Spada Giapponese (seconda parte)
Lame
Tipologie
Con il termine Nipponto si intendono le diverse tipologie di lame sia da fianco che da asta. Le spade vere e proprie, Token, prerogativa esclusiva dei samurai erano la Tachi e la Katana; infatti solo i guerrieri potevano portare lame superiori a 60 cm. Queste venivano esibite in speciali combinazioni, Daisho, comprendenti due lame: Tachi e Tanto prima del XVII sec, Uchigatana e Wakizashi dopo il XVII sec.
Tachi: avevano una forte curvatura e la loro lunghezza si aggirava tra i 65 e 70 cm. Si portavano appese ad una cintura in orizzontale con il taglio rivolto verso il basso.
Nodachi: spada lunghissima e pesante utilizzata dai guerrieri a cavallo. Era lunga circa 90 cm e veniva portata sulla schiena , a tracolla, con l'elsa sopra la spala sinistra ed il cordone di ritegno allacciato al fianco destro.
Uchigatana ( Katana): questo tipo di lama sostituì la Tachi. La sua lunghezza andava da 60,6 cm ( 2 shaku) in su. Essendo più corta della tachi, la Katana si portava infilata nell'obi, cintura del kimono, con il taglio rivolto verso l'alto. Altro nome della katana é Daito, e se particolarmente lunga può anche definirsi Okatana.
Chiisakatana: lame di lunghezza compresa tra 55 e 59 cm, sono generalmente di grande pregio poiché destinate ad essere portate con un particolare abito cerimoniale a Corte.
Wakizashi: la lunghezza di queste spade, che venivano portate come le Katana, varia da 30,3 a 60,3 cm (da 1 a 2 shaku). La Wakizashi veniva portata insieme alla Katana, componendo così il Daisho del samurai.
Tanto: lame di lunghezza inferiore ai 30,3 cm, anche dette Koshigatana.
Kaiken: pugnali portati dalle donne con lama di circa 13 cm.
Yoroidoshi: lama di lunghezza compresa tra i 23 e i 30 cm, capace di penetrare tra le lamelle delle armature e a tale scopo utilizzata. Si portava infilata verticalmente nell'obi dietro la schiena, ma anche sul fianco destro, con il taglio verso l'alto; per questa ragione venne chiamata anche Metazashi, che significa appunto "da fianco destro".
Hachiwara: non era propriamente una lama, ma veniva portata come tale. Lunga circa 30 cm e di sezione quadrata, era munita di un uncino per parare i colpi di spada ed eventualmente spezzarne la lama.
Superstizioni
Numerose furono le superstizioni concernenti la lama delle spade; alcune si riferivano a particolari eventi che potevano accadere al manufatto, altre ai segni presenti sulla lama, altre ancora sulla lunghezza di quest'ultima, le cui variazioni potevano avere un significato infausto propiziatorio. Anche i segni lasciati dal processo di forgiatura sulla superficie della lama venivano interpretati secondo le leggi della divinazione; potevano diventare animali, costellazioni o corpi celesti dai quali venivano ricavati diversi presagi: slealtà da parte dei servi, rischio di cecità per il padrone della spada o per i suoi congiunti, morte, tragedie domestiche, cattiva salute, incendi, morte per assassinio, eccetera. La superstizione più interessante riguarda la lunghezza della spada. Il tagliente, misurato dalla base alla estremità della punta, veniva idealmente suddiviso in 10 settori: Zai (salute), Bio (malattia), Ri (separazione),Gi (lealtà), Kan (buona posizione), Go (peccati), Gai (ingiurie), Kitsu (fortuna), Zai (salute), Bio (malattia). La lunghezza totale della spada, lama + codolo, veniva poi divisa per la lunghezza del codolo, ed il quoziente moltiplicato per due. Il numero risultante veniva poi raffrontato con la scala dei trigrammi: se cadeva in un intervallo infausto si procedeva all'accorciamento del codolo o della lama affinché non si raggiungeva un valore favorevole. In base a tali criteri, la lunghezza ideale di una lama, pari a quattro volte il codolo, era sconsigliabile.