SQUALLOR |
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"(...) caso, più unico che raro nella discografia italiana, di un gruppo che è riuscito a vendere qualche milione di dischi non solo senza esporsi, ma anche senza un briciolo di
pubblicità (...)" Primi anni '70. Giancarlo Bigazzi (affermato musicista), Toto Savio (compositore e produttore), Daniele Pace (famosissimo paroliere), Alfredo Cerruti (discografico e produttore), tutti già affermati nell'industria discografica milanese, decisero di formare, un pò per gioco, gli Squallor. I quattro durante abbondanti libagioni e bevute colossali, partendo spesso da fatti della cronaca spicciola o politica del periodo, su basi musicali create o riciclate da Savio, quasi sempre a ruota libera, crearono qualcosa di assai originale per allora: canzoni napoletane "trucide", la saga di Pierpaolo, figlio viziato di un industriale intrallazzatore, marce o sfilate improvvisate da Cerruti, parodie di brani di successo. Il loro primo lavoro - Troia - uscì nel 1973 ed ebbe un buon successo, nonostante brani poco trasmettibili dalla tv e dalla radio di stato. L'anno dopo uscì Palle, nel 1977 addirittura due album Pompa e Vacca, pieni di gag, battute pesanti, doppi sensi, genialità assortite. I loro brani, anche grazie alle prime radio libere, divennero assai conosciuti. E per diversi anni, a cadenza annuale, pubblicarono album discontinui ma in cui è sempre presente qualcosa di originale. Poi la scomparsa di Pace, la malattia di Savio, stanchezza e demotivazione, ebbero il sopravvento. Vanno riscoperti. Nel loro repertorio sono presenti "perle e porci", allegramente e senza pretese. "... nelle
canzoni i (... ) momenti più divertenti e inquietanti coincidono con sfasature linguistiche apparentemente
innocue (... ) con le parole ripetitive della quotidianità più trita che vengono sconvolte da terremoti lessicali capaci di aprire squarci sull'angoscia e il disagio
dell'esistente..." |
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