Quello che forse non sai sul gatto

 

Il gatto ha mantenuto nei secoli una grande indipendenza dall'uomo solo grazie all'abilità di cacciatore ereditata datrantenato selvatico. E proprio nella fremente attesa detUagguato, nello scatto fulmineo dell'inseguimento e nell'affilissimo balzo per catturare la preda che possiamo ammirare la specializzazione di questo piccolo predatore. La struttura anatomica del gatto è slanciata ed elegante, con le zampe anteriori estremamente mobili grazie alla riduzione estrema della clavicola, sostituita da potenti muscoli. La spina dorsale è formata da vertebre con giunture flessibili, che aumentano la fluídità del movimento e la potenza nel salto e nello scatto. Le zampe posteriori sono specializzate nel fornire spinta nel salto, più che nella corsa.

Tutti i Felidi sono digitigradi, camminano cioè sui cuscinetti delle dita, e hanno cinque dita negli arti anteriori, con il pollice che non tocca il terreno, e quattro negli arti posteriori. La lunga coda serve da bilanciere nella corsa e nelle arrampicate. Gli adattamenti alla caccia sono evidenti anche nella struttura del cranio, che è corto e robusto, in modo da garantire una presa ferrea nell'attacco. I denti sono ridotti a trenta e sono specializzatì nella dieta carnivora, per la cattura e Uingestione della preda. I piccoli incisivi sono utili per pulirsi il pelo, ma i lunghi canini sono vere armi affilate, dotate alla radice di senson di pressione, per dosare con precisione il morso letale. rultirno premolare superiore e il molare inferiore (dentì ferini) sono grandi e taglienti, posti vicino all'angolo della bocca, dove grazie ai muscoli masseteri possono esercitare una forte pressione. La lingua è provvista di numerose piccole papille cornee rivolte all'indietro, che raspano la carne dalle ossa, e funzionano, inoltre, come una spazzola sul pelo, lisciandolo e pulendolo. Oltre ai lunghi e robusti canini, i Felidi dispongono di una seconda arma letale, gli artigli protrattili, aguzzi e a forma di falce. A riposo rimangono retratti.

 

Curiosità

Non tutti i gatti sono sensibili agli effetti dell'erba gatta. Pare che questo dipenda dalla presenza o meno, nei singoli individui, di un gene recessivo. Quindi: niente gene, niente gioia

La prima mostra felina si tenne al Crystal Palace di Londra nel 1871. Ora più di settantacinquemila gatti (e i loro padroni) si azzuffano per la vittoria, partecipando alle più di trecento mostre organizzate ogni anno solo negli Stati Uniti

Dopo che li abbiamo presi in braccio, i gatti si lavano accuratamente per lisciarsi il pelo e liberarsi dell'odore della persona che li ha toccati. Pare che l'atto di leccarsi abbia anche un profondo effetto tranquillizzante

Se trovate un pelo bianco su un gatto tutto nero, la Dea Bendata vi bacerà presto, o almeno così credono in Francia

Un felino, quando va di fretta, può raggiungere una velocità di circa 50 chilometri all'ora

Cosa avevano in comune Giulio Cesare, Enrico II, Carlo XI e Napoleone? L'ailurofobia, cioè avevano paura dei gatti. Questo timore provocava, in uomini altrimenti estremamente coraggiosi, addirittura il rischio di svenire in presenza di un felino

Nell'antico Egitto i gatti erano adorati a tal punto che tutti i membri di una famiglia dovevano radersi le sopracciglia in segno di lutto quando il gatto di casa moriva

Un gatto adulto ha trenta denti e circa dodici vibrisse. Le vibrisse vibrano? I baffi dei gatti, chiamati "vibrisse", crescono sul muso del gatto e sul retro delle sue zampe posteriori. Si ritiene che le vibrisse siano una sorta di radar che aiuta il gatto a misurare lo spazio nel quale si muove. Comunque, se accidentalmente le vibrisse vengono tagliate, esse ricrescono

Viaggiatori a pelo lungo: Persiano, Himalaiano, Angora, Turco, Giavanese, Gatto delle Foreste Norvegesi, Siberiano, Balinese

Viaggiatori a pelo corto: Siamese, Burmese, Asiatico, Giapponese senza coda, Egizio, Abissino

Non c'è bisogno dello psichiatra per comprendere gli stati d'animo del vostro gatto. Se tiene la coda alta significa che è felice; se la muove nervosamente interpretatelo come un avvertimento e se invece la tiene accostata al corpo mostra chiaramente una sensazione di insicurezza

I gatti hanno una terza palpebra raramente visibile. Quando compare, è segno di problemi di salute dell'animale (tenia o altri vermi, o altro)

In Gran Bretagna alcune persone credono che un rimedio sicuro per far guarire un orzaiolo sia strofinare sull'occhio la coda di un grosso gatto

Il Persiano blu è una razza nella quale si trovano molti esemplari con un dito in più nelle zampe. Questi gatti con sei dita sono molto comuni a Boston, nel Massachussets, e molti esperti considerano che si tratti di una mutazione ormai permanente

La lingua del gatto è ricoperta da piccoli "uncini" che risultano molto utili quando si tratta di leccare il cibo

Le sete create dai tessitori a Bagdad, in Iraq, furono ispirate dai meravigliosi e colorati disegni delle pellicce dei gatti. Queste stoffe sono state definite "tabby", che significa tigrati, dai mercanti europei

Non dappertutto si crede che i gatti neri portino sfortuna: in Asia e in Inghilterra sono considerati di buon auspicio

Dov'è la carne? I gatti non sono vegetariani e non dovrebbero mai essere costretti a seguire una dieta a base solo di verdure. I gatti sono carnivori e hanno bisogno di mangiare carne

 

I sensi

La vista

La natura di cacciatore del gatto è evidente anche nello sviluppo degli organi sensoriali, tra i quali prevalgono la vista e l'udito, utilizzati per individuare e catturare la preda nell'agguato e nell'inseguimento. La postura della testa e la posizione degli occhi sono simili a quelle dei rapaci, formidabili cacciatori alati, con i grandi occhi situati frontalmente, così da garantire una buona visione binoculare, e permettere di calcolare con precisione le distanze. Il gatto è molto sensibile ai movimenti rapidi e, rispetto all'uomo, è più specializzato nella visione crepuscolare e notturna, grazie alla massima densità di bastoncelli, i recettori visivi più sensibili alla luce.

Tutto questo ha però uno svantaggio: i gatti hanno una minore abilità nel visualizzare i dettagli e nel discriminare i colori. La quantità di coni, cellule che registrano i colori, è infatti molto inferiore; i gatti vedono comunque il mondo a colori, almeno nelle gradazioni di blu e verde e nelle loro combinazioni. La mancanza di coni sensibili al rosso indica non solo che i gatti probabilmente non vedono questo colore, ma che gli oggetti rossi appaiono più scuri di quelli verdi o blu. Il colore non sembra comunque avere importanza per il gatto quanto la luminosità, le dimensioni e il movimento di un oggetto.

L'efficienza della vista è ulteriormente aumentata dal tapetum lucidum, uno strato di cellule poste immediatamente dietro la retina, che riflettono la luce non assorbita dai pigmenti visivi dei bastoncelli e dei coni. Questo effetto è ben evidente di notte, quando il gatto viene illuminato dai fari di un automobile e gli occhi brillano riflettendo la luce catturata dalle pupille dilatate. Durante il giorno, quando la luce è intensa, la pupilla diviene una fessura, ma può dilatarsi per la paura o lo stress, e stringersi in segno di minaccia prima di un attacco.

L'udito

Anche l'udito è particolarmente sviluppato, come è facile immaginare osservando la capacità di orientare i padiglioni auricolari. Tra i mammiferi, l'audiogramma del gatto è uno dei più ampi, ed è circa di 10,5 ottave. Alle basse frequenze la sensibilità del gatto è simile a quella dell'uomo, ma è molto maggiore alle medie e alte frequenze. Il limite superiore del gatto corrisponde alle frequenze prodotte dal suo pasto principale, il topo. Per localizzare con precisione l'origine di un suono, i gatti devono restare immobili e puntare i padiglioni verso la sorgente sonora.

L'equilibrio

L'orecchio interno, sede del sistema vestibolare che rogola il senso dell'equilibrio, è responsabile dell'abilità da acrobata del gatto. Nell'uorno gran parte di questo senso è regolata a livello inconscio e tendiamo quindi a non attribuirgli la stessa importanza degli altri sensi. Chi pratica attività sportive ne scopre però ben presto l'utilità: anche il miglior atleta è un vero dilettante in confronto al piccolo felino per quanto riguarda l'agilità e il controllo del proprio corpo.

Il gatto è una perfetta macchina da caccia grazie alla straordinaria abilità nel movimento: è in grado di arrampicarsi su superfici quasi verticali e saltare senza sforzo in altezza e lunghezza, passeggiare senza e tentennamenti su comicioni stretti e alti. Questa abilità dipende proprio dal senso dell'equilibrio. Nel gatto i movimenti della testa, degli occhi e dei muscoli del corpo sono in parte riflessi generati proprio dagli stimoli ricevuti dal sistema vestibolare, che regola l'equilibrio dell'animale; i movimenti più complessi sono sotto il diretto controllo cerebrale. Malgrado sia un abile saltatore, il gatto può avere dei problemi nelle discese, che affronta aggrappandosi con gli arti anteriori e procedendo con cautela a testa in su.

Solo i felini più specializzati nella vita arboricola, come il leopardo nebuloso e il margay, sono in grado di scendere a testa in giù e di balzare sulla preda dall'alto.

L'olfatto

L'olfatto è meno acuto della vista e dell'udito: viene utilizzato dal gatto per decidere se cibarsi o rifiutare un alimento, ma è importante soprattutto nella vita sociale. I gatti che perdono la capacità olfattiva spesso hanno problemi di appetito, di toeletta e i maschi non corteggiano le femmine. I gatti utilizzano infatti l'odore del corpo per riconoscersi individualmente e a livello di gruppo familiare, le femmine riconoscono i figli, e gli adulti segnalano la propria presenza sul territorio marcandolo con l'odore delle ghiandole sudoripare e sebacee.

Le femmine segnalano ai maschi la disponibilità all'accoppiamento attraverso l'odore e i maschi marcano la presenza sul territorio. L'odore individuale è prodotto dalle ghiandole sudoripare e sebacee. Le ghiandole sudoripare sono presenti tra i cuscinetti digitali, vicino alle labbra, all'angolo del mento, attorno ai capezzoli e all'ano. Anche le ghiandole sebacee sono ben sviluppate soltanto in punti particolari del corpo: sulla mascella superiore, nel prepuzio maschile e nella parte superiore della coda. I maschi possiedono anche due masse di ghiandole sebacee che formano una tasca munita di un dotto ai lati dell'ano. Tutte le ghiandole servono principalmente nella comunicazione olfattiva, segnando tramite strofinamenti e spruzzi di urina la presenza del gatto, il possesso del territorio e alcune caratteristiche individuali, come sesso, maturità e recettività sessuale. Maschi e femmine tendono a marcare in punti precisi, che vengono ispezionati di frequente. L'analisi di questi odori sociali è facilitata dalla presenza dell'organo vomero-nasale, un apparato connesso sia alla cavità orale che a quella nasale.

Il tatto

Il gatto è dotato di finissimi recettori tattili distribuiti su tutto il corpo. I più evidenti sono le vibrisse e i lunghi peli che si trovano al di sopra degli occhi. Di fondamentale importanza sono anche le zampe anteriori, particolarmente ben fornite di recettori meccanici, utili per la caccia e per manipolare il cibo.

 

L'origine delle razze

Tutte le razze moderne sono state selezionate a partire dal 1800 e il numero delle razze riconosciute dalle diverse associazioni è aumentato notevolmente dal secondo dopoguerra, quando le migliori condizioni economiche hanno permesso di investire più tempo ed energie negli animati da affezione. Numerose razze e varietà sono quindi molto recenti, ma alcune, come il Certosino, il gatto d'Angora, il Siamese e il gatto di Manx affondano le loro origini nei secoli passati.

Le differenze di aspetto tra i gatti domestici, di razza e di strada, non dipendono però inizialmente dalla scelta degli allevatori di favorire o di selezionare certe caratteristiche, quanto dal passaggio dalla vita selvatica alla vita con l'uomo.

Uno degli effetti della domesticazione è il rilassamento della selezione naturale, che favorisce in natura gli individui più adatti all'ambiente, trasmettendo così determinate caratteristiche ed eliminando quelle che riducono la capacità di un individuo di sopravvivere e riprodursi.

La domesticazione rappresenta un vero e proprio cambiamento di ambiente, che ha provocato negli animali domestici variazioni nell'aspetto, nella fisiologia e nel comportamento. L'ambiente domestico permette infatti l'espressione di una maggiore variabilità e la comparsa di nuove caratteristiche.

La varietà e la variabilità dell'aspetto oppure del comportamento di una specie sono una condizione necessaria perché si sviluppino le razze.
Anche le mutazioni spontanee che si possono verificare nella popolazione vengono mantenute e diffuse, sia perché garantiscono un vantaggio all'animate sia per effetto dell'isolamento geografico. Le razze feline antiche rappresentano proprio questi due aspetti della domesticazione, piuttosto che una selezione mirata da parte dell'uomo. Il Certosino e il Siamese vennero certamente apprezzati per la colorazione particolare del pelo e degli occhi, mentre il gatto d'Angora presentava un raro e spettacolare pelo fluente di colore bianco. La caratteristica coda mozza del gatto di Manx si diffuse nella popolazione più per l'isolamento geografico che per l'intervento dell'uomo, anche se la razza è stata successivamente selezionata per questo carattere.
Oltre all'aspetto generale, le caratteristiche di maggior spicco nel gatto sono sicuramente la lunghezza e il colore del mantello. Quest'ultimo è composto da tre tipi di pelo: il pelo di protezione, il pelo ispido e il pelo lanoso o sottopelo. La pelliccia protegge la pelle dalle radiazioni solari, dal gelo e dagli urti e permette di non disperdere la temperatura corporea; alcuni peli hanno inoltre una funzione sensoriale. Le mutazioni nella struttura originaria del mantello sono all'origine della divisione delle razze che vengono così distinte: gatti a pelo lungo, a pelo semilungo, a pelo corto, a pelo riccio, a pelo duro e gatti nudi.

I gatti a pelo lungo sono rappresentati da un'unica razza, il Persiano, che presenta peli di protezione molto lunghi e un sottopelo fitto e sviluppato. Tra i gatti a pelo semilungo troviamo il probabile capostipite di tutti i gatti a pelo lungo e semilungo, il gatto d'Angora. Questa mutazione sarebbe infatti comparsa circa 4 secoli fa in Turchia e Medio Oriente, diffondendosi quindi in tutto il Vecchio Mondo tramite le vie di mare e approdando in America Settentrionale al seguito dei pellegrini. In alcune razze questo carattere garantiva un miglior adattamento al clima rigido, come nel Siberiano e nel Maine coon, mentre in altre è stato introdotto dall'uomo per tentare di aumentare sempre più la spettacolarità della razza.

I gatti a pelo corto presentano invece il tipico mantello del progenitore selvatico, anche se sono state selezionate varietà con caratteristiche particolari: il British, l'Exotic e il Certosino presentano un mantello molto più fitto, sollevato dal corpo, il Siamese un mantello più corto e sottile.

Il pelo riccio è determinato da tre geni mutanti, detti rex, ed è stato selezionato solo negli ultimi decenni, come il pelo duro, caratteristico dell'American whirehair.

Nello Sphynx il pelo è quasi invisibile al tatto e alla vista, ma è presente con una sottilissima peluria.

 

Tutti i colori dei gatto

Tabby

L'antenato del gatto domestico, il gatto selvatico africano, è un piccolo felino longilineo, dal colore del pelo grigio agouti, ornato da sottili strisce verticali o macchie nere o marroni. Questo disegno viene comunemente indicato come tabby, tigrato, tigrè o soriano in italiano. I gatti antichi e moderni provenienti dall'Egitto presentano queste caratteristiche marcature, che sono diffuse anche tra i gatti comuni e tra i gatti di razza. Il tigrato è il mantello originale, il tipo selvatico, ma non è certo l'unica combinazione di colori conosciuta nel gatto domestico: nel Persiano sono state selezionate 180 diverse varietà di colore!

Uno degli effetti più appariscenti della domesticazione, non solo nel gatto, ma in molti animali domestici, è proprio la comparsa di nuovi colori e disegni. Sotto la candida pelliccia di un Angora turco, i riflessi argentati di un Persiano chinchilla, e perfino lo spettacolare contrasto tra le punte scure e il corpo avorio di un Siamese, batte però un cuore tabby.

Malgrado le mutazioni e la selezione dell'uomo abbiano prodotto una grande varietà di mantelli, geneticamente il gatto rimane infatti un piccolo felino tigrato, come il suo progenitore selvatico. Il termine tabby deriva forse da Attabiya il distretto di Baghdad, in Iraq, dove venivano prodotte le stoffe marezzate o, secondo altri autori, da una antica stoffa persiana di seta disegnata conosciuta con il nome di retabi. Il gatto tabby si presenta in quattro diversi disegni: tabby mackeret, tabby blotched, tabby spotted e abissino.

Il tabby mackerel deriva il proprio nome dal termine inglese che indica lo sgombro, un pesce marino con un caratteristico disegno a strisce verticali nere su fondo grigio. I gatti tabby mackerel presentano infatti un disegno più o meno regolare a strisce scure su fondo agouti.

Per mutazione, le marcature a strisce sottili e verticali diventano bande più grandi e simmetriche nel tabby blotched. Grazie a una mappa genetica della frequenza di questa varietà, è stato possibile seguire la sua diffusione storica e geografica: questa mutazione si verificò in Europa durante il medioevo; la massima concentrazione di gatti tabby blotched si ha in Gran Bretagna e nei Paesi che hanno avuto più contatti con il Regno Unito: l'Irlanda, la Bretagna e la Normandia francesi, la Nuova Zelanda, il Canada e l'Australia.

Il tabby spotted è una variante del tabby mackerel, nel quale le strisce verticali si interrompono per formare macchie più o meno regolari. Il disegno a macchie è già presente nell'antenato selvatico e i gatti dell'antico Egitto sono spesso rappresentati a macchie. Le marcature scure sono l'aspetto più appariscente dei gatti tabby, ma il loro mantello è in realtà un colore complesso, costituito da due componenti, una sovrapposta all'altra. Eliminando le strisce, le bande e le macchie, diventa ben evidente il colore di fondo, un grigio mimetico, comune a molte specie di mammiferi, composto da peli con la base grigioblu e la punta nera separata da una banda gialla, che viene chiamato agouti.

Nell'abissino, nel singapura e in alcune altre razze e varietà, una mutazione provoca la scomparsa dei disegni scuri dal corpo, mantenendoli però sulle estremità, rivelando l'appartenenza genetica di questi gatti ai tabby. In queste razze le marcature sono meno evidenti nei gatti da esposizione, perché si tende a limitarle alla fronte e alla punta nera della coda.

Nero

Il nero uniforme è una delle prime mutazioni occorse nella colorazione dei gatti domestici, se non la prima in assoluto. Un gatto nero non è altro infatti che un gatto tigrato con i peli uniformemente neri. Anche nel leopardo è ben nota una forma melanica, la famosa pantera nera dei romanzi di Rudyard Kipling, che ha ispirato la selezione del gatto di razza Bombay.

Nel gatto domestico la diffusione di questa mutazione avvenne probabilmente motti secoli fa, grazie agli scambi commerciali che avvenivano lungo le rotte del Mediterraneo e alla grande abilità di navigatori dei Fenici. Dal nero solido deriva, per mutazione, il marrone, la forma diluita del marrone chiaro (lilac) e il marrone chiaro (cannella). Sempre dal colore nero deriva il blu (nero diluito).

Bianco

Il bianco puro è da sempre un colore apprezzato, che però non si è molto diffuso tra la popolazione di gatti comuni, perché portatore di gravi patologie, come la sordìtà, alcuni turnori della pelle e minore capacità di accudire i gattini (probabilmente legata proprio alla sordità). Il gene dominante legato alla colorazione bianca maschera ogni altro colore, permettendo solo l'espressione del bianco. Un gatto bianco può quindi essere geneticamente di qualunque colore e solo l'accoppiamento permette di scoprire quali altri caratteri nasconde; può avere gli occhi blu, arancio o impari. I gatti completamente bianchi sono piuttosto rari, mentre sono comuni i gatti bicolori, nei quali il bianco si presenta in combinazione con qualunque altro colore. La genetica dei gatti bicolore è diversa, legata a un gene che agisce su alcune aree della pelle, impedendo la produzione dei pigmenti colorati. Gli effetti di questo gene sono piuttosto imprevedibili e i gatti bicolori si presentano dunque in molte combinazioni.

Nei gatti di razza, inizialmente era richiesto un disegno simmetrico, praticamente impossibile da selezionare; solo con una maggiore elasticità nel giudizio è stato possibile valorizzare queste varietà. La presenza del bianco può limitarsi a poche zone definite, come il muso, il mento, il collo e il collare, estendendosi fino a coprire le zampe anteriori e il petto. Il bianco può anche estendersi a tutto il corpo, con macchie di colore ben distribuite; nella colorazione Van, o Arlecchino, le zone di colore sono limitate alle orecchie e alla coda, con piccole macchie sul corpo. Un gatto bicolore può essere anche completamente bianco! Nei gatti tricolore la pezzatura è arancione e nera, o nelle varianti di questi due colori (blu-crema, marrone-crema, lilac-crema). Per la presenza della colorazione a squama di tartaruga, questi gatti sono sempre femmine.

Rosso

Il rosso può avere due diverse origini: il rosso legato al sesso, o vero rosso, e il rosso non legato al sesso.
Nell'Abissino il colore è dovuto al gene per il marrone chiaro ed è quindi anche chiamato cinnamon o sorrel, e la varietà diluita fulvo o beige, a differenza del rosso diluito che è detto cream. Il vero rosso e il cream sono legati al gene per l'arancione "0", che è portato dal cromosoma X. I gatti maschi ereditano il cromosoma X dalla madre e quello Y dal padre, e possono quindi avere un solo gene "0", che determina il colore arancione del fondo, con tigrature pìù scure. Le femmine ereditano due cromosomi X, che devono portare due geni "0" per dare un mantello rosso come nel maschio. I maschi rossi sono molto più comuni delle femmine, che esibiscono piuttosto la colorazione squama di tartaruga, tortieshell (abbreviato in tortie in Inglese). Solo in rarissimi casi i maschi ereditano un cromosoma X in più, e possono quindi avere un mantello tartaruga (se ereditano i due alleli "O" "o"), ma proprio questa anomalia ne provoca la sterilità.

Tutti i gatti rossi sono dei tabby: il gene "a" non-agouti, non ha effetto sul pigmento rosso. I gatti di color rosso uniforme sono stati selezionati riducendo il contrasto tra il colore del fondo e quello delle marcature, che però sono spesso ancora evidenti sulla testa, la coda, le zampe e, nei gattini, anche sul corpo.

La mappatura della frequenza del rosso legato al sesso nella popolazione dei gatti domestici ha rivelato come questa mutazione sia probabilmente occorsa inizialmente in Turchia e Asia Minore, e si sia diffusa attraverso le vie di mare e di fiume nel nordest dell'Europa, dove è stata particolarmente apprezzata nelle isole scozzesi.

Colourpoint

La colorazione siamese, con le punte scure e il corpo color avorio, venne introdotta in Europa solo verso la fine del 1800, suscitando grande curiosità e interesse in tutti gli appassionati catofili. Lo spettacolare mantello del Siamese e i suoi bellissimi occhi blu sono determinati dall'azione di un gene che agisce sulla distribuzione del pigmento, addensandolo nelle aree dove la temperatura è inferiore: il muso, le orecchie, le zampe, la coda e i testicoli nei maschi. I gatti di tipo Siamese sono originariamente dei gatti neri, nei quali le estremità risultano però marrone scuro, detto seal, ma le punte possono presentare qualunque colore e disegno, ottenuti grazie a meticolosi accoppiamenti con altre razze a pelo corto.

Alla nascita i gattini sono bianchi e il colore si addensa nei mesi e negli anni successivi. Con il passare degli anni il corpo tende a scurirsi e questo limita motto la carriera espositiva, soprattutto dei Siamesi con punte di colore scuro. R Siamese è stato utilizzato per introdurre il caratteristico mantello in altre razze, come il Persiano. Ueffetto del gene è però più definito nei gatti a pelo corto e con la colorazione delle punte più scura; nei gatti a pelo lungo, la maggiore protezione offerta dal mantello riduce infatti la dispersione di calore alle estremità, provocando quindi un minore contrasto tra il colore del corpo e quello delle punte. Nelle razze cosiddette "naturah", il mantello colourpoint è escluso dallo standard perché indica l'incrocio con gatti di tipo Siamese e quindi con un'altra razza. Il gene Siamese può provocare anomalie nella vista, anche negli esemplari che non presentano strabismo. Uallevamento selettivo ha però ridotto questa patologia.

Chincilla

I mantelli ombreggiati sono conosciuti fin dal 1800 e apprezzati soprattutto nelle razze a pelo lungo. Le due varietà presenti all'epoca erano il silver tabby (il tigrato argentato) e lo smoke. La comparsa nel mondo degli allevatori del primo esemplare con una colorazione chinchilla, un Persiano di allevamento inglese chiamato "Silver Lambldin", suscitò grande entusiasmo, segnando Vinizio dei programmi di selezione di questa tonalità.

I primi chinchilla erano molto più scuri dello standard moderno, con marcati anelli sulle zampe, tanto da essere spesso confusi e giudicati con i silver; gli esemplari moderni sono quasi bianchi, avvolti da un leggerissimo riflesso argentato. Il riflesso diventa più accentuato nella varietà silver shaded, si accompagna alle marcature tigrate nel silver tabby ed è quasi nero nello smoke. Questa colorazione è causata dalla presenza del pigmento colorato solo sulla punta del pelo, un effetto chiamato tipping, dall'inglese tip, punta. Nel chinchilla il tipping copre 1/8 del pelo, quasi solo la punta

Nella varietà silver shaded il tipping aumenta a 1/3 del pelo. Nel silver tabby i peli delle marcature tabby sono quasi completamente colorati, solo la radice è chiara, mentre ì peli del fondo sono meno pigmentati; ne risulta un fondo grigioargento, con marcature molto scure e contrastate. Nello smoke il mantello appare nero quando il gatto è fermo, ma il movimento rivela la smagliante radice biancoargentata. pigmento si deposita infatti su tutto il mantello fino quasi al radice, che rimane però bianca. Il nero è il colore più conosci to, ma il tipping può manifestarsi con qualunque colorazione disegno, sia nei gatti a pelo lungo sia in quelli a pelo corto. Quando il colore del tipping è rosso o crema prende il nome cameo, diviso in tre varietà, corrispondenti al grado di pigmentazione: shell cameo corrisponde al chinchilla, shaded cameo e smoke cameo. I gatti golden shaded presentano una colorazione del tutto simile, con le punte colorate di scuro, ma la radice e il sottopelo sono di un caldo color albicocca, che combinato con il nero produce un effetto dorato. In questo caso però non agisce il gene che impedisce la colorazione di una parte del pelo, ma un gene che provoca raumento dell'estensione e del pigmento nella banda gialla del mantello agouti.

 

Scegliere il gatto

Negli ultimi decenni il gatto ha spesso abbandonato i cortili e le strade per vivere a più stretto contatto con l'uomo. La vita di città costringe infatti il gatto entro i confini delle nostre abitazioni, ma anche il diverso legame affettivo, più intimo e individuale, e la scelta di un gatto di razza possono influire sul rapporto tra uomo e gatto. R gatto di fattoria o di condominio è infatti una presenza familiare e gradita, ma i contatti si limitano spesso al momento dei pasti, quando i mici si precipitano festanti verso la ciotola di avanzi. Il gatto di casa ha minore libertà, ma gode in compenso di maggiori attenzioni: alimentazione corretta, prevenzione e cura delle malattie, toelettatura del mantello, attenzione ai pericoli e divieto di uscire per il rischio di furto e incidenti. Un legame più stretto può però portare a conflitti e problemi tra i conviventi, ed è proprio in questo contesto che diventa particolarmente importante il momento della scelta del gatto.

La caratteristica più immediata e spesso decisiva nella scelta è il colore: si vuole un gatto nero, bianco, tigrato, rosso o pezzato, solo per citare i mantelli più comuni. La preferenza verso un certo gattino in una cucciolata multicolore è spesso dovuta a ricordi del passato, un gatto che si è conosciuto e amato, che rappresenta quindi la nostra immagine di gatto ideale. Secondo alcuni allevatori nei gatti di razza le varietà di colore diluito sarebbero legate a un carattere più mansueto e affettuoso, ma una reale relazione tra colore e ca rattere non è stata dimostrata.

La seconda caratteristica che incide sulla scelta è la morfologia generale: il grosso gattone con l'aspetto da eterno cucciolo, il gatto simile ai cugini selvaggi, il filiforme orientale o il gatto di piccola taglia. Le dimensioni possono avere una certa importanza nella convivenza: una persona anziana difficilmente riesce a sollevare e manipolare un grosso maschio e potrebbe quindi preferire il gatto più piccolo e leggero.

Il terzo criterio di scelta è in genere il sesso, per quanto si tenda a sterilizzare sia il maschio sia la femmina quando vivono in casa, riducendo così gli inconvenienti legati al comportamento sessuale. La gatta è in genere più predisposta alla vita in casa, perché ha minori esigenze di spazio rispetto al maschio.

L'aspetto fisico, il sesso e il colore hanno però un'importanza relativa nella convivenza, mentre possono essere determinanti il carattere e le cure richieste dal nostro futuro gatto. Chi cerca uno "scaldino" che faccia le fusa in continuazione dovrebbe preferire un gatto relativamente tranquillo, amante del contatto fisico e delle attenzioni, mentre un gatto dinamico è un compagno più vivace e giocoso. Alcuni gatti sono tranquilli e riservati e per questo poco adatti a chi apprezza manifestazioni di affetto più esuberanti.

Il livello di attività dell'animale può essere facilmente determinato già nei gattini, ed è legato alla loro tendenza a rimanere in braccio alle persone o vicino a loro. La seconda caratteristica, la socievolezza, divide i gatti in confidenti e timidi o paurosi con le persone. I gatti timidi sono allarmati dalle persone, dai disturbi e dai rumori, e tendono a evitare il contatto con luorno nascondendosi e scappando. La timidezza può essere una caratteristica ereditata o essere dovuta alla mancanza di contatto con ruomo nei primi mesi o da adulti. I gatti insicuri possono essere molto dipendenti dal compagno umano, cercare conforto seguendolo ovunque e sfuggire gli estranei e le persone invadenti e rumorose. La stabilità misura infine la tendenza del micio a reagire in modo calmo agli altri gatti e a non essere facilmente disturbato dagli eventi esterni. La personalità del gatto è una caratteristica strettamente individuale, poco influenzata dal sesso del gatto, e dal comportamento, dal sesso e dall'età del compagno umano. Le probabilità di prevedere il carattere del gatto aumentano decisamente con quelli di razza, nei quali la selezione ha ridotto la variabilità tra gli individui della stessa razza e ha favorito alcune caratteristiche, come la socievolezza, la mancanza di aggressività e l'affettuosità.

Scegliendo un gatto di razza è quindi possibile prevedere quali saranno le esigenze del nostro futuro compagno in termini di spazio, attenzioni, movimento e cure. Il Persiano è particolarmente impegnativo per il lungo pelo fluente che necessita di una spazzolata quotidiana, ma è un gatto tranquillo e poco invadente, che sopporta bene alcune ore di solitudine. Alrestrem( opposto troviamo i gatti orientali, che per il pelo raso non han no bisogno di cure assidue, ma che richiedono piuttosto tempo e disponibilità per soddisfare le loro esigenze di attenzione, d gioco e di contatto fisico.

Le caratteristiche generali di ogni razza sono riportate nell( schede di questo libro e possono fornire un panorama sulle pos sibili differenze all'interno del mondo felino.

 

L'alimentazione

I gatti sono formidabili predatori che, malgrado secoli di convi. venza con l'uomo, non hanno perso la capacità di sopravvivere grazie alla propria abilità di caccia. Se ne hanno la possibilità catturano e mangiano piccoli roditori, ma anche uccelli, rettili e insetti, che spesso però uccidono senza cibarsene. La strategia di vita del gatto è quella di qualunque predatore: se la caccia hí successo, si mangia, altrimenti si digiuna.

Come ogni animale, anche il gatto è un opportunista, che ha imparato a sfruttare gli abbondanti rifiuti alimentari dell'uomo rovistando tra i cassonetti e approfittando del buon cuore delle "gattare" , In città i gatti senza padrone non hanno infatti a disposizione le prede naturali e non sono in grado di catturare i veloci piccioni e i pericolosi ratti, dipendono quindi totalmente da queste fonti di cibo. Rispetto ad altri predatori, i felini sono più vincolati a una dieta carnea, e anche nei gatti di casa la carne deve costituire l'alimento principale. Nelle diete casalinghe la carne, spezzettata e appena scottata, può essere integrata con cereali e verdure, pane o grissini secchi e privi di muffe, carote, zucchine e altre verdure bollite, che non garantiscono un apporto di proteine e vitamine consistente, ma facilitanc la motilità intestinale. Sono invece da evitare leguminose, patate e latte, se non è ben tollerato. Durante lo svezzamento o in caso di una cucciolata numerosa e di latte materno insufficiente, è consigliabile integrare la dieta dei gattini con latte specifico, ricco di vitamine, minerali e proteine, che sono carenti nel latte vaccino.

Il pesce è entrato a far parte della dieta del gatto solo grazie all'uomo, che lo ha ospitato nelle proprie navi fin dal tempo dei faraoni. Proprio grazie all'impiego marinaro in qualità di derattizzatore, il gatto ha colonizzato tutti i porti del mondo, dove ha imparato a servirsi degli scarti dei pescatori. Il pesce è ricco di vitamine, soprattutto del gruppo B: al gatto di casa è bene offrire il pesce cotto, senza la testa, le lische e le viscere, che contengono un enzima che distrugge la vitamina B.

Altri alimenti da evitare sono la carne di maiale cruda, il pesce guasto, le ossa acuminate o scheggiabili, soprattutto se cotte, gli avanzi di cucina, l'albume crudo e gli alimenti preparati per cani. Il gatto necessita di una dieta calorica con un elevato contenuto proteico (circa 40%), appetibile e possibilmente varia. Il pasto deve essere somministrato a temperatura ambiente, né troppo caldo né freddo di frigo.

In alternativa alla dieta casalinga è consigliabile affidarsi agli alimenti specifici disponibili sia umidi sia secchi. Se si desidera cambiare la dieta è preferibile introdurre quantità crescenti del nuovo alimento nella solita pappa, piuttosto che modificare bruscamente il pasto. I gatti non amano dividere il proprio pasto in poche e abbondanti razioni e amano consumare piccole quantità di cibo più volte durante il giorno e la notte. Lasciare il cibo sempre a disposizione non è però possibile se si utilizzano alimenti umidi, che si ossidano e si degradano rapidamente o se la ciotola è posta all'esterno, dove attira rapidamente sciami di insetti.

Anoressia

Rifiutare il cibo è un sintomo comune a molte malattie, ma può verificarsi anche nel gatto sano. Tra le cause della mancanza d: interesse verso un alimento c'è la preferenza verso alcune sostanze che i gatti sviluppano durante lo svezzamento, quandc imparano dalla madre a riconoscere cosa è cibo.

Una dieta monotona in queste settimane può influenzare negativamente la capacità del gatto di accettare successivamente cibi differenti. Il gatto può anche rifiutare il cibo se viene posto vicino alla cassetta igienica, in un luogo troppo disturbato o in presenza di un gatto aggressivo, che lo minaccia e lo attacca quando cerca di avvicinarsi. Un'esperienza negativa, come um reazione allergica, nausea e vomito, possono provocare una av versione all'odore e al sapore di un certo alimento.

Obesità

Negli animali da affezione, proprio come nell'uomo, sono in aumento i casi di sovrappeso e di obesità. L'attività fisica ridotta una dieta troppo ricca e i bocconcini extra somministrati in segno di affetto possono facilmente sbilanciare l'equilibrio nutritivo dell'animale di casa.

Malgrado l'aspetto florido e il comportamento tranquillo, il gatto in sovrappeso non conduce affatto una vita ideale per ui predatore agile e attivo. La terapia consiste spesso semplicemente nel limitare rassunzione di calorie, riducendo la quantità di cibo e adottando mangimi a basso contenuto catorico, sotto controllo veterinario. Alcune razze sono particolarmente voraci, e la loro alimentazione deve quindi essere ben equilibrata, soprattutto nei gatti orientali. Nei gatti a pelo lungo, il folto mantello può nascondere un'improvvisa variazione di peso, ed è quindi utile abituarsi a toccare il gatto per verificarne lo stato di salute.

La qualità della dieta può essere rilevata anche dallo stato del pelo, che sarà morbido, inodore, pulito e brillante nel gatto sano, più opaco, untuoso e fragile in caso di malessere.

Le esposizioni feline

Se si desidera intraprendere la carriera espositiva, il primo requisito è sicuramente la scelta di un gatto di buone speranze, della razza preferita. Nessun allevatore è in grado di prevedere con matematica certezza lo sviluppo morfologico di un proprio giovane o giovanissimo soggetto, ma è comunque possibile individuare i gattini più promettenti, grazie alla qualità dei genitori, agli esiti di precedenti accoppiamenti o alle caratteristiche del cucciolo stesso. Maggiori saranno le informazioni raccolte sulla razza, la conoscenza dello standard morfologico, degli esemplari presentati in esposizione, delle diverse linee di sangue e degli allevatori stessi, maggiori saranno le possibilità di assicurarsi un soggetto valido per le esposizioni. Il costo di questi esemplari, soprattutto se adulti e se hanno già conquistato riconoscimenti e coccarde, può essere motto superiore rispetto a quello di un cucciolo destinato a una tranquilla vita di casa.

L'aspetto corrispondente ai requisiti richiesti per la razza non è però sufficiente per presentarsi sul ring per il giudizio. Il gatto deve infatti essere abituato fin da cucciolo a essere manipolato e toelettato secondo i dettami della razza, deve tollerare senza eccessivo stress rambiente rumoroso e caotico delle esposizioni, essere in buona salute e con tutti i documenti in regola. I gatti di razza sono infatti iscritti ai libri genealogici, che attestano la discendenza del gatto da esemplari riconosciuti.

Il pedigree è il documento di identità del gatto di razza, che riporta tutti i dati personali del soggetto: data di nascita, numero di iscrizione al libro di origine, allevatore, proprietario e antenati con i rispettivi titoli. Il pedigree attesta tappartenenza a una razza, non la qualità del soggetto, che viene invece valutata nelle esposizioni feline. Lo scopo di queste esposizioni è proprio ottenere un giudizio sul soggetto e un indirizzo alla selezione.

Per presentarsi a una esposizione non è però obbligatorio avere un micio blasonato, dato che sono previste delle sezioni per i gatti di casa, inoltre sono ammessi anche i gatti sterilizzati. Il gatto viene iscritto a catalogo in una classe definita in base alla razza, al sesso, al colore, all'età e alla posizione in campionato. Ogni classe prevede un Best (migliore), e all'interno della stessa razza è previsto uno spareggio. La manifestazione si chiude solitamente con il Best in Show, l'esemplare che viene giudicato in assoluto il migliore.