre nei diversi tipi di andature. Vi erano indicazioni speciali sulle diverse maniere di camminare, di giorno e di notte, in montagna e in pianura, o nell’attraversare le città. Camminare con i piedi lievemente rivolti verso l’esterno serviva a facilitare l’interruzione improvvisa del passo, in caso si venisse traditi dal proprio rumore oppure quando serviva percepire un suono leggero o voci lontane. I Ninjutsusha confezionavano da sé le proprie calzature e la loro fabbricazione veniva considerata un rigoroso segreto.

Un buon Ninjutsusha doveva, in caso di necessità, potere percorrere 100-130 chilometri al giorno. Tirare di scherma, lottare e conoscere il judo (difesa personale senza armi) erano cose che naturalmente appartenevano alla sua formazione. I travestimenti più comuni erano quelli di un Komuso (un pellegrino che col viso coperto da un grande cappello con visiera girovagava e si procurava il sostentamento chiedendo la carità), di uno Yamabushi (un prete vagabondo mendicante) o quello di un Hokashi (venditore ambulante). Per lo più i Ninjutsusha andavano soli, a volte in due e raramente in tre. Una buona conoscenza dei diversi dialetti, o almeno di alcuni, era indubbiamente necessaria. Si diceva che un abile Ninjutsusha dovesse sapere scalare un muro scosceso con l’abilità di un ragno, così come fanno i ladri europei che si arrampicano su per le facciate.

Di notte il Ninjutsusha si orientava assaggiando la terra. Se il terreno aveva un gusto salato allora si trovava in una strada principale molto trafficata, se sentiva un sapore più amaro poteva stabilire di trovarsi in una strada poco utilizzata. Ad una buona spia era addirittura richiesto di riconoscere di notte cosa accadeva in una certa località a partire dall’osservazione delle nuvole. Egli doveva sapere che le pietre e l’acqua di notte emettono sempre un chiarore, e molte altre cose. La polvere in lontananza significava, quando appariva scura, l’avvicinarsi di cavalli o di uomini e il loro allontanarsi quando appariva chiara.

Il numero delle case o degli abitanti di una strada si valutava dalla frequenza delle impronte dei piedi. Per contare le case rimanendo inosservati la spia teneva con sé piselli essiccati o piccole pietruzze, già contati in precedenza, nelle maniche del vestito e in una borsa al fianco. Per ogni casa sul lato destro o sinistro della strada egli lasciava cadere un pisello dalla manica destra o sinistra; per le case abbandonate un pisello dalla borsa. Dal numero di piselli rimanenti si calcolava allora il numero delle case.

Per l’identificazione delle persone ricercate era utile una descrizione quanto più possibile accurata dei padiglioni auricolari. Come per il moderno sistema di impronte digitali esisteva anche una determinata classificazione dei diversi tipi di padiglioni auricolari umani. Questo sistema è conosciuto ancora oggi dalla polizia giapponese, dalla quale è stato ripreso negli ultimi tempi come completamento del sistema ad impronte digitali della polizia americana.

Osservare attentamente era importante per trovare il momento giusto per entrare in campo nemico. Particolarmente favorevoli erano i momenti in cui regnava nel campo un disordine momentaneo. Altrettanto favorevoli i momenti del risveglio del mattino o quelli dei pasti.

I Ninjutsusha andavano a coppie di modo che uno simulava un malore improvviso davanti ad una casa ed il suo compagno entrava nella casa a chiedere acqua calda o medicine. Una volta che il presunto malato si era ripreso compariva dai padroni di casa con un regalo di ringraziamento, creando in questo modo una conoscenza considerata importante. Grande abilità mostravano i Ninjutsusha nel fare la conoscenza con i bambini e cercavano anche di ottenere il favore delle donne. Al contrario davano per lo più poca importanza alla conoscenza dei padroni di casa.

Esisteva uno stratagemma per indagare l’interno di una casa; consisteva nel fatto che uno dei Ninjutsusha si precipitava in una casa col pretesto di cercare rifugio da nemici che lo inseguivano, oltrepassando con chiari segni di paura tutte le camere e lasciando la casa dalla porta posteriore. Poco dopo appariva il suo compagno che raccontava ai padroni di stare inseguendo un pericoloso criminale e chiedendo di potere perquisire la casa. Con tutta calma allora controllava ogni stanza, venendo in più aiutato dai padroni. Esisteva un altro trucco: una delle spie chiamava il padrone di casa per strada col pretesto di consegnargli una lettera; l’interpellato accondiscendeva, così il richiedente provocava una lite. Il complice allora si affrettava a chiamare in aiuto la famiglia, raccontando che il padrone di casa veniva aggredito per la strada da uno sconosciuto. Chiedendo alla famiglia di affrettarsi ad intervenire poteva poi esplorare in pace la abitazione.

Se si trattava di tre Ninjutsusha, due di loro inscenavano una rissa per strada o un duello. Attirati gli abitanti per strada, il terzo complice si insinuava nella casa per perquisirla.

La più grande importanza veniva data alla capacità di ingannare gli avversari o alla preparazione di una imboscata. Perciò occorreva essere perfettamente a conoscenza di tutti i punti forti e deboli del nemico. Toyotomi Hideyoshi possedeva una naturale attitudine in ciò, nell’intuire cioè in brevissimo tempo i piani e le intenzioni dei suoi avversari e dovette molto a questa sua capacità. I suoi soldati lo chiamavano Sarakanja ( scimmia) a causa della sua scaltrezza, i suoi co-generali gli diedero il soprannome di Momen (cotone) poiché grazie alle sue molteplici capacità poteva, proprio come il cotone, venire utilizzato sempre e dappertutto. Hideyoshi forse apprese l’arte dello spionaggio in gioventù come girovago presso una congrega di ladri guidata da Ise Nagauji (Hojo Nagauji) un altro famoso condottiero di quegli anni di guerra.

 

FRITZ STUMPF: Ninjutsu, in "Yamato: Zeitschrift der Deutsch-Japanischen Arbeitsgemeinschaft", Berlin, nn. 4-5, luglio-ottobre, 1929, pp. 205-10

NOTA: ci sono due Frinz Stumpf, padre e figlio, di cui ci interessa quest'ultimo.

Fritz Rumpf (1888- 1949), che ha lavorato all’istituto di nippologia di Berlino dal 1926 al 1940, allievo di Orlik e nippologo, conseguì una laurea di dottorato con Otto Kümmel il cui tema era: L’Isemonogatari ed il suo influsso nell’illustrazioni dei libri del 17° secolo in Giappone. Si veda Hartmut Walravens: Tu capisci bene i nostri cuori. Fritz Rumpf nell’ambito [Sannungsfeld sta per campo elettrico!] dello scambio culturale nippo-tedesco, Berlino 1989. Tra gli allievi di Rumpf vi fu, più tardi, il nippologo marburghese Wolf Haenisch.

1938: Accordi culturali tra Giappone e Germania. Riorganizzazione del Seminario per le Lingue Orientali nel senso della politica nazionalsocialista, viene cambiato il nome in "Scuola Superiore Straniera". In questo anno undici allievi terminano con il diploma il corso di giapponese. Appaiono le Favole popolari giapponesi di Fritz Rumpf

 

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