Cosa vediamo, osservando da vicino un gatto?

Occhi vivaci, un corpo snello, lucido, forte, un animo affettuoso e fiducioso, indipendenza, raffinatezza e uno spirito saggio e saccente al contempo. Che il gatto accanto a noi abbia il pelo lungo o corto, che sia soriano o color tartaruga, la nostra reazione è sempre la stessa: ne restiamo affascinati.

Misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, i gatti sono le creature più ingannatrici che la nostra specie abbia mai addomesticato. Ma, nel corso dei tempo, tutte le civiltà hanno faticato a capire i gatti.

Dolci o riservati? Solitari o socievoli? Meditativi o funerei? Fisicamente i gatti sono cambiati ben poco, ma è cambiato il nostro modo di vederli. Diversamente - e quanto diversamente - dal cane, uno dei primi animali domestici, i gatti si sono avvicinati all'uomo relativamente tardi. Ma si sono rifatti dei tempo perduto ed hanno occupato ben presto un posto non solo nelle nostre case, ma anche nei nostri cuori.

E di questo dobbiamo ringraziare i roditori. E stato l'avvento dell'agricoltura, e quindi delle provviste di grano, a condurci questi amici sofisticati e predatori, probabilmente più di tremila anni fa. Si ritiene che il gatto selvatico africano venisse impiegato nell'antico Egitto per uccidere i topi e i roditori della valle dei Nilo che depredavano il grano raccolto e immagazzinato. Gli antichi egizi non ebbero più scelta dopo aver vissuto con queste splendide creature: ne rimasero affascinati. I gatti adorati dagli antichi egizi erano più o meno i gatti che adoriamo ancor oggi. L'arte di quel tempo raffigura il gatto come quello dei nostro salotto, anche se forse allora la glorificazione di tutto ciò che è felino era più solenne.

Gi egizi veneravano una divinità felina, Bastet, che guidava un carro trainato da altri gatti (molti di noi riescono ad immaginare i nostri amici che scelgono fra i gatti dei vicini quelli da imbrigliare: "Quel piccolo curioso con le macchie della strada accanto ... iI grosso Tom dei prato dietro casa..."). Bastet era una dea potente strettamente collegata a Ra, il dio dei sole. I gatti vagavano in un tempio in pietra costruito in suo onore e i fedeli studiavano il loro comportamento per trarne auspici e segni della dea stessa. Possiamo ancora identificarci con gli antichi egizi quando studiamo il comportamento dei nostro gatto in cerca di un segnale "Per stasera la supréme di salmone o le frattaglie di tacchino? Dammi un segno". In vita i gatti erano molto amati, nella morte erano pianti. Se moriva il gatto di casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia.

Ma essere venerati non è sempre piacevole come si potrebbe pensare, soprattutto nel ventesimo secolo. Negli Stati Uniti cinquantacinque milioni di gatti viziati hanno una casa, mentre milioni di altri, non desiderati, vengono uccisi ogni anno. In Egitto, anche se il gatto era sacro, ne vennero sacrificati e mummificati migliaia. In un grande tempio sono state scoperte alla fine dei secolo scorso oltre trecentomila mummie di gatti con accanto una sorta di pasto per l'aldilà: topi mummificati.

Nel corso dei secoli Bastet divenne sempre più popolare e potente e attirò centinaia di migliaia di pellegrini da ogni parte in occasione delle celebrazioni in suo onore, durante le quali si beveva, si banchettava e ci si dava a orge sfrenate. Questa storia, insieme ai vagabondaggi notturni, alle retine riflettenti che fanno "brillare" gli occhi al buio, e all'istintivo orgoglio dei gatto (leggete pure superbia), possono essere state fra le cause che hanno portato i gatti a vedere i tempi bui dell'Europa medioevale, quando venivano collegati alla magia e alla stregoneria. A causa di questa associazione, i gatti vennero perseguitati per secoli. Anche se questo atteggiamento contro i gatti ebbe inizio già nel decimo secolo, l'ultimo gatto giustiziato in Inghilterra per stregoneria morì nel 1712. Oggi sappiamo bene quanto i gatti possano essere di compagnia e di conforto per le persone anziane, ma questa preziosa intesa venne male interpretata e distrutta nel corso dei Medioevo. Una donna anziana che viveva con i suoi gatti veniva sempre sospettata di stregoneria.

Durante la caccia alle streghe erano presi di mira soprattutto i gatti neri, che tuttora sono circondati da un'aura di superstizione. Negli Stati Uniti un gatto nero che attraversa la strada si ritiene porti sfortuna, ma in Inghilterra vale l'opposto: i guai sono passati senza sfiorarli, quindi è segno di buona fortuna.

Anche nei momenti più bui gli scrittori rimasero i migliori alleati dei gatti, condividendo con loro una vita solitaria e tranquilla. Fedeli fino in fondo all'amore per il loro compagno felino furono, per esempio, il Petrarca, che fece incidere sulla lapide dei suo gatto la frase "Sono stato la più grande passione, seconda solo a Laura", e il saggista francese dei XVI secolo Michel de Montaigne, che scrisse: "Quando gioco con la mia gatta, chi può dire se si diverte più lei a scherzare con me o io a giocare con lei?". E questo rapporto è proseguito per intere generazioni. I gatti hanno assistito tranquilli alla transizione dalla penna d'oca al computer portatile. Keats, Tennyson, Hardy, Twain, Kipling e Colette amarono molto i gatti e scrissero di loro con amore. Nessuno che abbia assistito alle strabilianti evoluzioni di un gatto comune potrà sorprendersi sapendo che un uomo "duro" come Ernest Hemingway fosse un vero amante dei gatti.

E non è il solo. E' il loro fisico snello ad attrarci. Pur essendo diventati domestici, i gatti sono cambiati relativamente poco: non si notano in loro marcate differenze fisiche fra le razze domestiche e le razze selvatiche, come per esempio negli "animali da soma" (provate ad applicare questa definizione al vostro gatto!).

Molto più di altre specie addomesticate, i nostri piccoli Muffy e Lulu riescono a sopravvivere da soli. La palla di pelo che vi fa le fusa in grembo sa perfettamente come procurarsi un pasto fuori casa, sia che si trovi in un prato o per le strade di Manhattan.

In quei profondi occhi blu, verde smeraldo o color ambra riusciamo ancora a percepire il senso dei selvatico. Con la loro sviluppata visione notturna, con il loro udito in grado di percepire i suoni acuti, e con un senso dell'olfatto trenta volte più sviluppato dei nostro, i gatti sono animali predatori. Di città o di campagna, qualsiasi gatto che possa uscire liberamente delimita il suo territorio e utilizza gli odori per marcare i confini, facendo poi conto sui suoi muscoli per consolidarli, anche se spesso le minacce sono sufficienti.

Anche i gattini più indifesi nascono con l'istinto della caccia: è un impulso naturale che si affina giocando con i fratellini. Se li osservate mentre lottano e si mordono sapete che stanno esercitandosi per catturare dei deliziosi topolini vivi. Osservando i genitori imparano la pazienza, la tecnica dell'attacco improvviso e come afferrare la preda per il collo. L'istinto della caccia è molto forte: in mancanza di topi sarà sufficiente una mano sotto una coperta, una pantofola che batte sul pavimento o una stringa trascinata in giro.

Alcuni gatti domestici sentono il richiamo della vita selvatica e, se tornano selvatici, sono perfettamente in grado di nutrirsi catturando uccellini e roditori. Spesso sono molto prolifici, ma la loro vita media è circa la metà di quella di un viziato micione casalingo. In molte città vi sono gruppi di assistenza che operano per sterilizzare e stabilizzare la popolazione di gatti selvatici.

E' molto controversa la questione se lasciare o meno uscire liberamente i nostri gatti. La maggior parte delle associazioni per la protezione degli animali insiste sul fatto di tenere sempre i gatti in casa, citando le statistiche che dimostrano di quanto si riduca la sua vita media da quando varca la soglia di casa. Ma i padroni dei gatti si pongono sempre la stessa domanda: "Che cosa rende felice il mio gatto?". Sappiamo che sono sensibili al tocco e che reagiscono con tutto il corpo alle carezze. Fremono di piacere e si strusciano con la testa, la schiena e la coda sul palmo della mano. Molti gatti vanno in estasi per l'erba gatta, vi si rotolano e vi si sfregano in modo assolutamente sfrenato. Sembrano trarre piacere dalle cose più semplici: un angolino di stanza inondato dal sole, un sacchetto di carta, la gioia di piantare le unghie nella tappezzeria, lunghissimi sonnellini, il rispetto, o meglio la venerazione, da parte degli altri.

I gatti sono curiosi e complessi, affettuosi ma indipendenti, addomesticati ma selvatici, riservati e premurosi. I felini sono così tante cose insieme che l'unico sistema per catalogare le loro storie sono le immagini: non importa di che razza siano o dove è stata scattata la foto, riconoscerete il vostro gatto, la sua essenza felina universale, in ogni figura. Con le sue immagini Gatti in primo piano è un'autentica celebrazione della felinità.

Gatti in azione

Una delle caratteristiche più affascinanti del gatto è la capacità di trasformarsi da tranquillo gatto di casa in energico predatore con un solo balzo aggraziato. I gatti casalinghi di tutto il mondo sono in grado di "diventare selvatici" con disinvolta naturalezza, una caratteristica che manca a tutte le altre specie domestiche. Sappiamo che il grazioso micino acciambellato sui cuscino di velluto, quando è fuori sul prato, diventa quasi una piccola tigre. I gatti sono animali indipendenti e, salvo rare eccezioni, i nostri tesori domestici hanno un animo selvaggio: vista, udito ed olfatto sono molto affinati, hanno il corpo di un perfetto atleta e l'istinto di un abile cacciatore.

L'uomo ha strappato alla vita selvatica, costretto e ridotto in cattività altri animali, mentre i gatti sono arrivati da sé, ma spesso ci dimostrano con quanta facilità possono anche andarsene. I gatti si muovono sugli alberi con sorprendente agilità: un orecchio interno alquanto complesso li aiuta a trovare l'equilibrio e una coda che funge da timone lo mantiene. Conoscono poi per istinto un vero e proprio arsenale di strategie: per afferrare i topolini serve un colpo rapido verso il basso, per gli uccelli un salto verso l'alto, e per il pesce un salto della preda a terra. Tutti questi gesti vengono già utilizzati dai cuccioli quando giocano: rinforzano così i muscoli e imparano ad affilarsi le unghie.

Ma i nostri gatti non devono per forza guadare un fiume o scalare una montagna per conoscere la vita selvatica: una palla di lana o una stringa da scarpe possono diventare una preda astuta a cui avvicinarsi furtivamente per soggiogarla. I migliori giocattoli sono abbastanza leggeri da muoversi rapidamente se vengono toccati con le zampe e abbastanza morbidi per affondarci i denti. Sembra che i nostri gatti, fin da cuccioli, si creino strane forme di gioco che spesso conservano da adulti. Anche i nostri micioni di mezza età, posati e un po' spelacchiati, ci sorprenderanno lanciandosi in uno scatto velocissimo se li facciamo giocare con un pezzo di carta appallottolato o con una stringa. Molti gatti hanno i loro "momenti di pazzia" quando, terminato bruscamente il sonnellino, per diversi minuti sfogano l'energia accumulata correndo come matti per tutta la casa.

Per noi, a volte, può essere abbastanza penoso, ma i nostri gatti sono efficienti predatori. Il primo incontro fra le nostre due specie avvenne grazie all'incredibile abilità dei gatto nell'uccidere i roditori. Oggi, però, restiamo spesso perplessi quando i nostri piccoli amici portano a casa "amici" ancora più piccoli: un topo o, peggio ancora, un mezzo topo. Vi lascio immaginare come sia possibile tenersi aggiornati al riguardo, ma i libri che tengono conteggi di questo genere spesso citano i migliori gatti cacciatori dei mondo, che si suppone abbiano ucciso decine di migliaia di topi. Molti preferirebbero di gran lunga vedere questi piccoli amici al lavoro per ripulire la casa dai batuffoli di lanuggine.

Il sonnellino dei gatto

E' stato calcolato che un gatto di nove anni, nella sua vita è stato sveglio soltanto per tre. Questo significa sei anni di sonnellini, sonni profondi, pisolini e dormitine. Sei anni di arricciature di naso, di movimenti delle zampe e di fremiti delle orecchie, sei anni di posticini al sole e di cuscini, sei anni di riposo e relax: niente male! Sembra uno scherzo, ma la cifra dei tre anni è calcolata sapendo che il gatto di casa normalmente dorme almeno sedici ore al giorno, due volte il tempo della persona che sposta la cassetta dei micio o i suoi giganteschi sacchi di cibo.

Come altri abili predatori, i gatti sono abituati a dormire fra una caccia e l'altra. E questi sonnellini possono essere lunghi e piacevoli. Gli esperti hanno persino suddiviso il sonno dei mici in due diverse categorie: il sonno leggero, che dura fra i dieci e i trenta minuti, e la dormita profonda e ininterrotta, che non dura più di dieci minuti, con rapidi movimenti degli occhi e scatti delle zampe. I nostri compagni felini (sorpresa, sorpresa!) non dormono ininterrottamente come noi, ma suddividono i loro sonnellini nell'arco delle ventiquattr'ore, riuscendo così ad essere assolutamente svegli quando noi siamo nel profondo dei sonno.

Da cuccioli, e in seguito in tarda età, i gatti dormono di più, fino all'ottanta per cento della giornata. Per i cuccioli non è difficile capire il motivo: alla nascita pesano poco più di un etto, ma raddoppiano il peso nel corso della prima settimana. Poi, per due mesi, prendono il latte materno, crescono, aprono gli occhi e mettono i denti: un gran da fare! Ma sembra che il lavoro dei gatti sia comunque quello di dormire. Amiamo i gatti anche perché ci comunicano un senso di pace quando li vediamo acciambellati o allungati tutti soddisfatti e beatamente addormentati, con il corpo abbandonato in atteggiamento rilassato. Quando un predatore attento come il nostro gatto sta dormendo vuol dire che non ci sono pericoli nelle vicinanze, che non c'è nulla da temere. Anche noi, allora, ci rilassiamo. Un gatto addormentato significa che tutto è a posto: ci dà un senso di pace e di tranquillità. A chi ha vissuto con un gatto, una chiazza di calda luce solare sul pavimento sembra vuota senza un micino che vi sonnecchia.

I gatti sognano? Gli scienziati affermano che l'attività delle onde cerebrali durante il sonno profondo è simile a quella degli umani nello stesso stadio, ma con ciò non possiamo affermare con sicurezza se i gatti sognano come noi: potremmo esserne certi soltanto se i nostri amici avessero il dono della parola. Ma vorremmo davvero vedere il nostro micio scendere barcollando le scale al mattino per annoiarci a colazione con i ricordi dei suoi sogni proprio come fanno gli amici? "Stavo correndo in cortile, davo la caccia a un topo, beh, non era proprio un topo..."

Il gatto viaggiatore

Quando cerchiamo di fare entrare il nostro micio nel cestino da viaggio o in macchina, è difficile immaginare che i gatti abbiano una lunga tradizione come viaggiatori. Non riuscirei a sopravvivere fino al prossimo isolato" miagolano disperati Che crudeltà strapparmi così al focolare domestico!" gemono. Tuttavia, tornando indietro di non molte generazioni, i nostri gatti navigavano su mari allora sconosciuti e si godevano una vita da marinai vagabondi.

Non appena si diffuse il commercio via mare, non c'era nave che non avesse a bordo qualche micione tigrato per liberarsi delle pasciute schiere di ratti che popolavano le stive: i marinai apprezzavano molto questi cacciatori di topi che li aiutavano a conservare, o almeno rendevano più sicure, le loro scorte di cibo. Nei lunghi viaggi era una questione di vita o di morte. Agli occhi dell'equipaggio i gatti erano dei veri eroi. Per i mici il viaggio era un po' come una crociera di piacere, una vera pacchia avere sempre a disposizione una montagna di cibo pronto e caldo. Topi su una nave: chi potrebbe chiedere di meglio?

Forse i felini di oggi hanno in gran parte rinunciato alla vita di mare, ma quando viaggiamo vediamo sempre gatti esotici come l'ambiente che li circonda. E i gatti di tutto il mondo non sono poi molto diversi fra loro. Come mai a Parigi anche un gatto randagio sembra tanto ... stylé? Forse è l'accento dei "miao". Ma ovunque nel mondo i gatti sembrano stranamente sentirsi a casa: tutto può sembrare fuori luogo, ma non un gatto. Sembrano dire "Certo che sono qui, questo è il mio mondo". E noi ci crediamo. Non c'è montatura che riesca a far sembrare brutto un diamante dal taglio perfetto: è impossibile. Il mondo intero è fatto per i nostri gatti.

Il gatto di campagna, robusto e in piena forma, che va a caccia nei campi e sovrintende ai lavori nel granaio: questa è perfezione. Il gatto di città è calmo e pieno di sé. I gatti amano la vita notturna, le luci della città, il suono della musica che si diffonde nell'aria. Poi, ogni giorno, succedono un sacco di cose in strada, ci sono tanti pettegolezzi da ascoltare. Sembra una sistemazione davvero perfetta. Ma chi potrebbe chiedere una sistemazione migliore di quei gatti fortunati che vivono vicino all'acqua? Che si tratti di acqua dolce o salata, ci saranno sempre un mucchio di pesciolini da catturare. Anche questa è una situazione niente male.

Noi sappiamo che molti mici non amano viaggiare o spostarsi fuori dal loro territorio. Sono sensibili ai campi magnetici o semplicemente non sopportano l'idea di rinunciare alle loro comodità faticosamente conquistate?

Il gatto industrioso

Gatti e lavoro? A noi, umili servitori dei felini, potrebbero sembrare due concetti antitetici. Ma, che lo crediate o meno, quando i gatti hanno incominciato a vivere accanto a noi, avevano un gran daffare. E, da allora, li abbiamo utilizzati nei luoghi più impensati. Diversamente dai cani, che abbiamo allevato per cacciare, per badare alle greggi o per fare la guardia, i nostri gatti hanno di solito una sola missione: uccidere i roditori. Questa loro abilità ha reso un servizio di incalcolabile valore ai contadini egizi e ai marinai affamati, ma anche agli amanti dei libri e agli impiegati delle poste.

Sempre, quando ci tormentano roditori nocivi, a salvarci è stata l'abilità di predatori dei nostri gatti. Lavorando duramente i gatti hanno preservato preziosissimi tomi in tutto il mondo: in biblioteca un gatto è la soluzione perfetta per uno sgradevole problema. Evita infatti che i topi distruggano manoscritti di grande valore, e inoltre lo fa in silenzio. Per oltre un secolo i gatti hanno salvato gli uffici postali inglesi, pieni di carta e pacchi di cibo, dall'invasione dei roditori nocivi. Ma sono anche stati di grande aiuto in tempi di guerra, uccidendo i ratti a bordo delle navi da combattimento. Nel mondo dell'ippica hanno dimostrato il loro valore come compagni di scuderia. Ci sono storie famose, che risalgono al '700, di celebri cavalli da corsa incredibilmente affezionati ai loro amici felini. Si dice che Daunt, il vincitore dei Kentucky Derby dei 1945, fosse legatissimo a Cinger, un bel micione.

Ma accanto a questi servigi, alquanto singolari, che i gatti ci rendono, c'è anche un altro lavoro che hanno accettato con assoluta grazia felina: ridurre il nostro stress. Usciti dai granai per entrare nelle nostre case, uno dei loro compiti più importanti, al giorno d'oggi, è di renderci sani e felici. Sappiamo che i nostri beniamini possono abbassare la pressione sanguigna e aiutare l'uomo a riprendersi da un incidente o da una malattia.

Il compito dei gatto nella società moderna è quello di venirci incontro sulla porta di casa e invitarci a salutarlo con affetto, accomodarsi in grembo nei momenti di pigrizia per fare le fusa, mantenerci imparziali non facendosi mai impressionare dal nostro talento professionale. E guardarci allo stesso modo quando ci siamo appena alzati ancora assonnati o quando ci siamo appena vestiti di tutto punto per uscire a cena. Sono amici e compagni perfetti per i cavalli come per gli esseri umani. Li troviamo in tutto il mondo, in situazioni di ogni genere, ma quale che sia il loro lavoro, indipendentemente dal luogo, lo fanno con stile ed entusiasmo.

I gatti e la compagnia

Se i gatti hanno potuto far amicizia con una specie strana come gli umani, perché dovremmo sorprenderci trovandoli rannicchiati accanto a cani, pecore o conigli? Nonostante il loro proverbiale riserbo, i nostri gatti sanno diventare cordiali e amichevoli. Selettivi, certo, sempre molto selettivi, ma questo non esclude l'amicizia e rende ancor più ricchi di significato i pochi, preziosi momenti che scelgono di trascorrere con noi.

I gatti sanno dare e ricevere quello che potremmo definire amore a un'infinità di improbabili compagni. E le cose non sono davvero così complicate. Il problema con gli umani è che non sempre riconoscono un segnale amichevole da parte dei gatti: sono raffinati, e noi non sempre riusciamo a cogliere le loro sottigliezze. Spesso, infatti, abbiamo bisogno che l'affetto si manifesti in modo più esplicito (sempre che sia fisicamente possibile!).

I gatti non ci sommergono di affetto come i cani che saltano e richiamano la nostra attenzione; ma fateci caso, spesso ci stanno vicini restando tranquilli e senza farsi notare. Si accorgono benissimo quando noi usciamo dalla stanza e, come per magia, appaiono nel posto dove siamo: sono sempre esattamente nella stessa zona dove ci troviamo noi. Un cane ci seguirebbe rumorosamente da una stanza all'altra, mentre il gatto ci pedina inosservato.

In realtà i gatti mandano segnali di socialità, ma non sempre noi li comprendiamo, mentre gli altri animali sembrano coglierli meglio. I risultati sono evidenti: nemici giurati per tradizione, talvolta possiamo vedere un gatto e un cane accucciati insieme sul divano per una lunga seduta congiunta di toilette. Non hanno problemi per capire il linguaggio dei corpo di un altro animale. Quando un grosso alano lava un micetto con un gran leccata umida, il gatto può ritenerlo un sistema piuttosto rozzo, ma lo tollera. La pazienza, una virtù che raramente si attribuisce a un gatto, esiste davvero in quei piccoli animi felini.

Quanti di noi hanno visto il micio di casa prendersela con un neonato? Forse il nuovo arrivo non li farà felici, forse si defileranno per un breve periodo, ma alla fine sembra che accettino di insegnare a quegli esserini sfacciati le regole che governano la casa. E fuori, nel granaio, galli e galline suscitano probabilmente più curiosità che affetto nei gatti, ma mucche e cavalli spesso conquistano tutto il loro amore. E se una mucca volesse ripagare in parte questa amicizia felina con un po' di latte? Beh, sarebbe carino.

Che schiaccino un pisolino con uno schnauzer, che facciano le fusa in braccio al padrone o che fissino attentamente i polli nel cortile della fattoria, è evidente che i nostri gatti "solitari" amano la compagnia.