1 - Perchè questo fascino
In quest'epoca, dove l'elettronica fa da padrona, è anacronistico usare un orologio solare per conoscere l'ora, ma è strano come sia ancora affascinante osservare un'ombra che indica le ore segnate sul tracciato di un orologio solare. Forse il segreto di questo fascino sta nel percepire non solo l'ombra sul tracciato ma anche "il Sole nel Cielo", le stagioni, gli equinozi, i solstizi e, in certi orologi solari, anche l'orbita ellittica che percorre la Terra attorno al Sole. Un orologio tradizionale pur segnando anche i mesi, non ha questo fascino e tanto meno ci parla dell'orbita ellittica della Terra perchè segna solo il tempo medio. Osservare l'ombra di uno gnomone su un tracciato è come percepire nella sua globalità un ciclo planetario.
I nostri antenati percepivano i vari momenti della giornata osservando il sole e penso che anche col cielo coperto fossero in grado di immaginare la sua posizione. Questa sensibilità "planetaria" può rivivere anche oggi nell'uomo moderno; non a caso un filosofo austriaco, già novant'anni or sono, consigliava di osservare il Sole e la Luna per poter intuire la loro posizione in caso di cielo coperto. Una variante a questo suo consiglio può essere quella di osservare un orologio solare e cogliere il movimento della Terra non solo per quel giorno ma per tutto l'anno. Infatti un orologio solare completo indica, in un modo tutto particolare, il movimento del nostro pianeta per un anno intero. Si può persino avere un'idea della posizione del sole durante alcune ore notturne. |
L'orologio solare ha perso la sua importanza con l'avvento degli orologi meccanici, ma è nata anche la necessità di regolare questi ultimi, ovviamente riferendosi al mezzogiorno solare. E' per questo scopo che sono state costruite le grandi meridiane (in particolare nelle cattedrali). Quanto più grande è la meridiana, tanto più preciso è il riferimento del mezzogiorno. In seguito, con il perfezionamento del cannocchiale, la correzione veniva fatta tramite gli osservatori astronomici. Infatti anche i più sofisticati orologi elettronici venivano "rifasati" una volta all'anno con misurazioni astronomiche. Oggi con l'avvento dell'orologio atomico non serve più questa rifasatura annuale, ma le grandi meridiane, col loro fascino, vivono ancora nelle cattedrali:
Firenze | 1468 | S. Maria del Fiore | 90 m* | ||||
Costantinopoli | 1437 | S. Sofia | 50 m* | ||||
Bologna | 1653 | S. Petronio | 27 m* | ||||
Parigi | 1743 | S. Sulpice | 26 m* | * altezza foro gnomonico | |||
Milano | 1786 | Duomo | 24 m* | (descrizione a fine pagina) | |||
Catania | 1830 | Monast. Benedett. | 22 m* | ||||
Roma | 1702 | S. Maria degli Angeli | 20 m* |
Fig. 1 - La cattedrale di S. Maria del Fiore in Firenze ospita la più grande meridiana del mondo. Il foro gnomonico è posto a 90 metri di altezza, nella cupola del Brunelleschi. A causa della posizione molto elevata del foro questa meridiana funziona solo durante il periodo del solstizio estivo. |
Agli albori della fotografia
l'obiettivo era composto da una sola lente ancora alquanto
inperfetta. Infatti quando si voleva ottenere una foto precisa si
sostituiva la lente con una piastrina metallica avente al centro
un piccolo foro detto "foro stenopeico"
(il diametro era di 2 o 3 decimi di millimetro). L'inconveniente
di questo sistema era il lungo tempo di posa che arrivava anche a
un'ora e se si ingrandiva il foro, per far passare più luce, la
foto non risultava più nitida.
Le meridiane nelle cattedrali, sfruttando il principio suddetto,
proiettano l'immagine del disco solare su una linea posta sul
pavimento tramite un foro in una parete o in una cupola. Il disco
solare appare un po' sfuocato ma ben visibile anche per merito
della scarsa illuminazione delle cattedrali; si possono persino
notare le macchie solari quando queste sono molto estese. La
precisione di questo sistema è dovuta alla ragguardevole
distanza del "foro gnomonico" dal
piano dove è tracciata la linea detta "linea
meridiana". Quando il disco solare è centrato su
questa linea è il mezzogiorno vero del luogo.
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