Inizia la sua carriera musicale alla fine degli anni
'70 nel Folkstudio di Roma. Dopo una serie di esperienze discografiche minori,
nel 1983 esce il suo primo album Un sabato italiano da cui vengono tratti otto video a cura della trasmissione
Mister Fantasy. Questo album lo porta al successo ed è tuttora un classico. Seguono altri undici album più varie compilation, in cui
Caputo non smette mai di sperimentare nuove chiavi espressive, affermandosi e maturando come autore e performer conquistando un pubblico dai gusti musicali e poetici raffinati. Partecipa al Festival di Sanremo tre volte e negli ultimi anni torna con decisione a sonorità
jazzistiche e latine. Fra le sue collaborazioni eccellenti si annoverano nomi come Dizzy Gillespie, Lester
Bowie,Tony Scott, Mel Collins (dei King Crimson),Tony Bowers (dei
Simply Red), Enrico Rava, e molti altri. Nel 1999 si trasferisce con la famiglia in California, dove vive e lavora.
Caputo si distingue per il suo stile che affonda nel jazz e spazia nei ritmi latini, ed un uso insolito e innovativo del linguaggio letterario, che a sua volta attinge dal quotidiano e dalle nevrosi
metropolitane. Oggi i suoi testi vengono proposti agli studenti dl varie università italiane e straniere come esempio di poesia contemporanea italiana. Nel 2004 Sergio ha realizzato un album strumentale dal titolo
That kind of thing nel quale ha esordito in qualità di chitarrista
smooth jazz.
Il mio primo disco è stato un mini-album, si chiamava
Sergio Caputo, era piuttosto rock e piuttosto immaturo, del resto in quel periodo a tutto pensavo fuorché a fare il musicista professionista. Il primo vero album
Un sabato italiano, che fu erroneamente preso come un’esaltazione della dolce vita anni ‘50 mentre i riferimenti erano a
personaggi precisi ed attuali, a localacci dove si suona rock; forse ha ingannato lo stile musicale. Un altro caso di pezzo frainteso fu quello che dava il titolo all'album
successivo, Italiani mambo: preso come una frivolezza, voleva invece essere un attacco durissimo alla cultura italiana di quel periodo, mi lamentavo di un certo immobilismo, del restare seduti in attesa dell'evento. Comunque in questo disco non c'è nessun pezzo a cui mi sento legato in modo particolare. Di
No smoking ricordo invece che è stato molto divertente realizzarlo, tra l’altro vi ho anche suonato per la prima e l'ultima volta il sassofono. Poi c'è un pezzo tutto strumentale come
Deborah, Io feci proprio per tagliar sorto sulle critiche di chi mi accusava di non fare testi all'altezza.
Effetti personali è l'album peggio riuscito a livello tecnico, fui costretto a lavorare in pieno agosto. Per fortuna ci suona Dizzy Gillespie. Sul live
Ne approfitto per fare un pò di musica c'è naturalmente poco da dire. Però all'interno appare anche il mio primo Sanremo,
Il Garibaldi innamorato: il festival per me vale come passaggio promozionale, non è peggiore di
"Fantastico" o "Domenica in"; comunque mi sono annoiato moltissimo e penso che non ci tornerò più.
Storie di whisky andati è in assoluto il preferito fra i miei dischi, mi piace quasi tutto, l'ho vissuto come un modo di raccontarmi attraverso il periodo alcolico, che in effetti c’è stato. Infine, il nuovo,
Lontano che vai. E’ troppo presto per giudicarlo. Per me è un disco di sintesi, comunque un momento importante.
Sergio Caputo (1989) |
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