Il
Movimento del 77
Cronologia
VENERDI
18 FEBBRAIO
Mentre la direzione della Dc ripropone il «fermo di sicurezza» e
lancia un siluro contro il sindacato di polizia, il governo approva un pacchetto
di disegni di legge sullordine pubblico da presentare in Parlamento:
1) chiusura immediata delle sedi di associazioni o gruppi «quando vi
siano rinvenute armi o esplosivi, ovvero quando i locali stessi siano comunque
pertinenti al reato». Saranno chiuse anche le sedi «di associazioni
o movimenti i cui membri siano stati denunciati per delitti contro lo Stato».
2) per la detenzione di armi vengono aumentati i minimi delle pene e si esclude
la concessione della condizionale. Le bottiglie incendiarie vengono punite in
modo più pesante delle pistole.
3) si viene processati subito per i reati commessi in flagranza, per esempio
per detenzione di armi, anche se il fatto è inserito in un contesto più
ampio di imputazioni.
Dice Cossiga - intervistato dal Tg 1 - : «Sappiano questi signori che
non permetteremo che luniversità diventi un covo di indiani metropolitani,
freaks, hippies...». E conclude insinuando che autonomi e studenti
in genere sono vigliacchi che, a Roma, quando la polizia è arrivata armata
di tutto punto, si sono rifiutati di combattere.
Si approfondisce il fossato tra Pci e movimento. Il «comportamento da
grande potenza» del Pci nei confronti del movimento viene condannato dalle
assemblee di Milano, Bologna Torino e Napoli. In queste due ultime città
si decide di rioccupare in risposta allintervento della polizia nellUniversità
di Roma. Mentre il Pci, dovunque gli sia possibile, cerca di far votare mozioni
di condanna contro i «teppisti» romani, il sindacato appare disorientato:
la proposta della componente comunista della Cgil di proclamare uno sciopero
generale con corteo è stata bocciata e si è deciso, invece, una
settimana di assemblee in fabbrica. Il direttivo della Federazione sindacale
ha discusso fino a tarda notte. A Bologna la federazione provinciale Cgil-Cisl-Uil
continua a dichiararsi disponibile per un incontro con gli studenti e a Torino
gli operai della Singer vanno a Palazzo Nuovo per proporre la creazione di un
coordinamento stabile operai-studenti.
Dice Lama: «Avrebbero interrotto chiunque. Essi erano mossi da unispirazione
di condanna totale delle forme della democrazia e del dibattito. Si è
trattato di un intervento violento di un gruppo, non so se di studenti, ma di
giovani che erano alcune centinaia, contro una folla di altri studenti, di operai,
che partecipavano al comizio... E stata la prima manifestazione del nuovo
fascismo».
L'Università di Roma è serrata e presidiata in forze dalla
polizia. Il movimento si riunisce a Economia. In mattinata duemila studenti
vanno in corteo al Campidoglio insieme ai disoccupati organizzati per rivendicare
alcune modifiche al piano predisposto dalla giunta per la creazione di 4.000
posti di lavoro. Anche qui grande schieramento di polizia e lassessore
Arata del Pci che si rifiuta di ricevere una delegazione.
Dice Ruberti: «Quando, dopo dieci giorni, è impossibile ogni
forma di dialogo, nonostante i tentativi fatti più volte di cercare un
collegamento con gli studenti e quando non si è più in grado di
garantire lincolumità pubblica, non si può non prendere
atto, con amarezza, della necessità obiettiva di avvertire la Procura...».
Dice la Federazione romana del Pci: «La Federazione romana del Pci
denuncia la gravità del fatto che gruppi di provocatori - ripetutamente
isolati nei gironi scorsi dentro luniversità dalle grandi masse
studentesche e dai lavoratori docenti e non-docenti - siano ricorsi ai metodi
tipici dello squadrismo fascista non essendo riusciti a impedire lo svolgimento
della manifestazione sindacale cui hanno partecipato migliaia di lavoratori
e di studenti...».
E dice il movimento nella mozione presentata allassemblea di Economia
e votata allunanimità: «Ieri, giovedì, il movimento
è stato fatto bersaglio di unoffensiva dellapparato repressivo
dello Stato e del gruppo dirigente del Pci. Nella mattinata il servizio dordine
del Pci, al seguito di Lama, che aveva rifiutato provocatoriamente tutte le
proposte di confronto avanzate dal movimento, ha dato il via a gravissimi incidenti
nel tentativo di schiacciare lautonomia del movimento. Questa manovra
è fallita per la reazione di massa degli studenti che hanno cacciato
il servizio dordine del Pci e sono rimasti padroni delluniversità.
Nel pomeriggio, favorito dalla situazione, il ministro Cossiga ha fatto prendere
dassalto luniversità da un imponente schieramento di polizia.
Riuscendo a fare così, grazie al Pci, quello che non gli era riuscito
nei giorni scorsi. A questo assalto militare il movimento ha opposto un atteggiamento
estremamente responsabile, accettando levacuazione di migliaia di studenti
e giovani che si trovavano allinterno dellAteneo. Immediatamente
dopo, alla facoltà di Architettura, occupata, gli studenti e i giovani
si sono riorganizzati per respingere le provocazioni dello Stato e continuare
la lotta. Il giudizio politico che il movimento dà di quanto è
accaduto è il seguente. E in corso da parte della borghesia italiana
un aperto tentativo di criminalizzare la lotta dei giovani, chiudendoli nel
ghetto dellemarginazione e della disoccupazione, reprimendoli ferocemente
con i tribunali speciali e le leggi eccezionali. A questo tentativo il gruppo
dirigente del Pci sta offrendo tutto il suo appoggio, come dimostra, tra le
tante cose, la richiesta di considerare covi di provocatori non
solo i centri di terrorismo fascista, ma anche alcuni luoghi dove si organizzano
i proletari in lotta. Di fronte a questa operazione combinata, il movimento
fa appello a tutte le forze organizzate e di base perché isolino la linea
avventurista e suicida della direzione del Pci». Si passa quindi ad
alcuni obiettivi immediati:
«1) Sgombero dellAteneo che deve funzionare come luogo di aggregazione
autonoma dei giovani e allontanamento definitivo della polizia.
2) Manifestazione sabato 19, alle ore 17 a piazza Esedra dal carattere pacifico
e di massa che verrà garantito dalle strutture del movimento.
3) Invitare tutte le università in lotta a un confronto nazionale sabato
26 e domenica 27 febbraio in vista di una manifestazione nazionale.
4) Lassemblea si impegna infine a continuare la lotta per la liberazione
immediata di tutti i compagni arrestati e in primo luogo dei compagni Daddo
e Paolo feriti dalle squadre speciali di Cossiga».
Lassemblea ratifica la manifestazione per il giorno dopo e un convegno
nazionale delle università in lotta, senza però specificare se
si dovrà tenere a Roma o a Napoli, dove è già stato proposto
per la stessa data. Si discute il percorso del corteo e si vota litinerario
che passa per via delle Botteghe Oscure dove cè la sede centrale
del Pci.
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Il Rettore dell'Università di Roma, Ruberti |