STORIA
Le sue origini sono alquanto controverse al punto che il persiano
è stato anche chiamato gatto cinese, indiano, russo, ma
non per dare indicazioni certe circa la sua vera provenienza,
quanto piuttosto per il misterioso ed esotico fascino che questi
nomi evocavano. Il vero motivo di discussione è stato senza
dubbio l'origine dei caratteristico mantello e l'introduzione
in Europa dei gene pelo lungo, un mutante recessivo non presente
nei comuni gatti domestici dei Vecchio Continente. Per questo
alcuni ipotizzano che il persiano possa discendere dal gatto manul,
un felino selvatico a pelo lungo, che viveva e vive tuttora in
Tibet, nella Mongolia e nella Cina occidentale, gatto che si sarebbe
poi insediato in Anatolia al seguito dei mercanti e commercianti
di spezie e di sete. Altri, invece, sostengono l'ipotesi della
mutazione spontanea e cioè di una forma di adattamento
dell'animale all'ambiente circostante: era necessario un pelo
lungo e folto per sopravvivere ai lunghi e rigidi inverni della
Turchia. In ogni caso, questo gatto sembra essere giunto in Occidente
nel XVII secolo grazie al ricchissimo esploratore Pietro Della
Valle che lo portò in Italia al ritorno da un viaggio in
Turchia e da qui venne poi contrabbandato in Francia. Altre fonti
sostengono che fu portato prima in Provenza e poi a Parigi direttamente
da Ankara, da un ricco antiquario, Nicolas Fabri de Peirex. Comunque
sia, in Francia divenne ben presto il gatto dei nobili e, a testimonianza
di queste regali frequentazioni, gli è rimasto il nome
di "gatto francese". Autorevoli studiosi asseriscono
che, una volta giunto in Inghilterra, venne ibridato con i gatti
a pelo lungo provenienti dalla provincia dei Khorazan in Persia,
animali molto più robusti e pesanti da cui deriverebbe
il persiano odierno.
SELEZIONE
Il persiano attuale è ben diverso da quello presentato
alla prima mostra felina dei Crystal Palace di Londra dei 1871.
In effetti non esiste razza di gatti al mondo ad avere subìto
tante e tali modificazioni dettate dalla moda e dal gusto dei
momento. Si può tranquillamente affermare che la vera patria
dei persiano è stata l'Inghilterra; va infatti agli allevatori
inglesi il merito di essersi dedicati alla selezione e all'allevamento
di questa razza e di averne fissato il "tipo. La selezione
dei persiano ha sostenuto un'importantissima svolta nell'immediato
dopoguerra e in particolare al principio degli anni Cinquanta.
Dall'iniziale persiano inglese un gattone un po' pesante con il
naso non cortissimo ma dai colori e dalla magnifica tessitura
dei mantello lavorando molto sul tipo, gli americani ottengono
un gatto ancora più raccolto, pesante, massiccio e, soprattutto,
con il naso incredibilmente corto, al punto che la differenza
tra le due tipologie diventa davvero sostanziale.
Negli anni Ottanta scoppia in Europa il vero boom dei persiano
made in USA e la nuova moda dei gatto "schiacciatissimo"
con il pelo lungo contagia veramente tutti. Gli allevatori cominciano
così a importare soggetti delle migliori linee di sangue
al fine di perfezionare e rinnovare i propri allevamenti. E i
risultati non si sono fatti attendere! Oggi il livello dei soggetti
allevati è di straordinaria qualità: pur favorendo
il tipo estremo, i persiani allevati attualmente sono davvero
molto armoniosi e hanno una sontuosa livrea dai magnifici colori.
CONSIGLI E CURE
Per il suo lungo e folto mantello il persiano è un gatto
che richiede una manutenzione particolare. La pelliccia deve essere
spazzolata tutti i giorni perché il pelo non può
rischiare di infeltrire o annodare, pena la drastica rimozione
dei nodi a colpi di forbice. Per questo il gatto deve essere abituato
al pettine e alla spazzola fin da piccolo (è particolarmente
indicato un pettine a maglie larghe). Allo scopo si può
iniziare simulando il gioco e, soprattutto, pettinarlo nelle zone
che sicuramente gli procureranno piacere come la testa e il collo.
Ben presto lo si condizionerà a questo rituale che non
verrà più vissuto come un momento doloroso e da
evitare ma come una piacevole parentesi da trascorrere insieme.
Durante il periodo della muta la rimozione dei peli morti si rende
ancor più necessaria per evitare che la loro ingestione
porti alla formazione di pericolose palle di pelo (o tricobezoari)
che possono provocare occlusioni intestinali.
Anche il bagno è un momento importante per il persiano,
che vi si deve abituare fin da piccolo, ed è necessario
utilizzare prodotti specifici particolarmente adatti alla lunghezza,
alla struttura e alla tessitura dei pelo. Anche la frequenza dei
bagno è importante: il gatto deve essere lavato in media
una volta al mese, periodo variabile in funzione dei tipo di pelo,
dei colore, della stagione e di eventuali concorsi in calendario.
Dopo il lavaggio è indispensabile una perfetta asciugatura.
Allo scopo, dopo averlo sommariamente frizionato con un asciugamano,
si può utilizzare una stufetta termoconvettrice o un phon
silenzioso ma potente.
Gli occhi devono essere puliti una o due volte al giorno con un
fazzoletto di carta morbido o una garzina di cotone. Spesso la
lacrimazione abbondante, favorita dalla particolare conformazione
dell'occhio e dei naso e dalla frequente occlusione dei canale
nasolacrimale, porta nei soggetti chiari a un ingiallimento della
zona sottorbitale. Nel caso si possono impiegare detergenti facilmente
reperibili in commercio, atti a smacchiare il pelo.