Il Movimento del 77
Cronologia


SABATO 4 MARZO
Roma: A Roma, in mattinata, alcuni rappresentanti del movimento intervengono in un’assemblea aperta alla FATME, una delle maggiori fabbriche della città. Sempre in mattinata assemblea a Lettere in cui si organizza la ripresa dell’agitazione nella facoltà. Viene convocata per il pomeriggio un’assemblea generale a Giurisprudenza sulla condanna di Panzieri. A Fisica frattanto parte, non molto seguita dagli studenti, un’occupazione aperta. Interviene immediatamente la polizia che effettua lo sgombero fermandosi poi nei viali di fronte al piazzale della Minerva. Alle 14, alla presenza della polizia gli studenti rispondono con slogan ironici. Viene lanciato un torsolo di mela. La polizia risponde con lanci di lacrimogeni e violente cariche e occupa l’intero Ateneo rimanendoci fino alle 16. Alle 16,30 si riunisce il Comitato di Lettere e decide di proporre all’assemblea una manifestazione per la liberazione di Panzieri con partenza dall’università e conclusione a Trastevere, dopo essere passati sotto le carceri di Regina Coeli. Alle 17,30 l’aula I di Legge è stracolma. Le proposte del delegato di Lettere sono accolte all’unanimità. Viene chiarito che l’intervento vale come notifica per la Questura e si apre il dibattito sulla condanna di Panzieri e sui motivi tecnici del corteo. Sul primo problema il movimento si fa carico della campagna per la liberazione di tutti i compagni arrestati e della difesa delle libertà democratiche minacciate dal concetto di «concorso morale». Sul secondo viene ribadita la linea dell’autodifesa di massa e del rifiuto di qualsiasi organizzazione parallela di servizio d’ordine. L’intervento di un compagno dell’area creativa sintetizza il tutto nella formula: «Perché siamo contro l’esproprio della politica, siamo anche contro l’esproprio della forza che ci serve per difenderci...». Quando l’assemblea si conclude viene occupata Lettere fino alle 22. In questo modo uno degli obiettivi della piattaforma della commissione Inchiesta (l’apertura serale dell’università) viene concretamente praticato.
Torino: dopo un fronteggiamento con i simpatizzanti della Fgci, gli autonomi lasciano l’ateneo e in un centinaio si barricano nel liceo Avogadro. Quattro colpi di pistola vengono esplosi da una finestra dell’Avogadro mentre la polizia tratta con gli occupanti. La polizia interviene facendo uso di lacrimogeni, ma gli autonomi la precedono abbandonando l’edificio, al cui interno vengono trovate decine di spranghe e catene. Tre persone vengono arrestate.
Milano: un commando formato da tre donne e da due uomini fa irruzione negli uffici di via Varese dell’azienda “Mondial Lus” (penne a sfera, articoli di cancelleria, uno stabilimento a Saronno che occupa molte donne e appaltatrice di lavoro all’interno del carcere di San Vittore). Dopo aver legato e imbavagliato i quattro presenti impiegati le tre ragazze gettano acido sulle macchine da scrivere, sulle calcolatrici e sui telefoni per renderli inutilizzabili. Su un muro lasciano scritte contro il lavoro nero, firmandole Donne combattenti per il comunismo.