NUCLEI ARMATI PROLETARI (NAP)

Dopo la svolta di Lotta Continua del ‘72-73, un gruppo di militanti della commissione carceri di questa organizzazione (Fiorentino Conti, Nicola Pellecchia, Sergio Romeo, Claudio Carbone) e parte del movimento Dannati della Terra  si rendevano autonomi per continuare nelle posizioni più radicali di lotta all’istituzione carceraria. Ad essi (prevalentemente provenienti da Napoli, Firenze e Perugia) si univano i resti di Sinistra Proletaria di Napoli  e, poco dopo, altri militanti di Lotta Continua fiorentina (Luca Mantini) ed altri di Milano. Da tale confluenza nascevano i NAP che, sin dal nome, dichiaravano la propria scelta in senso armatista (primavera ‘74). Nel luglio dello stesso anno, il rapimento dell’industriale napoletano Gargiulo fruttava all’organizzazione un cospicuo riscatto con il quale venivano finanziate le successive azioni. Nello stesso periodo si svolgeva una serie di azioni dimostrative davanti a diverse carceri italiane (in particolare Poggioreale). I NAP acquisivano così una discreta notorietà nazionale.

Poco dopo iniziava l’ininterrotta serie di avvenimenti che porterà alla fine dell’organizzazione: il 29 ottobre del ‘74, a Firenze, un gruppo dei NAP veniva intercettato dalla polizia mentre tentava di rapinare una banca e nello scontro a fuoco morivano Sergio Romeo e Luca Mantini. L’11 marzo del ‘75 una esplosione devastava un appartamento in via Consalvo a Napoli. Moriva Giuseppe Vitaliano Principe e veniva ferito molto gravemente Alfredo Papale: entrambi erano militanti dei NAP e l’esplosione era stata provocata da un ordigno che stavano preparando; il 7 luglio successivo Annamaria Mantini, sorella di Luca passata ai NAP dopo la sua morte, veniva uccisa da un poliziotto (che parlerà di un incidente) mentre rientrava in casa.

L’anno che segna la liquidazione dei NAP è il ‘76. Nei primi mesi venivano arrestati Giovanni Gentile Schiavone, Pierdomenico Delli Veneri, Maria Pia Vianale e Francesca Salerno, tutti dei NAP. Il 14 dicembre, a Roma, i NAP tentavano un ultimo rilancio con un attentato al responsabile dei servizi si sicurezza per il Lazio; uccidevano uno degli agenti della scorta, ed uno dei loro, Martino Zicchitella, cadeva, sembra per un proiettile sparato erroneamente da un suo compagno. Una fuga dal carcere della Vianale e della Salerno durava solo poche settimane: in luglio venivano riprese mentre Antonio Lomuscio (che le aveva aiutate ad evadere e si trovava in loro compagnia) rimaneva ucciso nello scontro a fuoco con la PS. Nei primi del ‘77 i NAP sono virtualmente finiti: buona parte dei militanti uccisi o arrestati (i NAP, probabilmente, sono il gruppo armatista che, proporzionalmente al numero degli effettivi, ha avuto più morti); il resto confluisce nelle BR.

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