Nicht der Homosexuelle ist pervers, sondern die Situation, in der er lebt (T.l. Non é l’omosessuale a essere perverso, bensì la situazione in cui vive)

regia: Rosa von Praunheim; sog.e scen.: Rosa von Praunheim (con la coll. di Martin Dannecker e Sigurd Wurl); fot.(16mm, col.): Robert van Ackeren; mont.: Jean-Claude Piroué; suono: Rosa von Praunheim;
Int. e pers. Bernd Feuerhelm (Daniel), Berryt Bohlen (Clemens), Ernst Kuchling (il ricco), Dietmar Kracht, Steven Adamczewski, Manfred Salzgeber; prod.: Bavaria (Mùnchen)/WRD (Kòln); o.RFT; d. 67’; 1971.

Protagonista dì quest’opera di Rosa von Praunheim presentata al “Forum” del XXI Festival di Berlino (1971) è Daniel, che dalla provincia si trasferisce a Berlino. Qui egli si innamora di Clenens e va a vivere con lui; la loro unione dura pochi mesi. Nel frattempo Daniel ha conosciuto un uomo piuttosto anziano, che lo invita a vivere nella sua lussuosa villa. Conclusa anche questa esperienza, Daniel trova un lavoro in un bar per omosessuali. Sempre più sconfitto dalle sue brevi avventure, Daniel finalmente incontra Paul, che lo porta nella sua comune (omosessuale) e lo aiuta a rimettere in discussione la sua vita e le sue scelte, attraverso una impietosa analisi di sé compiuta davanti agli altri componenti del gruppo. Daniel comprende allora l’importanza di una presa di coscienza politica del proprio modo di essere. Il film ha suscitato all’uscita grande scalpore perché, per la prima volta in Germania, un film veniva interpretato da gay e si incentra interamente (quasi ossessivamente) sulla questione omosessuale. L‘invito esplicito agli omosessuali a prendere coscienza di sé e lottare contro l’emarginazione è sembrato provocatorio: «il pathos del film deriva non soltanto dalle immagini, ma soprattuttto dal commento fuori campo, volutamente portato alle estreme conseguenze È un’opera che inquieta e tocca da vicino (Gregor). Il film è diviso in cinque parti corrispondenti a singole “stazioni”: sentimentalismo, lusso, consumo, istintività, comune. L’ultimo episodio avrebbe dovuto mostrare un primo inizio di emancipazione, ma risulta ancora più irreale degli altri. Lo stesso von Praunheim ha detto in proposito: «Il culmine della goffaggine è rappresentato dalla scena nella comune. Essa sembra irreale e innaturale».