TIZIANO CANTATORE


Cantatore entra in punta di piedi nel panorama musicale italiano con un primo album nel 1976 titolato “Momenti di uomo” produzione acustica registrata con i migliori strumentisti in circolazione a quell’epoca: su tutti le chitarre di Riccardo Zappa.  Nel 1978 il secondo album “E’ sparita l’Orsa Maggiore” completamente acustico, con la partecipazione di Tullio De Piscopo, Andy Surdi alle ritmiche e le chitarre suonate da Zappa e dallo stesso Cantatore. I testi meno intimisti del primo album evidenziano impegno e denuncia sociale. Con questo lavoro inizia la collaborazione , per alcuni  testi, con Tiziano Sclavi ( futuro autore di “Dylan Dog”). Cantatore ottiene belle recensioni, su quasi tutti i media della stampa specializzata e non, che in alcuni casi evidenziano, in occasione di alcune sue apparizioni in concerto a Milano, la sua grande capacità chitarristica ma anche la sua volontà di rimanere in disparte dai clamori del mondo musicale. Partecipa in due serate al “Verdi Circus Music Hall nel 1978, una bella rassegna di musica non allineata a Milano al Teatro Verdi, tra gli altri nello stesso contesto: Giorgio Lo Cascio, Fabio Concato, Paolo Conte, Enzo Maolucci, Raffaele Mazzei, Riccardo Zappa,  Nadia Furlon e Mario Acquaviva, Giangilberto Monti, Paolo Tofani, Lucio Fabbri e tanti altri. Alcune apparizioni televisive alla TV di Stato, addirittura un piccolo special sulla Rai con la regia di Claudio Amati titolato “Tra Como e Varese Incontro con Tiziano Cantatore” parafrasando il testo di una sua canzone. Cantatore intanto cambia casa discografica e vorrebbe cocciutamente dare alle stampe un concept album dedicato al mondo della carta stampata, (Menabò”), scritto sempre in collaborazione con Tiziano Sclavi. Ma sono gli anni ottanta, impera la disco music e per i cantautori non allineati si profila un duro futuro e il progetto così non vede la luce. In quel contesto diviene difficile fare proposte simili (tra i brani doveva apparire una splendida libera traduzione di una poesia di Boris Vian). Cantatore ottiene un contratto con la Panarecord e nel 1982 esce un 45 giri con due brani (L’estate/ Il mio domani) registrati in una sessione di studio con l’immancabile Zappa e un gruppo di musicisti dell’area di Finardi. Un singolo dove le sonorità acustiche si fondono con atmosfere rock. Belle recensioni, ancora qualche passaggio televisivo (tanti per un cantautore praticamente sconosciuto al grosso pubblico) ma la volontà di Tiziano di seguire strade musicali non propriamente commerciali in Italia mal si concilia con l’industria discografica di quel periodo (o di sempre). Tra la fine dei ’70 e i primi anni ’80, Cantatore ha svolto anche un’intensa attività di autore, scrivendo per oscuri artisti esordienti tra cui un giovane Luca Sardella; si tratta di episodi molto lontani dal suo universo artistico, ma con buoni risultati di vendite (alcuni brani di Sardella sono pure in classifica). Di ben più alto livello, invece, la produzione di “Lonely Days”, album del cantautore comasco Paolo Pigni. Citato sul "Dizionario della musica pop-leggera italiana" della Gamma Libri, Cantatore resta comunque ai margini dello show business che cordialmente detesta ed evita. Cantatore si dedica successivamente e con successo unicamente alla professione di giornalista in un campo volutamente lontano dalla musica. Però nel suo studio di registrazione sulle prealpi comasche continua a suonare e a comporre. Registra brani, scritti ancora con l’amico di sempre Tiziano Sclavi, che forse un giorno non lontano darà alle stampe ora che per lui, la pressione dell’ impegno artistico e  discografico non esiste più. Alcuni mesi fa è uscito un CD per i tipi della Giallo Records che comprende un booklet e i due LP  “Momenti di uomo e “E’ sparita l’Orsa Maggiore”. Rimangono invece inediti su cd i due brani pubblicati su 45 giri (L’estate/Il mio domani), mentre resta nel cassetto la registrazione di un concerto tenuto ad Appiano Gentile nel ’79.



Alcuni testi

Un paese in Lombardia 
( dall’album E’ sparita l’Orsa Maggiore”)

Curvo sulle zolle di quell’arido campo
Con le forti e grandi mani scolpite dal lavoro
La faccia gli occhi chiari guardavano lontano
La Lombardia ferita e la grande Milano.

Una donna in bicicletta alla fabbrica s’avvia
Con i sogni sul fanale e i pensieri in un fardello
I suoi sogni ho visto al freddo nella nebbia vagare
E dietro il grigio cancello lentamente sparire

E niente li farà andar via
Neanche la nube o il nero fumo
E niente può spazzare via
Quello che in fondo è dentro ognuno
Un paese in Lombardia
Un paese in Lombardia
Un paese in Lombardia

Le luci ancora accese nella piccola stazione
Alle cinque di mattina la sua prima colazione
E quell’odore del treno che ti porta al dovere
Tra i vetri opachi dai fiati e neanche un posto a sedere

Un uomo la valigia sulla linea del confine
Un permesso di lavoro nella tasca del cappotto
La faccia gli occhi chiari correvano lontano
Dalla Lombardia ferita e dalla grande Milano

E niente li farà andar via
Neanche la nube o il nero fumo
E niente può spazzare via
Quello che in fondo è dentro ognuno
Un paese in Lombardia
Un paese in Lombardia
Un paese in Lombardia


I Miei Sette Figli
(di Sclavi /Cantatore dall’album E’ sparita l’Orsa Maggiore”)

Il primo dei miei figli
È morto partigiano
Sulla montagna bianca
Trafitta dagli spari.

Il mio secondo figlio
L’ho perso per errore
Forse per troppa noia
Forse per troppo amore

Il terzo dei miei figli
S’è sciolto a primavera
Ed ha seguito il fiume
Nel suo viaggio verso il mare

Il quarto dei miei figli
Era troppo veloce
E l’autostrada prese
La sua ultima voce.

Il quinto dei miei figli
Col suo sangue malato
Si è spento in ospedale
Paurosamente rassegnato.

Il sesto dei miei figli
Se n’è andato un giorno
E il giorno dopo ha scritto
Non aspettate il mio ritorno.

Il settimo mio figlio
È morto l’altro ieri
Nella città tremenda
Trafitta dagli spari.


G.I. Gruppo Intellettuali & soci
(dall’album E’ sparita l’Orsa Maggiore”)

Voi con lo scudo della vostra cultura
I vostri vocaboli scelti e la scienza
Vincitori in amore sulla morte e paura
Venuti per redimere e insegnarci con pazienza.

Voi che questo mondo lo conoscete bene
E la dialettica non vi manca per spiegare
Dove trovare il pozzo o dove cercare il mare
Dimentichi soltanto di cercarlo tutti insieme

Ho visto anche ridere del tè offerto in tazze rotte
E poi delle strette di mano con i guanti
Guardare la forma di lettere importanti
E mai bere il vino sincero della botte.

Mai visti per le scale che odorano di gatti
Mai visti ascoltare i guai della gente
Se la teoria lo impone loro sono dei distratti
L’importante è averla dentro il resto no non conta niente.

Ed anche Federico l’ha capito che era un gioco
Tirar le due di notte sulla frase di un poeta
Mentre nella stufa si consumava il fuoco
E il freddo barattava la teoria con la moneta

Lontani anni luce dalla strada e l’ospedale
Lontani mille miglia dalla lima e dal martello
Seduti su poltrone a sputare nel boccale
Che berrà chi nel delirio chiamerete “mio fratello”

Ma la gente comune che conosce i vostri trucchi
Non è sempre pronta a darvi ragione
E’ nella strada che nasce la storia
E non tra i muri bianchi della vostra prigione.



Un grande grazie a Marco. La scheda, i testi, le foto appaiono grazie alla sua  preziosa collaborazione.