Thomas Carlyle scrisse: "Non lamentarti dei tuoi tempi.
Se li trovi cattivi, domandati che cosa hai fatto per renderli migliori".
E' facile dire che tutto va male e fare l'esame di coscienza .....sulla coscienza altrui;
è molto sbrigativo battere il petto altrui anziché il nostro;
è molto comodo fare la critica, ma non l'autocritica.
Di questo passo tutto resta come prima e, forse, diviene peggio di prima.
"Il mondo . lo insegnò con la vita più che con la parola don Mazzolari
- si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi ci mutiamo,
si fa nuovo se qualcuno si fa nuova creatura,
imbarbarisce se scateneremo la belva che è in ognuno di noi".
Bisogna che ognuno, in sostanza, prenda coscienza della sua responsabilità e dica: "incomincio io!".
Chi non incomincia a ricostruire se stesso, assoggettandosi ad una continua autocritica,
non ha il diritto di criticare né gli uomini né le strutture carenti.
"Come puoi pretendere di togliere la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello,
quando non hai rimosso la trave che è nel tuo?" - ha detto Gesù.
Bisogna ancora che ognuno prenda coscienza della sua importanza
nel piano provvidenziale di Dio per il bene di tutti e di ciascuno:
Dio non crea a caso, non fa doppioni, non condanna nessun essere all'inutilità.
"Io sono stato creato per fare o per essere qualcosa per cui nessun altro è creato;
io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio;
un posto che nessun altro ha occupato.
Poco importa che io sia ricco, povero, disprezzato dagli uomini;
Dio mi conosce e mi chiama per nome.
Dio mi ha creato per rendergli qualche servizio ben definito;
Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato ad un altro.
Io ho la mia missione.
In qualche modo io sono necessario ai suoi intenti,
tanto necessario al mio posto quanto un Arcangelo al suo.
Egli non ha creato me inutilmente". Così scriveva John Henry Newman,
primo teologo protestante e poi, convertitosi, cardinale della Chiesa Cattolica.
Dunque, il problema di ogni uomo è di cercare e trovare il proprio posto nel mondo,
scoprire ed aderire alla propria vocazione; essere, pertanto, se stessi alla massima potenza.
Non importa se gli altri non lo tentano neppure.
Bisogna avere il coraggio di essere buoni, di fare il bene costi quel che costi,
senza scoraggiarci, sicuri che altri, come noi, stanno facendo lo stesso;
e che solo il bene può vincere le tenebre che ci avvolgono.
Diversi anni fa i giornali parlarono di una originale iniziativa
di un prete americano, un religioso della California.
Si chiamava Padre Keller, il quale,
parlando nello stadio di Los Angeles a centomila persone, di sera,
d'un tratto s'interruppe e disse: "Ora non abbiate paura, spengo le luci".
Fattosi buio, continuò: "Ora accenderò un fiammifero.
Quelli che lo vedranno brillare dicano la parola "sì".
Accese il fiammifero. S'intese un urlo di approvazione.
Allora spiegò il Padre: "Così brilla nel buio del mondo, la luce di una azione di bontà!".
Di nuovo si spensero le luci nello stadio e la stessa voce intimò:
"Tutti quelli che hanno un fiammifero, al mio via lo accendano".
Il via fu dato. Di colpo lo stadio fu invaso da una luce sconfinata.
Concluse P. Keller: "Così tutti insieme possiamo vincere le tenebre del male!".
"Mi piace troppo condividere questi pensieri con voi.....
non lasciamoci mai scoraggiare....
annunciare il Vangelo, la gioia di vivere sulle orme di Gesù,
con la bontà nel cuore, illumina il mondo!"