Non coronatur nisi legitime certaverit. Non sarà coronato, se non avrà legittimamente combattuto.
(2 Timoteo 2, 5)
Andavano e piangevano: ritorneranno esultanti ...
L'esultanza di un premio che non ha al mondo l'uguale, sarà tutta la ricompensa
di chi si è abbandonato, docile, alle promesse di Gesù Cristo.
Servire a Lui, è regnare.
Lo ha servito chi, sia pure di caduta in caduta, sia pure dopo essersi ferito alle spine
e ai sassi del cammino, è giunto alle porte del regno.
Nelle mani piagate brilla la lampada cui l'olio non venne mai meno:
la fiammella dà i suoi bagliori fedeli.
È quello il diritto di assidersi a mensa col Re.
Se Gesù ha la sovranità dei mondi, la sua corona di gloria raggiunge tuttavia
splendori infiniti nel regno del Padre: Egli vince, regna, comanda.
Quando l'Apostolo scriveva di noi miseri viatori che nessuno sarà coronato
se non avrà legittimamente combattuto,
il suo pensiero doveva tutto esser preso dal ricordo del Signore nostro.
Chi conobbe mai battaglia più tormentosa della sua,
e chi più generosamente la combattè sino all'ultimo ?
La morte e la vita contesero in un duello maraviglioso:
Cristo, re della vita, morto, regna vivente.
Che cosa importava al Signore dei regni e delle corone della terra ?
Egli scacciò sdegnato il demonio che gli mostrava le grandezze del mondo,
e si nascose quando la gente voleva rapirlo per farlo re.
Non accettò che la regalità della croce e di una sola corona si cinse la fronte: di una corona di spine.
All'eterna corona si giunge così.
Chi nel mondo si cinge di spine, sarà nei cieli di Dio circonfuso di gloria.
A questa corona anelano le Anime che rifioriscono tra le spine,
anelano tanto più angosciosamente quanto più l'esilio si prolunga e l'eterno splendore si avvicina.
Ma intanto, come vorrebbero cogliere spine da tutti gli spineti del mondo e intrecciare corone e corone,
dure e sanguinose, e coronarsi così, perchè ai loro occhi in lacrime
la fronte di Cristo apparisse bene dicente, coronata di gloria !
PREGHIERA
O umile e grande Signore dei mondi,
chiama alla corona le anime che tu hai elette a splendori divini.
Vivono aspettando, fasciate di tenebre e di pianto,
vivono nel desiderio di risentire tutto il martirio che ti fecero soffrire,
vivono nella brama di vederti regnare su tutti i redenti
raccolti nella beatitudine dei tuoi Cieli.
Son tormentate dal rimorso di aver dato troppo poco per l'avvento dei regno di Dio:
ora dànno tutte se stesse, ma soffrono tanto.
Sii re, perdonando sovranamente.
Ogni preghiera, intenzione, santa Messa in suffragio,
pensiero e sacrificio sono, per le Anime Sante del Purgatorio,
come fresca rugiada della primavera eterna del Paradiso.