Con che lagrime, con che duolo
contempli il Figliuolo,
che mano feroce
costrinse alla croce !
Con che cuore, ahimè, lo vedi
trafitto nei polsi e nei piedi
è ferito di punta e di lancia,
livido il petto, livida la guancia !
E ti stringi col seno e i ginocchi
al sacrosanto legno;
e piangi, piangi senza ritegno,
e sul tuo disfatto viso
cola il sangue dell' Ucciso !
Mentre la terra trema
e il sol vien meno,
accoglilo nel seno,
bacialo piano piano
sul costato e sulla mano
e sulle palpebre chiuse,
il Diletto,
che il santo sangue effuse.
E poi lascia che i pietosi
l'ungano d'olii odorosi,
e riceva a notte scura
furtiva sepoltura. A.S.Novaro