Estratto dalla

Carta Ittica Ridotta

della Provincia di Genova

I sistematici attualmente propendono per la tesi che tutte le trote europee appartengano alla superspecie Salmo trutta, che dà luogo a diverse varianti fenotipiche e genotipiche, sottospecie e/o semispecie ed anche buone specie. Gandolfi e al. (1991) menzionano per le acque italiane cinque diversi taxa appartenenti al genere Salmo: S. (trutta) trutta, S. (trutta) marmoratus (endemica del distretto padano-veneto), S. (trutta) macrostigma (detta "trota sarda", diffusa in Sicilia, Sardegna, Corsica, Italia centro meridionale tirrenica, Grecia, Turchia occidentale, Africa nord occidentale), S. carpio e S. fibreni (carpioni, endemici rispettivamente del Lago di Garda e del Lago di Posta Fibreno, in Lazio). Il termine fario, d’uso corrente tra i pescatori, non riveste alcun significato tassonomico ma indica soltanto la tipica livrea a punti rossi e neri delle trote europee di torrente (ecotipo). Recenti studi (Krieg e Guyomard, 1985; Barbat-Letellier e al., 1989; Guyomard, 1989 e 1994; Patarnello e al., 1993; Giufra e al., 1994) basati sul’analisi delle variazioni sequenziali del DNA mitocondriale hanno consentito di individuare, all’interno di S. trutta, due entità, definite "ceppi", geneticamente ben separabili.
Una, il ceppo atlantico, è propria dei bacini anglosassoni e dell’Europa continentale atlantica, l’altra, il ceppo mediterraneo, studiata soprattutto per la Francia meridionale, è presente anche nell’arco alpino italiano occidentale (Alpi Marittime e Cozie) e nell’Appennino settentrionale. Dalla prima derivano tutte le linee riproduttive selezionate in allevamento, anche in Italia, per alimentare il fiorente commercio del materiale di ripopolamento.
Salmo trutta (trutta) m. fario forma atlantica
La trota di ceppo atlantico s’è così diffusa in maniera indiscriminata anche al di fuori dell’originario areale di distribuzione, soppiantando del tutto le popolazioni autoctone di ceppo mediterraneo o inquinandole geneticamente con processi d’introgressione.
 

Le popolazioni di ceppo mediterraneo finora studiate, sia francesi che italiane, mostrano caratteristiche genotipiche e morfometriche più vicine a S. trutta macrostigma che non al ceppo atlantico; d’altro canto anche la loro livrea, pur variabile, presenta alcune costanti che richiamano quelle della "trota sarda" (macchie "parr" accentuate anche negli adulti, evidente macchia scura dietro l’occhio). Queste considerazioni avvalorerebbero la tesi di Lelek (1987) secondo cui tutte le trote fario autoctone dei paesi circumediterranei deriverebbero da S. (t) macrostigma.

Salmo trutta (trutta) m. fario forma mediterranea

Per quanto attiene la situazione genovese s’è constatato che le trote campionate per la Carta Ittica presentavano regolarmente caratteristiche morfologiche del ceppo atlantico d’immissione. E’ però interessante segnalare che Arbocco nel 1955 descriveva due popolazioni superstiti di trota autoctona nei torrenti Lerca (tirrenico) e Baracca (tributario dell’Orba, quindi padano), ipotizzando anche un loro eventuale collegamento con S. (t) macrostigma. Lo stesso autore prevedeva una rapida estinzione delle popolazioni stesse in seguito al diffondersi, già da allora, delle immissioni indiscriminate del novellame d’allevamento.

Ampliando lo sguardo all’ambito regionale ligure, pare opportuno menzionare la probabile presenza di residue popolazioni autoctone nel nord ovest imperiese, (bacino alpino-padano dell’alto Tanaro) e, in provincia di La Spezia, nell’alto bacino del Vara.

 

Le foto sono tratte dalla Carta Ittica di MS