Brodino Dolce
" Nuova Età "


Marzo 2007; lunedì pomeriggio caldo e ventoso.
Farmacia senz'aria condizionata di un ricco paesotto del Nord Italia.
Lunga fila di persone in attesa di risolvere i loro malanni primavera-estivi.
Fra loro una vecchina che sembrava uscita da qualche favola
in cui le vecchine sono fatte di zucchero (80? 85?? anni)
Piccola, piccola, magra come un passerotto,
con la schiena proprio curva e ossuta come un uccellino,
capelli bianchi, candidi; ormai senza più alcuna forma, ma puliti e lucenti.
Grembiulino di cotone, azzurro allacciato in vita, calze d'ordinanza anche se è già caldo,
( ma per chi è nato intorno al 1920 le calze ci vogliono sempre!);
borsa di pelle, "vintage" direbbero gli esperti di moda
e chi non era ancora nato quando quella borsa venne prodotta.
La vecchina consegna la ricetta alla giovane commessa della farmacia,
poi le spalanca praticamente il portafogli davanti,
dicendole che non ci vede senza occhiali, di prendere pure i soldi che servono.
La commessa è molto gentile, e la vecchina si fa coraggio chiedendo
se può aiutarla a pesarsi usando la pesa ipertecnologica della farmacia.
Da sola non saprebbe farlo,
e finora non ha mai avuto il coraggio di chiederlo all'altro farmacista (uomo).
Si confida e dice alla commessa che il farmacista non è mai stato molto gentile con lei.
La ragazza prende 50 centesimi di euro dal borsellino della vecchina
e l'accompagna alla macchina che radiograferà il vecchio corpicino.
La signora dice che sono 10 anni che non si pesa, la sua pesa si è rotta
e lei non ne ha ricomprato un'altra, perché costano troppo.
La macchinetta ingoia la moneta da quasi 1000 delle vecchie lire,
emette un ronzio lieve e dopo pochi attimi stampa uno scontrino bianco.
La ragazza gentile legge il risultato:
"E' alta un metro e 39 e pesa 40 chili e 800 grammi".
La vecchina di zucchero è stupita, dice che l'ultima volta che si è pesata, era 44 kg.
La commessa la guarda con dolcezza, immaginando dieci anni di minestrine e solitudine.
La vecchina sorride e ringrazia la commessa infinite volte.
Un profumo lieve lieve di zucchero filato si sparge nella farmacia,
mescolandosi agli aromi pungenti dei medicinali.
A volte la gentilezza spalanca portoni
rimasti chiusi da almeno 10 anni di farmacisti malmostosi e sgarbati.

A volte basta talmente poco............

@nn@
(inviato il 26 aprile 2007)




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Nel Giardino degli Angeli by Anna

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