guarigione del paralitico a betesda

matteo marco luca giovanni
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Dopo queste cose ci fu la festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.
Ora c'è a Gerusalemme la piscina, chiamata in ebraico Betesda, munita di cinque portici,
sotto i quali giaceva gran quantità di ammalati, ciechi, zoppi o paralitici, in attesa del movimento dell'acqua;
poiché l'angelo del Signore discendeva di tempo in tempo,
nella piscina e l'acqua si agitava: allora il primo che s'immergeva,
dopo il movimento dell'acqua, veniva guarito da qualsiasi infermità avesse.
Lì c'era un uomo infermo da trentotto anni.
Gesù, vedutolo che giaceva e sapendo che già da molto tempo vi si trovava,
gli disse: "Vuoi essere guarito?".
l'ammalato rispose:
"Signore, io non ho un uomo che m'immerga nella piscina al primo moto dell'acqua,
e mentre io vado, un altro vi discende prima di me".
Gesù gli disse: "Alzati, prendi il tuo giaciglio e cammina".
E in quel medesimo istante l'uomo si trovò guarito, e, preso il giaciglio, se ne andò.
Era quello un giorno di sabato,
e perciò i Giudei all'uomo guarito dissero: "È sabato e non ti è permesso portar via il tuo giaciglio".
Ma egli rispose loro: "Chi mi ha guarito m'ha detto: - Prendi il tuo giaciglio e cammina".

Gli domandarono: "Chi è l'uomo che ti ha detto: - Prendi il tuo giaciglio e cammina?".
Ma il risanato non sapeva chi fosse, perché Gesù s'era allontanato dalla folla, lì accorsa.
Più tardi Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: "Eccoti guarito; non peccare più affinché non t'avvenga di peggio".
L'uomo se ne andò e riferì ai Giudei che chi l'aveva guarito era Gesù.
Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di Sabato.

 

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