Vivo a Catania da quando sono nata,
e da catanese doc aspetto con ansia ogni anno
la festa della patrona della città, "sant'Agata".
Come ogni anno il 4 e 5 febbraio
tutta la mia famiglia e il 90% dei catanesi,
indossiamo il " sacco " cioè la veste votiva
per una grazia ricevuta per intercessione di sant'Agata.
Questo sacco di colore bianco viene indossato
insieme ad un cappellino di velluto nero, guanti, fazzoletto
e cintura a cordoncino tutti bianchi.
E' un'emozione che si ripete ogni volta,
quei sacchi bianchi sfilano per le vie cittadine
tirando il cordone che traina il fercolo, o vara,
che porta in processione la "santuzza" (così la chiamiamo noi catanesi)
e al grido di " semu tutti devoti tutti "
in coro si risponde "cittadini evviva sant'Aita"
sventolando in aria i fazzoletti tenuti dai guanti binchi.
I fuochi d'artificio sembrano confondersi
con i lapilli lavici buttati dall'etna,
che per diverse volte ha fermato la sua colata
prostandogli davanti il velo che indossava Agata,
e importante reliquia per Catania.
Non voglio raccontarvi tutta la festa,
perchè solo vivendola e partecipandovi in prima persona,
si può capire come questa festa oltre il folklore,
ha un qualcosa di mistico e di spirituale che rimane
impresso per sempre nella mente e nel cuore.
Vi invito a cercare su intenet la festa di sant'Agata su :
" Circolo cittadino sant'Agata "
lì avrete più chiarimenti.
"semu tutti devoti tutti, cittadini evviva sant'Aita".