Il Movimento del 77
Cronologia

MARTEDI’ 1 FEBBRAIO
Roma. Sono le undici del mattino. Sui muri di Lettere degli enormi manifesti spiegano i contenuti della riforma Malfatti: il preside Salinari (del Pci) la sta anticipando con le sue circolari sui piani di studio e sugli appelli mensili, dei quali ha chiesto al consiglio di facoltà l’abolizione. In aula VI c’è una riunione del Comitato di lotta contro la riforma Malfatti. Picchiatori fascisti entrano nella città universitaria e si dividono in due gruppi: il primo va verso la facoltà di Legge, il secondo verso Lettere. Sono armati e distribuiscono un volantino firmato Fuan-Caravella contro la riforma Malfatti. Volano in frantumi vetrate a Legge, Scienze politiche e Scienze statistiche. L’altro gruppo si dirige verso Lettere urlando «Morte ai rossi». Assaltano la facoltà e poi fuggono. E’ a questo punto che fanno uso di armi da fuoco. Cade Guido Bellachioma, 22 anni, del collettivo di Lettere. Una pallottola lo ha colpito alla nuca. Al Policlinico lo giudicano subito gravissimo. E’ ferito anche Paolo Mangone. La notizia dell’assalto fascista si propaga per tutta l’università. Alle 13 riunione del Comitato di lotta contro la riforma Malfatti. Interviene un militante di Lettere: «La risposta della facoltà all’assalto fascista è stata immediata. C’è stato uno sciopero di fatto. Bisogna che questa volontà continui a esprimersi con un’iniziativa contro la riforma Malfatti e che si passi immediatamente all’occupazione della facoltà...». La discussione è brevissima: da venti giorni la facoltà sta discutendo con una notevole partecipazione di studenti, e l’occupazione viene votata con pochissime opposizioni. La lotta contro la riforma Malfatti conosce una prima vittoria: la circolare che non riteneva validi gli esami biennali e triennali (il che avrebbe costretto migliaia di studenti a rifare esami e tesi di laurea) viene sospesa. Presa di posizione sull’aggressione fascista da parte della Federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil che convoca una manifestazione per il 2 febbraio nell’aula del Rettorato. Alle 18 la prima assemblea dentro Lettere occupata. L’aula I è piena. Il primo intervento riepiloga come si è giunti all’occupazione (l’aggressione fascista, la lotta contro le riforme Malfatti e Pci) e propone la continuazione dell’occupazione attraverso la formazione di un comitato in cui confluiscano tutte le strutture politiche presenti nella facoltà. Vengono proposte anche commissioni per organizzare la didattica autogestita, la controinformazione, l’inchiesta sulla facoltà e il servizio d’ordine. Infine viene proposta una giornata di lotta per il giorno seguente in relazione all’aggressione fascista. I Comitati autonomi operai (via dei Volsci) si contrappongono proponendo che l’assemblea si sciolga e si organizzi un corteo che vada verso piazza Bologna: «...non è l’ora delle chiacchiere, ci hanno ferito un compagno e bisogna manifestare...». La proposta è respinta, ma i Cao insistono e in circa 50 escono dall’assemblea per organizzare un corteo. L’assemblea continua fino ad approvare le proposte iniziali. Prima della conclusione ci si organizza per la notte con turni di sorveglianza. La notte passa con molti occupanti al lavoro dentro la facoltà. Obiettivo: le scritte sui muri. Niente viene risparmiato all’insegna della prima scritta «Ridiscutiamo tutto!». Intanto le agitazioni contro il progetto di riforma Malfatti si sono estese a molte università italiane: Torino, Pisa, Cagliari, Sassari, Bologna, Milano, Padova.
Schematicamente la situazione è questa:
Palermo: le facoltà occupate sono sette (lettere, architettura, giurisprudenza, magistero, farmacia, geologia, matematica). Stato d’agitazione ad agraria, medicina, ingegneria.
Torino: dal 31 gennaio è iniziato, con l’appoggio della sezione sindacale, il blocco delle facoltà di Palazzo Nuovo (lettere, magistero, scienze politiche, giurisprudenza). L’occupazione chiusa si protrarrà per una settimana.
Pisa: 5.000 studenti e precari percorrono la città in corteo. Al termine si riuniscono in assemblea e decidono l’occupazione «aperta” della Sapienza e l’interruzione delle lezioni in tutte le altre facoltà. L’occupazione si conclude dopo quattro giorno con la stesura di un documento politico a cui contribuisce anche il PCI.
Napoli: le facoltà sono in assemblea permanente.
Facoltà occupate anche a Cagliari (ingegneria), Sassari (magistero), Salerno.
Un grosso corteo attraversa Bologna.
A Milano, Padova, Firenze si susseguono manifestazioni ed assemblee.
Roma: la facoltà di Lettere dove è iscritto Guido Bellachioma, da tempo in agitazione contro le minacce di abolire gli appelli d’esame mensili, viene occupata.


Lo studente Guido Bellachioma, ricoverato al Policlinico