STORIA
Il suo nome deriva da Angora (attuale Ankara) capitale della Turchia.
Circa le sue origini alcuni sostengono possa discendere dal gatto
manul, un felino selvatico a pelo lungo; altri che sia stato addomesticato
prima dai tartari e poi dai cinesi. L'ipotesi più accreditata
è che esso sia il risultato di una mutazione spontanea.
Di certo sappiamo che approdò in Europa nel XVII secolo
(prima in Italia poi in Francia) e che la sua presenza fece allora
tanto scalpore che ne parlarono tutti i grandi naturalisti dell'epoca.
Inizialmente l'angora era presente in tutte le varietà
di colore; ben presto, però, l'unico permesso fu quello
originale, e cioè il bianco. Questo periodo coincise con
il rapido declino della sua popolarità: nel giro di poco
tempo l'interesse venne quasi totalmente spostato sul persiano,
decisamente più tranquillo e socievole e dalla prorompente
bellezza, al punto che l'angora rischiò addirittura l'estinzione.
Fortunatamente il governo turco affidò allo zoo di Ankara
il compito di preservare la razza attraverso un programma di riproduzione
selettivo, in cui furono ammessi soltanto soggetti bianchi. Si
può parlare di riscoperta della razza solo all'inizio degli
anni Sessanta, quando alcuni soggetti vennero esportati negli
Stati Uniti. La razza venne riconosciuta nel 1970 solo nel colore
bianco e nel 1978 nelle varietà colorate.
SELEZIONE
In quest'ultimo secolo la sua storia è stata "avvelenata"
da diatribe e discussioni circa i colori da ammettere nella selezione
e questo ha causato non pochi danni alla razza.
Basti pensare che dopo la decisione di accettare gli angora colorati,
alcuni club "puristi e conservatori" hanno addirittura
deciso di abbandonarne l'allevamento. Queste differenti opinioni
hanno condizionato anche l'allevamento in Europa alcuni, infatti,
accettano l'angora in tutte le varietà (a esclusione dei
colori a motivo siamese); altri riconoscono solo il bianco.
CONSIGLI E CURE
Contrariamente a ciò che si può pensare, mantenere
in ordine il pelo bianco di un gatto angora richiede pochissime
cure. La mancanza di sottopelo rende la sua tolettatura semplicissima
(è lì infatti che si formano i nodi e gli infeltrimenti):
basterà spazzolarlo 1-2 volte la settimana. E' sempre bene
invece abituarlo al bagno e soprattutto al phon; queste pratiche
vengono ben tollerate se effettuate con regolarità e solo
se i gatti vi vengono abituati fin da piccoli.