Su in alto, sul dorso d'un superbo monte,
si vedono dei gruppi di casupole, e su, più in alto, una chiesa.
Di là si gode d'un magnifico panorama,
specialmente nelle ore del levare e del tramontare del sole.
Abitava una di quelle casette una buona signora con l'unica sua bambina,
un amorino di bimba che cresceva buona come la sua mamma.
Oh! sì quant'era buona la sua mammina !
I poveri di lassù la chiamavano il loro buon angelo;
ed era lei infatti che sempre accorreva là
ove qualche dolore era da lenire; qualche infelice da soccorrere.
Ma un giorno, un brutto giorni, i poveri non ricevettero più la solita visita:
la povera signora era molto ammalata...
E pochi giorni dopo l'accompagnavano piangendo all' ultima dimora: il cimitero....
Qual dolore provò la bimba nel vedersi portar via la sua adorata mammina!
- Nonna, nonna, dove portano la mammina?... - gridava disperatamente.
La nonna invano cercava di consolarla con buone parole, con baci, con carezze;
i suoi begli occhioni neri eran sempre inumiditi dalle lagrime,
il suo faccino da angioletto diventava di giorno in giorno più pallido e magro,
ed i bei riccioloni che le cadevano sulle spalle
ben provavano la mancanza della mani della mamma.
I bambini dimenticano presto, i loro dolori durano poco,
e la nonna sperava che così fosse anche per Mercede (così si chiamava la bimba).
Ma fu delusa nelle sue speranze.
Mercede, che non sapeva che fosse morire, non cessava di chiamare la mamma,
e spesso domandava alla nonna dove fosse andata, dove l'avessero portata....
e la povera piccina piangeva, essa voleva andare a raggiungerla.
- La raggiungerai quando, anche tu, andrai in cielo
ed allora non la lascerai mai più, - aveva risposto, una volta,
quasi sbadatamente la nonna, additandole il cielo.
Questa risposta fece pensare molto Mercede, e diede luogo a lunghi ragionamenti.
- Dunque bisogna andare in cielo per trovare la mamma. E' lontano il cielo ?
E Mercede contemplava l'immensa volta azzurra che la circondava
e cercava dove avrebbe potuto passare per giungervi.
E alla sera fissava sempre una bella stella, più brillante delle altre,
perchè pensava che la mamma sua fosse là dentro,
e che raggiungendo quella stella avrebbe pure raggiunta la mamma.
Ma camminava quella bella stella, e Mercede aveva osservato
che ad un certo punto toccava la cinta del monte .....
Quella fu una meravigliosa scoperta
che le fece palpitare forte forte il cuore dalla gioia:
avrebbe potuto raggiungere la mamma, avrebbe potuto star sempre con lei.
In che modo?
Mercede aveva già preparato il suo piano.
Ed una sera in cui l'assenza della mamma pesava, maggiormente su di lei,
lo mise ad effetto....
Uscì pian pianino dalla casa senza che la nonna se ne accorgesse,
e s'avviò per la stradiccíola che conduceva alla cima del monte.
L'ora era tarda, l'aria frizzante, il sentiero brutto e deserto,
ma la bambina s'affrettava a salire;
e non sentiva il freddo che le intirizziva le membra, solo pensava
alla stella che doveva sorgere e venire presto a toccare la cima del monte....
Allora, se vi si trovasse già, avrebbe ritrovata la mamma per non perderla mai più.
Il cielo si faceva scuro, qualche fiocco di neve vagava per l' aria,
e il freddo aumentava; ma Mercede saliva imperterrita,
sempre fissando la cima del monte.
Là era la sua salvezza, là voleva arrivare.
Ad un tratto s'accorse che le tenebre l'avvolgevano,
e che la neve cadeva fitta fitta; ed allora fu colta da un'immensa paura,
volle gridare, ma non potè,
la sua voce non si faceva sentire che come un rauco suono,
e le lagrime le inondavano il bel visino;
tentò di camminare ancora, ma le gambe più non la ressero
e cadde a terra svenuta dalla paura, dal freddo e dalla fatica.
La neve copri il corpicino di Mercede,
che si svegliò davvero in braccio alla sua mamma.
Dopo qualche giorno, il corpo di Mercede
fu trovato da due montanari che scendevano al paesello.
Intanto vi lascio immaginare il dolore e le angosce
sofferte dalla povera nonna per la perdita della bambina....
La nonna la fece seppellire accanto alla sua mamma, e vi fece porre una lapide
che portava scolpita una bimba in atto di salire un'erta montagna
e con questo scritto: "Mercede andata in cerca della mamma"
TI PREGO MARIA
Ti prego, Maria, per tutti i ragazzi
che stasera hanno voglia di piangere
perché non hanno affetto,
perché non hanno nessuno
che dia loro la buona notte
e li inviti a dormire tranquilli.
Ti prego, Maria, per tutti gli orfani,
per tutti i ragazzi abbandonati dai genitori,
per quelli che, per qualsiasi motivo,
vivono lontani dalla famiglia.
Ti prego, Maria, per i ragazzi che oggi sono stati malati.
Per quelli che sono stati sfruttati.
Per quelli che, invece di giocare e studiare
sono costretti a lavorare.
Ti prego, Maria, per i ragazzi disabili
e per coloro ai quali anche oggi
il giorno è sembrato lungo e noioso.
Ti prego, Maria.
Amen. preghiera d'Avvento e di Natale